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Ken Aston. L’uomo nero che inventò il rosso

Ken Aston

Cinquant’anni dal primo rosso. Più di sessanta dalla battaglia di Santiago del Cile. Il calcio è fatto di aneddoti che non invecchiano. Ken Aston lega il suo nome a due momenti distanti e distinti, ma fino ad un certo punto. L’introduzione dei cartellini per segnalare i provvedimenti disciplinari ed una delle partite più controverse della storia dei mondiali. 

1934. La partita senza ritorno

1934 Giuseppe Meazza

Il 25 marzo 1934 è una data da matita blu per il nostro calcio. Un po’ come il primo amore anche la prima partita della Coppa del Mondo non si dovrebbe scordare. Non si dovrebbe, ma a volte accade. Proprio come Italia-Grecia di quel giorno.

Torino, gli inglesi e la Coppa del Mondo dimenticata

Torino 1909

Il calciatore carica il destro per quello che sembra più un rinvio che un tiro, il minatore è sdraiato a terra a tirar colpi di piccozza. È la statua in bronzo che da qualche anno, nei giardini della cittadina di West Auckland, Inghilterra ricorda la prima Coppa del Mondo di calcio. Una forzatura certo, solo quattro nazioni partecipanti, ma è per il primo torneo internazionale realmente tale. Siamo nel 1909, siamo a Torino.

Rebibbia story

Rebibbia

Ci ricorda Madre Teresa: “Ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse all’oceano mancherebbe qualcosa”. A Roma, nel carcere romano di Rebibbia sez. femminile, ragazze e ragazzi si sono incontrati per giocare a calcio. Correndo e sudando. Sudando gocce. 

Jamor. Le tre partite memorabili dello stadio dimenticato

Jamor Mazzola e Ferreira

30 aprile 1949. 4 settembre 1955. 25 maggio 1967. Chi lega queste date a una partita di calcio è uno di noi. Chi c’era o almeno ricorda è livello “top di difficoltà”. Chi ci legge e si emoziona può ricevere la tessera del club. Tre partite così diverse, definitive come l’Alpha e l’Omega, avvolte nella leggenda dei “se” e dei “ma” come i novanta minuti di cui è costellata la nostra vita terrena.

Mario Benigni. Il campione che non ha avuto tempo

Mario Benigni motociclismo

Sappiamo poco di Mario Benigni. Sappiamo che aveva appena 22 anni quando, nel 1937, un incidente gli stronca vita e futuro. Una vita veloce la sua. Su strada e in pista. Sì, perché Mario correva in moto ed era tra i più forti di quegli anni. Solo il destino poteva fermarlo.

Felice Levratto. Lo sfondareti

Felice Levratto

Uno dei più grandi attaccanti del calcio italiano. Sinistro micidiale tra storia e leggenda. Felice Levratto, campione diviso tra chi ne ha raccontato le gesta e chi pagherebbe per vederlo in azione. Era davvero così forte? Probabilmente, anzi sicuramente, di più. Era il centrattacco. 

Julio Velasco. Ritratto d’autore

Julio Velasco

La meravigliosa pallavolo. 5.000 società affiliate FIPAV, quasi 18.000 squadre, oltre 4 milioni di atlete ed atleti. Da anni numeri da primi della classe, mancava la famosa ciliegina sulla torta. Ci ha pensato la pallavolo femminile, meraviglia tra le meraviglie. Ci ha pensato il pasticciere magico, Julio Velasco.

Alain Delon. L’altra vita

Alain Delon

Nessuno nell’immaginario collettivo più di Alain Delon. Nessuno più lontano dalle etichette assegnate dal sistema delle stelle. Ma quale bello e dannato, ma quale icona senza tempo. Per Alain lasciamo parlare le sue scelte, i suoi principi e le sue passioni. Sportive, sì, anche sportive

Durante. Il portiere pittore

Durante

L’arte della manutenzione della porta. Guardiani di una fede fatta di pali quadrati. Zamora, Yashin, Albertosi, Preud’Homme, el Dibu Martinez. Artisti. A mani nude poi con i guanti, pomate e spray. Ed infine ci sono una manciata di artisti veri, portieri pittori. Domenico Maria, qualcuno dice Luigi, Durante: la sua storia di calcioni e pennello (Murazzano, 17 dicembre 1879 – Canale, 21 ottobre 1944)

Nerone. L’olimpionico immortale

Nerone

Forziamo un po’ il racconto, ma su Nerone cè tanto e di più da dire. Su Nerone c’è da trovare altre storie per recuperare il tempo perduto a crederlo il piromane di Roma. Proprio come la sua storia olimpica, forzata un po’ forse, ma forse neanche troppo.

