Peter McParland. I mondiali del 1958

Attaccante nordirlandese con una carriera costellata di momenti memorabili, la sua scomparsa segna la fine di un’epoca per il calcio nordirlandese e per quanti ne ricordano le gesta atletiche e il significativo contributo all'intero panorama calcistico britannico.
 Filippo De Fazio
Peter McParland

In Italia il nome di Peter McParland potrebbe non dire molto, ma in Irlanda del Nord è un personaggio quasi leggendario. Colmiamo la lacuna: McParland fu un attaccante nordirlandese la cui carriera fu costellata di momenti memorabili, culminati nella partecipazione alla Coppa del Mondo del 1958. Ci ha lasciato il 4 maggio scorso, alla bella età di 91 anni, lasciando un’eredità indelebile, soprattutto per i suoi cinque gol che trascinarono una sorprendente Irlanda del Nord fino ai quarti di finale del mondiale svedese. Memorabile, in quella competizione, fu la sua media realizzativa di un gol a partita, impreziosita da due doppiette: una inflitta alla corazzata Germania Ovest nella fase a gironi e un’altra, decisiva, messa a segno nello spareggio per i quarti di finale contro la Cecoslovacchia. Nonostante la successiva sconfitta per 4-0 contro la Francia, in una partita segnata dalla stanchezza e dagli infortuni, McParland vide superato il suo bottino di reti solo da leggende del calibro di Pelé, Helmut Rahn e Just Fontaine, ma solo perché le loro squadre ebbero un percorso più lungo nel torneo.

Peter James McParland

Come l’Irlanda arrivò ai mondiali svedesi

Il contributo di McParland alla storica qualificazione dell’Irlanda del Nord al Mondiale del 1958 fu altrettanto cruciale, con due reti segnate durante le qualificazioni. In particolare, il suo talento fu determinante nella vittoria per 2-1 contro l’Italia a Belfast, un risultato che estromise gli azzurri e permise alla nazionale nordirlandese di partecipare per la prima volta alla fase finale di un campionato del mondo. Quell’Italia poteva contare su nomi come Schiaffino e Ghiggia, che erano stati campioni del mondo con l’Uruguay otto anni prima, e talenti nostrani come Montuori, il portiere Bugatti e il centrattacco Pivatelli. Un vero squadrone che però nulla poté contro i “Green” di McParland, che si imposero per 2-1. Jimmy Greaves, un’icona del calcio inglese, lo descrisse come uno degli esterni più pericolosi che avesse mai visto, capace di superare le difese con una velocità impressionante e un dribbling strettissimo. Non erano le sole sue armi: dotato di un tiro potentissimo, non disdegnava di cercare la porta avversaria dalla media distanza.

L’esperienza londinese all’Aston Villa

Parallelamente alle sue imprese con la nazionale (34 presenze), McParland ebbe una brillante carriera con l’Aston Villa, con cui disputò quasi 300 partite di campionato. Un altro capitolo fondamentale della sua storia calcistica fu la finale di FA Cup del 1957 contro il Manchester United. In quella partita, McParland non solo segnò entrambi i gol che diedero la vittoria per 2-1 al Villa, ma fu anche protagonista di un controverso episodio iniziale: un duro intervento sul portiere dello United, Ray Wood, che costrinse quest’ultimo a rimanere in campo infortunato per gran parte dell’incontro, in un’epoca in cui le sostituzioni non erano consentite. Nonostante le polemiche e le critiche ricevute dai tifosi del Manchester United negli anni successivi, McParland ha sempre sostenuto la natura accidentale dello scontro. Ironia della sorte, poco dopo quella finale di coppa, sei dei giocatori del Manchester United che avevano partecipato alla partita persero la vita nel tragico disastro aereo di Monaco di Baviera nel febbraio 1958. McParland partecipò commosso al funerale di uno di loro, Duncan Edwards, aiutandone a trasportare la bara.
Nato a Newry, McParland iniziò la sua carriera calcistica a 15 anni con il Dundalk FC, mettendosi in luce come un esterno sinistro rapido e prolifico. Le sue doti non passarono inosservate e, a soli 18 anni, fu acquistato dall’Aston Villa. Dopo la vittoria della FA Cup nel 1957, il Villa retrocesse in Seconda Divisione, ma i 22 gol di McParland nella stagione 1959-60 contribuirono al pronto ritorno in massima serie e alla conquista della prima Coppa di Lega della storia nel 1961, con un suo gol nella finale di ritorno.

Peter James McParland

Gli anni del declino, l’esperienza americana

La sua avventura con l’Aston Villa si concluse a metà della stagione successiva, con il trasferimento al Wolverhampton Wanderers. Non fu un’esperienza particolarmente fortunata, con soli dieci gol all’attivo. L’anno dopo, per la stagione 1963-64, firmò per il Plymouth Argyle, dove si fermò per due anni segnando 15 gol. Fu il suo ultimo club professionistico; negli anni successivi ebbe anche esperienze come giocatore-allenatore negli Stati Uniti e in Canada, dove prestò la sua esperienza e le sue capacità calcistiche al Toronto e all’Atlanta Chiefs. Concluse in gloria la sua esperienza da allenatore in Irlanda del Nord, guidando il Glentoran alla vittoria del campionato nel 1970.
Dopo il ritiro dal calcio giocato, McParland si stabilì a Bournemouth, nel Dorset, mantenendo però un forte legame con l’Aston Villa. Con la moglie Carol ebbe due figli, Paul e Nicholas. La sua scomparsa segna la fine di un’epoca per il calcio nordirlandese e per quanti ne ricordano le gesta atletiche e il significativo contributo al panorama calcistico britannico.

Peter James McParland, Newry, 25 aprile 1934 – 4 maggio 2025

Squadre di club:

1951-1952 Dundalk, 14 presenze, 2 gol
1952-1962 Aston Villa, 293 presenze, 98 gol
1962-1963 Wolverhampton Wanderers, 21 presenze, 10 gol
1963-1964 Plymouth Argyle, 38 presenze, 15 gol 1964-1966 Worcester City, 114 presenze, 37 gol
1965 Toronto Roma, presenze non registrate, 14 gol 1967-1968 Atlanta Chiefs, 54 presenze, 14 gol 1968-1971 Glentoran, 19 presenze, 10 gol Nazionale dell’Irlanda del Nord: 1954-1962, 34 presenze, 10 gol.

 

Filippo De Fazio nato a Bari nel 1966, vive in provincia di Pavia. Grande appassionato di sport segue e racconta le vicende del calcio italiano, attuali e passate. Coltiva interessi per la musica, la lettura, l’Aikido, l'arte e la buona cucina. Collabora con più testate giornalistiche e, nel luglio 2023, ha pubblicato il suo primo libro, “Un anno in Nerazzurro”, dedicato alla sua squadra del cuore.

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