Libertas Capodistria. Voga istriana a Los Angeles ’32

Le Olimpiadi degli italiani, così le hanno chiamate. Noi facciamo una gran bella figura, secondi nel medagliere dietro i padroni di casa. Tante storie di sport sano e bello. A Los Angeles il canottaggio non agguanta l’oro per decimi di secondo, ma dà una grande prova del nostro remo. Livornesi, romani e istriani sono forti e l’acqua lo dimostra a tutti. Tra le loro storie, quella della Libertas Capodistria ancora stringe il cuore.
Il sogno di Luka Modric

Dal villaggio di pietre al pallone d’oro. Dai calcioni in Bosnia ad una finale mondiale. Da Basic ad Ancelotti. Luka Modric, giocatore con gli occhi dietro ed il sogno fisso davanti. Questa è la sua storia
Ernesto Duchini. Il maestro del calcio argentino

Se il calcio argentino ha un maestro, non può essere altri che lui. Calciatore con il Chacarita sin dagli anni’30, alla fine degli anni ’40 si siede dall’altra parte del campo. Venti anni come responsabile tecnico e altri venti da supervisore della nazionale giovanile. Una vita passata a vedere campioni dove altri vedevano solo ragazzi. Ernesto Duchini ha avuto una vita straordinaria e questa è la sua storia
Ernesto Servolo Vidal. Un istriano in Uruguay

Ai mondiali 1950 c’è un italiano nella rosa dell’Uruguay, clamorosamente campione del mondo. Si chiama Ernesto Servolo Vidal. Istriano di Buie, quando ha solo 2 anni la famiglia emigra in Argentina. Come tanti, il destino di Ernesto inizia così. Il suo sarà un destino di pallone e questa è la sua storia dimenticata.
Francesco Marini Dettina. Il Presidente eroe

Venti anni dopo le sabbie di El Alamein, Francesco Marini Dettina diventa il tredicesimo presidente dell’AS Roma. La prende con i debiti, tanti,e la restituisce con i debiti. Ci mette del suo, ci perde del suo. Anni difficili, ma anche di tanto entusiamo. Anni che portano una Coppa Italia, Sormani, John Charles, ma anche la sera del Sistina. Gli anni della Roma di Franco Dettina, il presidente eroe.
Michele Dancelli. Traguardi, lacrime e gioia

19 marzo 1970. Giorno di festa per San Giuseppe, ma anche per Michele Dancelli che 17 anni dopo la doppietta di Loretto Petrucci riporta a casa la Milano-Sanremo. Michele Dancelli non è un favorito, ma non ce n’è per nessuno e fa l’impresa. Al traguardo è gioia pura, ma anche lacrime vere. Di tutti. Come è giusto che sia.
Costantino Rozzi. Il Presidentissimo

Uomo di un pezzo e di una volta, Costantino Rozzi. Uno di quegli uomini che pensano col cuore. Rosso, come i suoi calzini che sono molto più di un simbolo, sono un’etica. Mancano uomini così. Mancano tanto.
Calcio di guerra. E di onore

Dapprima avversato, poi promosso. Il football non entra a gamba tesa in tempo di guerra, non ci pensa proprio. Il football porta in campo una palla, i suoi principi e il cuore puro dei vent’anni per sempre. È spirito di corpo, quello sì che serve al fronte, ma è diverso. Quello che non cambia è che chi gioca non perde mai, mentre in guerra nessuno vince. Nelle Fiandre prima, in Veneto poi, i signori della guerra le hanno prese di brutto.
Alberto Picco, lo Spezia e la sfida mai vista prima

Alberto Picco di Ulrico non solo è tra i fondatori dello Spezia Calcio, ma ne segna anche il primo goal. Eroe del Monte Nero, a sua memoria eterna è lo stadio cittadino. A sua memoria è lo scudetto d’onore, quello non assegnato del ’43-’44. Da allora cucito sul cuore dei tifosi e dal 2002 cucito con orgoglio anche sulla maglia della squadra.
Juventus. La maglia e l’equivoco di Nottingham

125 anni fa, il primo novembre 1897, inizia una grande storia del calcio italiano. Riuniti intorno a una pachina di Corso Re Umberto, un gruppo di liceali fonda la Juventus Football Club. La maglia che conosciamo, invece, arriva qualche anno più tardi, forse per un equivoco, ma sarà la maglia del primo scudetto.
Naim Krieziu. La freccia di Tirana

Prima della Conference Cup il destino giallorosso di Tirana si chiama Naim Krieziu. Protagonista dello scudetto ’42, signore del pallone, veloce, sguardo al campo, assist al meglio piazziato e goal anche suoi. Roma non dimentica e un’ovazione lo accoglie all’Olimpico nel 2007 per i festeggiamenti degli 80 anni del club.
Modena e Siracusa. Malinconia in circuito

Modena e Siracusa, città distanti ma parallele, unite da un destino che romba di motori, di uomini e di coraggio. È il 1967 e mentre il Mondo inizia a pensare di poter cambiare, sul circuito di Siracusa il Mondo cambia veramente. Arriva l’ultimo giro, l’unico che non sarebbe mai dovuto arrivare. Dieci anni dopo il Mondo cambia anche a Modena, l’ultimo giro arriva anche lì. E noi romantici ci pensiamo ancora.