Ottorino Mancioli. Lo sport come estetica

Ottorino Mancioli

Friendless è un destino. Buster nel film, Ottorino quasi dimenticato in vita. Solo quasi, però, perché con Gianni solo Dio sa quanto sono stati amici. Ottorino Mancioli e Gianni Brera, da Tarquinia ’41 mai più persi. Ottorino e Gianni, matita e penna, arte e sport. Ottorino e Gianni due giganti.

Oscar “Ringo” Bonavena. El campeón eterno

Oscar Bonavena

Da Buenos Aires a Reno, una parentesi che si apre e si chiude, in mezzo un destino che significa ring, sudore e una vita da irregolare. Peso massimo con i pugni e nell’anima, Oscar Bonavena si scontra con i più grandi, si fa beffa del buon senso e si fa fermare solo da una pallottola.

Georgi Asparuhov. Gundi per tutti e per sempre

Georgi Asparuhov

All’inizio del terzo millennio, addetti ai lavori e tifosi si trovarono concordi. In Bulgaria il più grande giocatore di tutti i tempi è Georgi Asparuhov. Con il fuoriclasse Hristo Stoichvov, carisma e trofei a non finire, solo al secondo posto. Chi ricorda Asparuhov ed il suo grande amico, Nikola Kotkov, sa perché questo verdetto non ha niente, ma proprio niente, di sorprendente.

Perù. Una storia da mondiale

Perù Cubillas

Brasile 5, Argentina 3, Uruguay 2. Dieci mondiali di calcio. È dura in Sudamerica per tutte le altre selezioni. Il Perù non è mai andato oltre il quarto di finale. Eppure vanta un record tutto suo.

Walter Chiari. I pugni di un eterno ragazzo

Walter Chiari

Cento anni compiuti da poco, ma a guardare anche adesso quel viso da eterno ragazzo cento anni sembrano solo un morso alla vita. Oppure un pugno, uno dei suoi, quelli del suo sport preferito, lo sport dell’anima che si è sempre portato dentro: la boxe. Pugni e amori, commedia e spettacolo, la sua vita e anche un po’ la nostra.

Il Gioco del Pozzo in un giorno di rugby

Gioco del Pozzo

Una scoperta e me ne dispiace. Mi spiace per il ritardo perché adesso ho capito quanto mi sono perso. Un caso, un giorno all’Olimpico per il rugby di Italia e Scozia. Il Gioco del Pozzo l’ho scoperto così.

Coppa Rimet. Novanta anni dopo

Coppa Rimet 1934

La prima volta in Europa per la Coppa del Mondo tenacemente voluta da Jules Rimet. Una prima volta nostra, che la organizziamo e la vinciamo anche. Merito di tutti, merito di tanti, merito suo, di Vittorio Pozzo, l’alpino allenatore, l’unico che la vincerà per due volte. La grande storia del nostro calcio nazionale, inizia così.

Ribot l’invincibile

Ribot

Ribelle quando passeggia, saggio, esemplare quando galoppa con il muso proteso in avanti e la falcata lunga e leggera, adora le carezze ed il suono della voce. È un cavallo sereno, solo la noia di trotterellare lo indispone perché lui è nato per galoppare. Lui è Ribot, l’invincibile.

Varenne il Magnifico

Varenne

“Magnifique! Volo irresistibile, festa italiana. Storico trionfo di Varenne a Parigi”. Era il 28 gennaio 2001. Non si può correre dietro al ricordo, non si può raccontare Varenne, non ci sono le parole. Bello, eterno, invincibile? No, ancora troppo poco

Ivan Francescato. Sembra ieri

Ivan Francescato

Catch me if you can. Ora prenderti è davvero impossibile. Hai combattuto il destino, pensavamo bastasse una finta delle tue, il cambio di passo, di direzione, puntare e sgusciare. Hai poggiato l’ovale a terra, senza avvisare, venticinque anni fa e sembra ieri. Ivan Francescato. Indiano, zingaro, selvaggio. Unico. 

Italia – Ungheria. Dalla disfatta del ’24 al riscatto del ’38

Azzurri Budapest 1924

Quattordici anni. Una storia che inizia nel 1924 quando i danubiani sono maestri veri e noi ci stiamo inventando. Una storia che inizia male: il 6 aprile del ’24 a Budapest perdiamo 7 a 1. Non accadrà mai più. Una storia che finisce bene: a Parigi, il 19 giugno del ’38, quando battiamo l’Ungheria e ci portiamo a casa il secondo Mondiale. È l’Italia di Vittorio Pozzo, l’allenatore più vincente e più dimenticato della nostra Nazionale

Gipo Viani e Nereo Rocco. Italians do it better

Gipo Viani Nereo Rocco

Difesa, libero, catenaccio, gioco all’italiana. Definizioni che ci siamo tatuate addosso, una seconda pelle che abbiamo portato in giro sui campi di tutto il mondo, provocando fastidio e malcelata invidia, sberleffi e risultati, tirando fuori il nostro intrinseco carattere e talvolta anche sangue dalle rape.

