Ci son partite di calcio che hanno una specifica identità, in gergo giornalistico sportivo sono definite “partite di cartello” perché non saranno mai partite come le altre. Una di queste è il derby capitolino del quale sono state scritte fiumi di parole, pensieri, opinioni. Del derby capitolino sappiamo tutto e di più, almeno noi che viviamo nella capitale, lo viviamo trecentosessantacinque giorni l’anno. Parlo invece di un’altra partita, con un’altra squadra che contro la Roma ha avuto sempre un ruolo di acerrima avversaria: la juventus (il minuscolo mi è di dovere, almeno per me, in grande amicizia…).
Roma-Juventus-Roma
Nel libro dei ricordi ci sono tantissime foto che ricordano questa partita, in casa e fuori. Non voglio per nulla ricordare la solita trama che ha per titolo “Il gol di Turone era bono”, non serve più, anzi logora tutto quello che di buono c’è stato dopo. La storia invece ci riserva alcune belle partite dove anche il pubblico è sceso in campo. Una su tutte, quella della splendida coreografia che ha visto lo stadio Olimpico incartato da tantissime fasce giallorosse alternate e con un Presidente, Dino Viola, in piedi a godersi lo spettacolo. Una magica coreografia come magico è stato il risultato, tre a zero per la Roma e tutti a casa. Per essere onesto con me stesso e con chi legge, ricordo anche il due a uno per i bianconeri, sempre all’olimpico nell’anno dello scudetto ‘82/’83, con quei piatti di plastica sventolati da un’intera tifoseria, il goal di Falcao e il morso del cane poliziotto a Brio, giocatore bravo quanto odioso. Chiedetelo a Bomber Pruzzo. Nella confusione dei ricordi c’è anche quel particolare striscione apparso sugli spalti in una partita di Coppa Italia, gol di Agostino Di Bartolomei su rigore.
Maggio 2001
Quello che invece ricordo con orgoglio, risale all’anno 2001, il 6 maggio, per essere precisi. Giocata a Torino, la partita è stata una delle battaglie calcistiche più significanti della storia giallorossa. Ebbene quella volta, come tante altre, ero presente allo Stadio delle Alpi con tanto di striscione del gruppo Orgoglio Romano. Partiti da Roma molto presto la mattina con un pulmino di otto posti preso a noleggio, senza alcuna fretta ci avvicinammo alla città dei gianduiotti, facendo ripetute tappe, una passeggiata per così dire, anche se l’adrenalina saliva di chilometro in chilometro. Arrivati al casello dell’autostrada, per stare tranquilli, abbiamo chiesto informazioni a una volante delle forze dell’ordine ferma in attesa dell’arrivo della tifoseria giallorossa. Uno dei poliziotti mi consigliò di togliermi una felpa che dava nell’occhio per i suoi colori. Giammai! Ancora oggi conservo gelosamente, la scritta sul petto non ha nessun particolare riferimento, ma i colori, quelli sì!
Torino
La solita routine di rito per poi proseguire come da indicazione avuta. Forse (forse?…) non avevamo compreso bene quale tragitto dovevamo fare per arrivare tranquilli allo stadio, fatto sta che a un semaforo, siamo stati attaccati da un gruppo di tifosi che, grazie anche all’abilità del conducente del nostro pulmino, ci hanno solo sfiorato la carrozzeria con un bastone, o mazza da baseball, non so, comunque scontro evitato.
Una volta arrivati al parcheggio ospiti, finalmente, abbiamo smaltito tutta l’adrenalina che avevamo accumulato in quei pochi attimi di tensione. In quell’area destinata ai romanisti, abbiamo scambiato saluti con altri giunti prima di noi, qualcuno non se l’era vista bene, purtroppo. Ricordo bene, come se fosse oggi, che alcuni ragazzi, spavaldi e decisamente poco accorti, con tanto di sciarpa bianconera al collo si erano avvicinati forse per creare una sorta di sommossa, prontamente evitata da alcuni agenti delle forze dell’ordine presenti e veloci nell’intervenire.
Al Delle Alpi
Il tempo passava veloce, era arrivato il momento di entrare, la fila dei Romanisti era diventata un serpentone ingestibile al punto tale che molti, compreso il sottoscritto, sono entrati senza esibire il biglietto, rimasto integro e facente parte della mia collezione personale. Superato anche questo ostacolo, conquistato un muretto per sporgere lo striscione, iniziammo con i cori, la Roma c’è! Riguardo la partita, è ancora negli occhi di tutti quei minuti iniziali dove si stava subendo alla grande, quasi una disfatta ma…tempo al tempo, al secondo tempo. Prima Nakata, poi Vincenzo Montella hanno azzittito la tifoseria contrapposta, era l’anno giusto, era l’anno della Roma.
Maciniamo i chilometri…superiamo gli ostacoli
Il bello a conclusione di una speciale trasferta è stato quel coro ripetuto ininterrottamente per tutta la durata della sosta forzata rimanendo all’interno dello stadio ormai vuoto. Nasceva quella sera il coro mitico che inizia con: “Maciniamo chilometri…superiamo gli ostacoli…con la Roma…in fondo al cuor!” da brivido. Finiva e ricominciava, e poi finiva e poi iniziava di nuovo, senza sosta alcuna, muovendosi da un angolo all’altro della tifoseria romana…e così è stato anche durante il viaggio di ritorno!
Il resto è nostalgia.