Il terapista

Figura di campo,di bordo campo o di spogliatoio. Difficile dare al terapista una posizione univoca nel panorama calcistico. Certo è che dal terapista tutti si aspettavano miracoli, anche quando nei campi di periferia come era il Moscarelli, il terapista aveva a disposizione solo mani, spugna e un secchio di ferro. La cosa straordinaria è che spesso, i miracoli, il terapista li faceva veramente.
Quando Martín Palermo sbagliò tre rigori in una partita

Nel 1999, durante un Argentina-Colombia della Copa America svoltasi in Paraguay, il centravanti albiceleste Martín Palermo sbagliò ben tre calci di rigore. È un record negativo ancora imbattuto.
Orgoglio Romano. Tifo, amore e passione

Questa è la storia di un gruppo di tifosi, amici e fratelli. La storia di un amore e di una passione infinita che ci ha fatto dedicare tempo, testa e cuore alla nostra Roma. Una storia che inizia il 26 gennaio 1996, il giorno del battesimo di Orgoglio Romano.
Stoppala Nello! Ferma ‘sta palla…

Una vita di campo, una vita intera con emozioni, volti e ricordi che si affastellano, si sovrappongono e a volte si confondono l’uno con l’altro. Una vita che ad un certo punto ti dice sottovoce che sarebbe ora di lasciarlo in pace quel campo. Ci pensi, poi prendi il borsone, esci di casa e ti ritrovi in strada ad affrettare il passo. Potresti farla a occhi chiusi la strada verso il Moscarelli. Il campo è lì da una vita. La tua.
Statuto Football Club. Un inno al vero calcio

L’old football, la nostalgia del calcio popolare, di una passione incontaminata e del rito domenicale tra stadio e radioline. Gli Statuto, storico gruppo torinese, con “Football Club” cantano il calcio delle emozioni riproponendo nel proprio stile otto canzoni iconiche che, di quel calcio, sono state e sono ancora colonna sonora. Il motivo ce lo racconta la voce del gruppo, Oscar “oSKAr” Giammarinaro
Quella domenica a San Siro. La prima

Una domenica del ’62, un primo aprile, la prima volta che non è mai uno scherzo. Poi la domenica successiva, sempre a San Siro, due partite in casa, due vittorie e uno scudetto annunciato. Il mio Milan e la mia passione.
Roma-Inter. Una partita e le sue tante storie

Roma-Inter in una domenica di ottobre. Mentre scorrono le immagini, la memoria mi riporta alla stessa partita, ma di altri tempi, di altre domeniche, di altri volti e altri episodi. Come quello dell’invasione di campo del 17 dicembre ’72 o a quello di Francesco Totti espulso dopo il calcione a Mario Balotelli e ancora a quello, per me doloroso, dello striscione CUCS buttato nel fossato. Altri tempi, altre partite.
Rebibbia story

Ci ricorda Madre Teresa: “Ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse all’oceano mancherebbe qualcosa”. A Roma, nel carcere romano di Rebibbia sez. femminile, ragazze e ragazzi si sono incontrati per giocare a calcio. Correndo e sudando. Sudando gocce.
Ultima Giornata. Il docufilm

Montespaccato Calcio, stagione 2022/2023, squadra Under 19. La grande attesa, il momento del punto a capo e del tirare le somme di una stagione. L’ultima giornata di campionato non ha i due tempi classici del calcio, ma ne ha uno tutto suo, simbolico, archetipo di una vita intera. Un tempo unico che diventa una pagina emotiva da leggere e rileggere. Il segreto svelato, però, è che le ultime giornate non finiscono mai.
Bartoletti forever

Colto, elegante nei tempi e nei modi, mai una parola fuori luogo, esempio di signorilità umana e giornalistica, Marino Bartoletti è simbolo di un calcio raccontato e di una televisione che non ci rassegniamo a veder sparire sotto l’onda lunga e invadente della trash-tv quotidiana.
Quando la Roma non gioca…

Giorni strani quelli senza le partite di campionato. Certo, gioca la Nazionale, ma a me non basta. Sono quelli i giorni in cui più di altri mi ritrovo a sfogliare vecchie riviste e giornali custoditi con cura, a rivedere foto e a rileggere articoli. Un tuffo nel tempo, un assalto alla memoria di quello che sembrava tutto finito, ma che invece è vivo e adrenalico più che mai.
Quando Cané era meglio di Didì, Vavà e Pelè…

In un calcio mitico, lontano anni luce da quello di oggi, si consumò l’epopea di Cané, ala brasiliana che infiammò la tifoseria napoletana fino a meritarsi un coro geniale in cui una sua parte anatomica era considerata meglio dei più grandi giocatori verdeoro dell’epoca.
Giovanni Raboni. Quando il calcio diventa poesia

