Chissà quanti milanesi quel giorno del 1934, dopo aver regolarmente esercitato il diritto di voto, si incamminano verso San Siro dove la nazionale italiana gioca la sua prima partita verso la Coppa Rimet? Le tribune sono gremite, lo confermano le immagini Luce, si contano ventimila spettatori con una buona presenza femminile. Le donne sono escluse dal voto, ma si fanno sentire tifando rumorosamente per i nostri ragazzi d’azzurro vestiti. L’atmosfera è elettricamente genuina, i nostri avversari in maglia bianca alla salve di applausi rispondono con il saluto che è il nostro, noi abbiamo ben quattro esordienti: Ceresoli tra i pali, Montesanto del Bologna, il laziale Fantoni II ed il ventiduenne triestino Nereo Rocco, non ancora Paron.
Italia v Grecia 4-0
Non c’eravamo a Montevideo per la prima edizione della Coppa Rimet ’30, stavolta ci siamo e ci siamo con le carte in piena regola. Siamo noi gli organizzatori, lo ha deciso la FIFA nell’assemblea dell’ottobre di due anni prima, il trionfo nella Coppa Internazionale 1927-’30 ci ha dato visibilità e credibilità. Una lettura incerta del regolamento ci costringe però a passare per una doppia sfida di qualificazione. Con noi altre 20 squadre per 12 posti complessivi. Ci tocca la Grecia. Gli azzurri di Vittorio Pozzo sono forti, ma la sconfitta di febbraio a Torino contro la ancor più forte Austria (2-4) pone qualche punto interrogativo a tre mesi dal torneo. L’Italia parte bene, all’attacco come giusto, crea occasioni a ripetizione ma trova il portiere ellenico in giornata di grazia. Ha coraggio, si butta sui piedi dell’avversario, blocca il pallone e rilancia pronto. Si chiama Achilleas Grammatikopoulos e sembra avere gli dei dalla sua parte. Pozzo chiede pazienza, si aggiusta il cappello e sa che deve solo arrivare il momento buono. Abbiamo tante frecce, il pubblico incita i magnifici quattro dell’Ambrosiana – Ceresoli, Allemandi, Serantoni e soprattutto Meazza già Balilla per tutti -, ma la sblocca il meno conosciuto brasiliano della Lazio, Anfilogino (in verità, Amphiloquio) Guarisi alla sua quinta presenza in maglia azzurra (dopo le quattro in verdeoro). È il minuto 40 e comincia un’altra partita. La Grecia non ha le soluzioni, può solo allontanare la palla il più possibile ed oramai serve a limitare i danni, non a ribaltare la situazione. L’Italia straripa: Meazza due volte e lo juventino Giovanni Ferrari (da inizio ripresa per Rocco) sigillano il 4-0 finale. Il direttore di gara, l’elvetico Mercer, già protagonista contro gli austriaci e che ritroveremo più avanti, concede ai greci l’opportunità di ridurre il margine con un calcio di rigore nel finale, ma Ceresoli dice no. Imbattuto il bergamasco al suo primo gettone in nazionale e con un calcio di rigore sventato, mica male!
La storia siamo noi
Qualificazione in frigo, al punto che i greci decidono di rinunciare al secondo confronto previsto a casa loro. A noi una partita in più per oliare qualche meccanismo e dare spazio alle seconde linee avrebbe fatto gran comodo, ma la richiesta è comprensibile, non si naviga nell’oro e la federazione ellenica pensa ai soldi che non ha. Analoga decisione, in altri gironi, prendono estoni, lituani e bulgari. Anche Francia e Germania, una volta assicurata la qualificazione, decidono di cancellare il loro confronto. Ci sta insomma, eppure ancora oggi c’è chi si ingegna a trovare chissà quale losca manovra di regime dietro al forfait greco. Due mesi dopo lo Stadio Nazionale di Roma ospita la prima partita della nostra prima fase finale, nessun’altra partita ufficiale di preparazione è stata disputata dopo San Siro. Ciononostante l’undici di mister Pozzo presenta alcune significative novità. Combi subentra a Ceresoli, Rosetta torna con la sua fascia da capitano (presenza numero 52), Allemandi, Monti, Guarisi e Meazza confermati, nuovi innesti Pizziolo, Bertolini, Schiavio ed Orsi. Ferrari, infine, è nell’undici iniziale. È una formazione molto più collaudata, giusta per la manifestazione, nel suo cammino trionfale ritroverà due altre colonne, Monzeglio e Guaita, con l’innesto decisivo dell’eroe locale Ferraris IV per far quadrare il cerchio perfetto che da Roma (7-1 agli USA) tornerà a Roma (2-1 Cecoslovacchia) passando per Firenze (Spagna 1-1 e 1-0) e Milano (Austria 1-0).
La storia infinita iniziata la Domenica delle Palme del 1934
Italia: Ceresoli, Monzeglio, Allemandi, Montesanto, Monti, Fantoni II, Guarisi, Serantoni, Meazza, Rocco (Ferrari G 46′), Guaita. Allenatore: Pozzo.
Grecia: Grammatikopulos, Crissafopulos, Cruantis, Chelmis, Danelian, Vikelidis, Mijachis, Angelachis, Vazos, Baltassis, Adrianopulos. Allenatore: Nikolaidis.
Reti: Guarisi 40′, Meazza 44′ e 71′, Ferrari G 69′