Il calcio di Natale

Calcio di Natale

Il calcio è festa. Il calcio e le feste. La nostra serie A e il Santo Natale, incontri rari e per questo preziosi.

Giovanni Raicevich. Lotta e vittoria

Giovanni Raicevich

Lotta e vittoria, iperbole e tragedia, sfide e rincorse, partenze e ritorni. La storia che sembra impossibile non conoscere, o peggio aver dimenticato. La storia di Giovanni Raicevich, lottatore. Semplicemente, il più forte di tutti.

DDR. L’inno oltre il Muro

DDR

Boomers di tutto il mondo unitevi! Hey Jude, don’t make it bad cantano i quattro di Liverpool, ma è nella piscina olimpica Francisco Marquez di Città del Messico dove risuona la musica più iconica di questo momento di ebollizione sociale e culturale. Sarà la colonna sonora per un ventennio. 

Reinhold Messner. Uomini, record e montagne

reinhold messner

Quando uomini e montagne s’incontrano grandi cose accadono. Ottomila per quattordici non è una moltiplicazione e il risultato non è un calcolo matematico. Ottomila per quattordici è un’opera d’arte. L’opera d’arte di Reinhold Messner.

Albert Spalding. Il Gran Tour del Baseball

Spalding

Spalding, un nome che dice tutto. Anzi, quasi tutto. Non dice del Grand Tour del baseball voluto da Albert Spalding, prima giocatore, poi presidente e co-proprietario dei Chicago White Stockings (ora Cubs). Non dice dell’incredibile viaggio che tra il 1888 e il 1889 portò il Chicago e l’All American Team a giocare in tutto il mondo. Un’avventura sportiva che guardava già al futuro, ma soprattutto una grande impresa romantica

Abdon Pamich. 90 anni da campione

Abdon Pamich

Abdon Pamich, una leggenda in marcia. Da sempre. Da quando aveva 13 anni costretto a marciare per lasciare Fiume, lasciata di gambe, mai di cuore. Una vita sportiva ineguagliata, una vita da testimone che si porta dentro. Novanta anni lo scorso 3 ottobre. Auguri e tanta strada, Abdon. 

Nord Corea ’66

Nord Corea '66

Non sono marziani, eppure non sanno chi sono i Beatles. Non sono marziani, eppure occhi spalancati li accolgono a Lime Station nel cuore di Liverpool. Sono coreani del nord. Sono qui per giocarsi un posto tra le prime quattro del Mondo.

Giana Erminio. Calcio e grande storia

Nel calcio dei record, c’è una società di Lega Pro che porta il nome di un soldato diciannovenne. Erminio Giana è un caduto di guerra. Uno dei 651.000 militari italiani, i nostri nonni e bisnonni. Amava la Patria e il calcio, in due parole la vita. Non ha smesso di correre, né di giocare, né di sognare. 

Luigi Minchillo. Lacrime, sudore, pioggia e onore

Luigi Minchillo

“Cosa sono, lacrime?”. “Ma stai scherzando, è sudore. E poi fuori piove ed è buio pesto”. “Come quella notte a Detroit, allora. La volta buona per raccontare come andò. Vai.”. “Vado”.

Enrico Brusoni. L’oro sparito di Parigi

Enrico Brusoni

Parigi 1900, Velodromo di Vincennes. Enrico Brusoni è una delle nostre prime medaglie olimpiche, la prima d’oro nel ciclismo. Enrico vince e lo sa, ma misteriosamente l’albo d’oro non lo dice e nessuno sa perché. Eppure ci sono i risultati, i testimoni, ma servono cento anni e un ricercatore affamato di verità per restituire a Enrico Brusoni il suo. Perché l’importante è partecipare, ma chi vince – se vince pulito – non va mai offeso. Né dimenticato.

Valerio Bacigalupo. Le mani del Grande Torino

Valerio Bacigalupo

Non si racconterà mai abbastanza delle gesta del Grande Torino. Giocatori, tecnici e dirigenti accompagnati, nell’ultimo viaggio, da giornalisti ed equipaggio di un aereo con destinazione paradiso. Qui ricordiamo Valerio Bacigalupo, le sue mani forti e una foto che dice tutto.

Eiger. Parete nord

Eiger

Cos’è una parete di ghiaccio o di roccia? Non si sa, cambia ogni giorno, ogni ora. La parete nord dell’Eiger è un enigma. Si può provare a risolverlo e ci provano i migliori, i più temerari, i più coraggiosi. È qui che l’alpinismo diventa altro da sé restando sé stesso.