Tifo, passione, vita di campo, di spalti e gradinate, paradigna universale, il calcio può essere anche poesia. Di più, anche l’immaginifica zona Cesarini può diventare poesia. Giovanni Raboni, poeta, innamorato del calcio e dell’Inter, lo sapeva bene
Il Tredici perduto

L’Italia del Totocalcio, quella del Tredici sognato per cambiare vita, quella delle serate con gli amici, stretti in cucina o affollati intorno a un tavolino del bar a tirare giù numeri e previsioni. Cinquanta anni di vita italiana, caciarona e anche un po’ sbruffona, ma capace ancora di inseguire un sogno.
Felice Levratto. Lo sfondareti

Uno dei più grandi attaccanti del calcio italiano. Sinistro micidiale tra storia e leggenda. Felice Levratto, campione diviso tra chi ne ha raccontato le gesta e chi pagherebbe per vederlo in azione. Era davvero così forte? Probabilmente, anzi sicuramente, di più. Era il centrattacco.
Luciano Bianciardi. Il fuorigioco mi sta antipatico

Luciano Bianciardi, con il suo sguardo profondo sulla società e sul costume, non poteva fare a meno di guardare anche al calcio. Naturalmente non poteva fare neanche a meno di guardarlo come metafora assoluta. Nel 1970 la sua rubrica su Il Guerin Sportivo buca con uno squarcio il conformismo e, parlando di calcio, parla del mondo. Faceva bene leggerla al tempo, fa bene leggerne anche adesso.
L’infortunio che non c’era

Altri tempi, altri campi. Quelli di periferia con il fango incrostato, ma anche quelli verdi dei campioni. Ti facevi male? Se ce la facevi andavi all’ala a passeggiare, altrimenti uscivi e non ti sostituiva nessuno. L’infortunio non esisteva, o meglio, ne esisteva solo uno, temuto e terribile: l’autogoal.
Andrea Mingardi. Ràgaz rossoblù

Andrea Mingardi contiene moltitudini, è un romanzo in continuo movimento e come la sua musica ha la capacità di passare dal jazz al rock sino alla musica d’autore, passando per il blues e nel mezzo scrivere per i più grandi artisti della musica italiana, Andrea ha cuore vivo e radicato nella sua Bologna, nella sfera di cuoio e nella maglia rossoblù.
Durante. Il portiere pittore

L’arte della manutenzione della porta. Guardiani di una fede fatta di pali quadrati. Zamora, Yashin, Albertosi, Preud’Homme, el Dibu Martinez. Artisti. A mani nude poi con i guanti, pomate e spray. Ed infine ci sono una manciata di artisti veri, portieri pittori. Domenico Maria, qualcuno dice Luigi, Durante: la sua storia di calcioni e pennello (Murazzano, 17 dicembre 1879 – Canale, 21 ottobre 1944)
Orazione funebre per il gol fantasma

Shakespeare, Cesare, Marco Antonio. L’Orazione funebre è poesia altissima, vetta da cui guardare oltre il mondo conosciuto, ma anche verso un campo dove 22 uomini si affannano dietro un pallone. Dicono sia un gioco e può anche darsi che sia solo questo. Di certo è un gioco che noi romanticamente amiamo proprio per quegli errori che lo fanno essere come noi. Umano.
Bruno Pace. Un Gian Burrasca prestato al calcio

Calciatore e allenatore, Bruno Pace è stato un eterno emergente, ma anche un eterno ragazzo. Pallone, cuore e scherzi, così l’ho conosciuto io e così lo ricordiamo in tanti. Con affetto, perché nessuno lascia segni profondi come gli eterni emergenti
Conti, Giannini, Di Bartolomei. Il saluto dell’Olimpico

Altre partite, altre serate. L’Olimpico fasciato di giallorosso per salutare i campioni che abbiamo e che ci hanno amato. Bruno Conti prima, Capitan Giannini dopo e poi la vita di Ago messa in scena per farci battere ancora il cuore. E ancora una volta quei biglietti conservati con cura, mi raccontano tutto.
Naranjito. L’indimenticabile mascotte di España ‘82

Indimenticabile icona del Mundial spagnolo, come i goal di Pablito e la pipa di Bearzot, Naranjito è ancora oggi una delle più amate tra le mascotte di manifestazioni sportive. Anzi, diventata un riconoscibile simbolo dei tanto agognati anni ’80, il calciatore a forma d’arancia ha trovato ultimamente nuova vita come fenomeno di merchandising.
Don Paolo Rossi e il calcio a Cecafumo

Cecafumo. Di questa zona incastonata nell’asse tuscolano di quella che era una volta periferia romana ho già scritto, ma non ho detto tutto. Non ho detto di Don Paolo Rossi e di come iniziò a farci giocare a pallone. Questa è la sua – e la nostra – storia.
Maradona. “La prossima volta lo faccio…”

