La blanquirroja sogna sempre di scrivere la storia del calcio. La camiseta es icónica. Bianca con la banda trasversale rossa. Nella bacheca del Perù due Copa America e nulla più. Un’altra finale continentale, un quarto di finale ai mondiali, attualmente il ventunesimo posto del ranking FIFA. La selezione di Chumpitaz, Cubillas, Farfan, Claudio Pizarro, adesso del nostro Lapadula.
18 luglio 1930. Perù vs Uruguay 0-1
È il primo mondiale, i peruviani sono tra le tredici nazioni invitate. Il direttore tecnico è spagnolo, Francisco Bru, l’Alianza Lima forma l’ossatura della squadra, il delantero Colan è l’unico proveniente da un campionato straniero, gioca nel club messicano Necaxa. Due partite, due sconfitte. Nonostante la piramide del 2-3-5 tutta sbilanciata in avanti, un solo goal all’attivo (1-3 vs Romania). Onorevole e, per certi versi, sorprendente la sconfitta di misura (0-1) contro i padroni di casa sul campo del Centenario di Montevideo, partita che registra la prima espulsione della storia dei mondiali, Placido Galindo, mediocampista peruviano a dir poco ruvido. Dodici giorni dopo l’Uruguay alza al cielo celeste la Rimet dopo i quattro goal (a due) all’Argentina nella finalissima.
14 giugno 1970. Perù vs Brasile 2-4
Il mondiale messicano vede la seconda partecipazione del Perù. Dal girone di Leon, la squadra di Didi esce con due vittorie (3-2 Bulgaria, 3-0 Marocco) che valgono il passaggio del turno ed il rispetto di tutti. Solo contro Gerd Muller, tre reti in venti minuti, il Perù si arrende e trova così il favoloso Brasile ad attenderlo a Guadalajara. È una sfida bellissima, noi italiani siamo contemporaneamente impegnati nella sfida con i messicani, il Perù ribatte colpo su colpo, rischiando anche una punizione più severa, lasciando praterie dove i cinque “numeri dieci” (Gerson, Jairzinho, Tostao, Rivelino e Pelé) volano senza risparmio. Quattro reti (a due), due legni, una decina di occasioni nitide. Non sfigura però il Perù di Teofilo Cubillas, sempre a segno nelle precedenti partite, per lui ancora goal ed assist per Gallardo, difficile arginarlo, fuoriclasse vero. Sette giorni dopo l’Azteca consegna al Brasile la Rimet per sempre: 4-1 all’Italia, Pelé che arriva lassù dove nessuno mai, noi con la partita del secolo negli occhi e nelle gambe, noi che ancora aspettiamo Rivera in campo.
21 giugno 1978. Perù vs Argentina 0-6
Il Perù è nel gruppo tra Cordoba e Mendoza. Cubillas è tornato a casa, dopo aver conosciuto il calcio europeo, e sa ancora far goal. La sua doppietta completa la rimonta alla Scozia (3-1), poi tre goal all’Iran (4-1), in mezzo il pari a reti bianche con l’Olanda orfana di Cruyff. La bizzarria della Scozia, con il goal capolavoro di Gemmill (3-2 agli arancioni), scombussola la classifica, passano olandesi e peruviani, con quest’ultimi al secondo turno attesi da argentini, brasiliani e polacchi. Ostacoli troppo alti, 0-3 con il Brasile, 0-1 con la Polonia e la partita di Quiroga. Il portiere peruviano, ex Independiente naturalizzato argentino, raccoglie ben sei palloni dentro la sua porta nella strana notte di Rosario. Con il Perù pressoché fuori dai giochi, alla banda Menotti servivano quattro reti per la finale, il Brasile non ha ancora smesso di sentirsi truffato. Quattro giorni dopo El Matador Kempes si prende il titolo di capocannoniere ed il mondo intero (Argentina vs Olanda 3-1 d.t.s).
18 giugno 1982. Perù vs Italia 1-1
I giorni di Vigo. Il Perù impatta la prima con il Camerun e poi trova noi. Noi senza certezze, un punto all’esordio ed una traversa di Tardelli. Il meraviglioso goal (di destro) di Bruno Conti ci dice che niente sarà più come prima per una generazione, il Perù trova il pari su una deviazione balorda e poi la via di casa dopo il rovescio con la Polonia di Boniek (5-1 e terza rete di Zibi) che sballa i conti di un girone con cinque pareggi su sei partite. A tre settimane di distanza da Perù-Italia, dopo il frullato di emozioni irripetibili del Sarria’, Pablito e gli altri ragazzi di Bearzot si arrampicano sulla cima del mondo e stanno ancora lì.
21 giugno 2018. Perù vs Francia 0-1
Trentasei anni di digiuno. 0-0 fuori e 2-0 ai neozelandesi nello spareggio per l’ultimo posto al mondiale russo. Il Perù è ostico, perde di misura dalla Danimarca, il dentro o fuori è con la Francia ad Ekaterinburg, basta il goal del diciannovenne fenomeno Kylian Mbappe a dividere le due squadre. Il 2-0 ai canguri serve solo per cancellare lo “zero” alle reti in attivo ed aumentare il rammarico. Il 15 luglio la Francia è campione con quattro reti ai croati allo stadio Luzniki di Mosca.
Assente anche nel 2022
Il Perù è ancora fermo al quarto di finale del 1970, miglior risultato della sua storia iniziata nel 1927, naturalmente con una sconfitta (0-4 Uruguay). Due punti in sei partite la collocano all’ultimo posto (il decimo) del girone sudamericano di qualificazione al mondiale 2026, ma ci sono ancora dodici partite ed il Paraguay – settimo ed ultimo gradino per arrivare al playoff interzona – è solo tre punti avanti.
Il Perù non vince, ma il mondiale lo fa vincere
Ecco se ancora non lo avete capito, il fatto è proprio questo. Il Perù nelle sue cinque partecipazioni ha sempre trovato i futuri vincitori sul suo breve cammino. Un record che a Lima importa poco e forse giustamente, ma a noi devoti a “di Bruno ce n’è uno e viene da Nettuno” ogni scusa per rivedere quel film è buona. Cabrini, Antognoni, appoggio di destro, 20 forse 25 metri, sublime controllo (con dribbling incorporato) di sinistro, palla sul destro e poi sotto l’incrocio.