Campo Patti. Sembra ieri…

Siamo nel 1970, il giorno un mercoledì 3 giugno e al Campo Patti al Tuscolano è festa grande per l'accensione del primo impianto di illuminazione.
Campo Patti

Questa volta più che le parole, credo sia meglio lasciare spazio alle immagini. Spesso come parlano loro, non parla nessuno. Quelle che vedete non sono però solo fotografie. Ognuna di queste fotografie è una piccola macchina del tempo capace di portarvi dentro una Roma che non c’è più. Purtroppo.
Al tempo il Campo Patti era uno spicchio di cuore nella periferia estrema della città e quel giorno per noi che ci giravamo intorno era un giorno di festa grande: si inaugurava l’impianto di illuminazione del campo.

Campo Patti

 

Non eravamo i soli a pensarla così

Con noi quel giovedì 3 giugno del 1971, c’erano una serie di personaggi che mai avremmo immaginato di vedere così da vicino, veri idoli della serie A e della città. Ed ecco quindi Gunnar Nordahl dare il calcio d’inizio alla partita con in campo campioni con trascorsi giallorossi come Ramon Lojacono, Alcide Ghiggia, Dino Da Costa.

Campo Patti

E poi, nel “rinfresco di periferia”, chiamiamolo così visto che era a base di formaggini della POA, Pontificia Opera Assistenza, biscotti “fidesini” e “acqua der nasone”, insieme a noi c’erano uno degli allenatori più famosi del mondo, Helenio Herrera (AccaAcca) e il Presidente dell’AS Roma Anzalone. Mangiavano e bevevano quello che c’era, ma soprattutto scherzavano con Don Paolo, il parroco che ha avuto il merito, tra i tantissimi, di portare in un ambiente veramente periferico, tra le infinite baracche dell’Acquedotto Felice, una speranza.

Helenio Herrera

 

L’arbitro da cerimonia

Ho capito poi guardando queste foto il perché gli arbitri erano chiamati Giacchette Nere. In effetti, a veder bene, più che a scendere in campo sembravano lo sposo pronto per la cerimonia. Magari non sarà proprio così, ma a ripensare a quegli anni, mi piace comunque pensarlo.

Campo Patti

Ginocchia sbucciate, pallone e Sante Messe

In alcune foto ci sono dei campi che odorano di cemento, di muri, di ginocchia sbucciate, di Santa Messa alla domenica prima della partita. Insomma non sono solo foto, ma come dicevo prima, sono un viaggio nel tempo in una Roma e in un’Italia che non esiste più.

Campo Patti

Può anche darsi che sia meglio così, ma lasciatemi dire che a me hanno fatto venire quella cosa lì, quella cosa che noi a Roma chiamiamo magone

Campo Patti

Anche questa forse è una parola sparita, una di quelle che non si usano più, inghiottite anche loro dal tempo. Non fa niente. Sono sicuro che abbiate capito di cosa sto parlando. 

 

Nello Panzini nasce a Roma l'8 agosto del 1947, oggi pensionato Telecom con "buona memoria", si diverte a raccontare lo sport di una volta ed il contesto storico nel quale si praticava. Tuttora tesserato con il Real Tuscolano nel quale, vista l'età, fa quello che può.

ARTICOLI CORRELATI

Rebibbia story

Ci ricorda Madre Teresa: “Ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse

Leggi tutto »
George. Best, pop, rock

Divo assoluto, geniale, esteta del dribbling, innamorato della vita viscerale e senza regole, George Best lascia un segno indelebile nel

Leggi tutto »