Nel 1980, a Wembley, Inghilterra e Argentina si sfidarono in amichevole. Al 20’ il diciannovenne Diego Maradona tentò una giocata pazzesca, che tuttavia terminò di un soffio a lato. Furono le prove generali per il gol del secolo di Mexico ’86.
Il botteghino. L’altare smarrito del calcio

Sole, pioggia, freddo, le file di prima mattina e quelle dell’ultimo minuto, la frenesia, la paura di arrivare e non trovare più nulla. Il botteghino è un altare smarrito del tifo e del calcio, proprio come quei biglietti che al tempo trattavamo come fossero un’ostia consacrata e che dopo molti di noi hanno conservato con la cura di una reliquia.
Vìctor Hugo Morales. Il poeta del calcio

“Il gol del secolo è la celebrazione del Dio del calcio”. Parole che rimangono sospese nel tempo, che segnano un prima e un dopo quel 22 giugno 1986 e che hanno consegnato all’epica Maradona e il suo gol del secolo. Parole che solo un poeta del calcio come Vìctor Hugo Morales poteva dire.
Georgi Asparuhov. Gundi per tutti e per sempre

All’inizio del terzo millennio, addetti ai lavori e tifosi si trovarono concordi. In Bulgaria il più grande giocatore di tutti i tempi è Georgi Asparuhov. Con il fuoriclasse Hristo Stoichvov, carisma e trofei a non finire, solo al secondo posto. Chi ricorda Asparuhov ed il suo grande amico, Nikola Kotkov, sa perché questo verdetto non ha niente, ma proprio niente, di sorprendente.
Giovanni Improta, il Baronetto tra calcio e musica

Uomo raffinato come il suo talento, centrocampista d’altri tempi, esteta e fine conoscitore di calcio, Baronetto per investitura di Posillipo e di un signore del calcio raccontato come Antonio Ghirelli, Giovanni Improta, con quel sangue azzurro che gli scorre nelle vene, di Napoli è figlio prediletto.
Nottingham Forest. Trionfi, oblio e ritorno

Nottingham Forest, l’avventura del calcio, paladini dell’altro ieri protagonisti del miracolo delle due Coppe dei Campioni come Brian Clough, Tony Woodcock e Trevor Francis, poi l’oblio che sembrava non voler finire mai e infine il ritorno con i paladini di ieri come Brice Samba. Il calcio che ci emoziona è fatto così.
Oronzo Pugliese. Il vero allenatore nel pallone

Tutti amiamo e conosciamo a memoria il film, girato quasi quarant’anni fa, in cui Lino Banfi interpreta l’iconico allenatore Oronzo Canà. Ma non tutti conoscono o ricordano Oronzo Pugliese, l’allenatore realmente esistito a cui l’attore si ispirò per creare il suo memorabile personaggio.
Pelé. Quel giorno all’Olimpico

Io c’ero quel giorno all’Olimpico. Erano i primi anni sessanta, se poi fosse Roma-Santos del ’60, del ’61 o del ’63, lasciatemi il dubbio della memoria. Però io c’ero e Pelé l’ho visto veramente giocare. L’ho visto e lui sì che me lo ricordo come fosse ieri.
Perù. Una storia da mondiale

Brasile 5, Argentina 3, Uruguay 2. Dieci mondiali di calcio. È dura in Sudamerica per tutte le altre selezioni. Il Perù non è mai andato oltre il quarto di finale. Eppure vanta un record tutto suo.
Derek Dougan. L’amico di George Best ossessionato dal rock psichedelico

L’arguto baffetto di Derek Dougan, amabile ribelle di un calcio di periferia, ci ricorda le origini operaie e sociali del football. Anni andati, di uno sport che si divideva tra passione e voglia di evadere. Derek, bomber, stile irlandese e amico di un genio assoluto come Best, fu girovago del calcio, ma talvolta a fregarlo fu la sua immensa ossessione per il psychedelic-rock. A ricordarlo, i lupi gialli delle “Wolves” e soprattutto il misterioso singolo “A Goal for Dougie”.
Jürgen Sparwasser. Quando la Germania Est scrisse la sua storia

Estate 1974. Un altro mondo, sicuramente un altro calcio. La Germania Ovest ospita la Coppa del Mondo e il 22 giugno, ad Amburgo, in campo si parla solo tedesco. La Germania Est non ha una grande storia calcistica, ma la sua storia la scrive proprio quel giorno. Protagonista assoluto Jürgen Sparwasser.
Calcio in TV. La prima volta della Nazionale

Il 24 gennaio 1954, dopo sole tre settimane dall’inizio ufficiale delle trasmissioni in Italia, l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (Eiar), appena diventato Rai (Radiotelevisione italiana), trasmette la sua prima partita della Nazionale: Italia-Egitto 5-1.