Il calcio di una volta

Una partita di bambini con le maglie dei nonni, una mostra con le fotografie in bianco e nero sfuggite al tempo. Il campo di una Parrocchia, San Policarpo al Tuscolano, per un giorno ha fatto vivere il calcio che ci piace. Non un tuffo nel passato che non dimentichiamo, ma un viaggio nel futuro al quale non vogliamo rinunciare
 Nello Panzini
Calcio San Policarpo

Sabato 31 maggio sul campo e nei locali Parrocchiali di San Policarpo, zona Appio Claudio-Cinecittà in pieno Parco degli Acquedotti e ora sito UNESCO, si è svolta una manifestazione per ricordare le pionieristiche società calcistiche che hanno operato in un quartiere allora in estrema periferia romana. Erano i primi anni 50 e le squadre che agitavano passione e sogni di tanti calciatori in erba era PGS Don Bosco, Quarto Miglio, Statuario, Ina Casa,  Aurora Tuscolana, Bettini Quadraro, Condor, Appio Claudio Calcio, Tor Prenestina Lazio, Polisportiva Quadraro Cinecittà, Cinecittà, Pro Tevere Roma.

Tempus fugit

Iniziamo la cronaca con un dato estremamente negativo: dei sei campi che allora erano a disposizione delle società, quattro sono scomparsi e i due rimasti sono in condizioni quasi al limite! Se cercate una risposta alla crisi del nostro sport nazionale fatevi prima una gita in Germani, Francia, Spagna o Inghilterra, osservate le loro strutture sportive e poi confrontatele con le nostre. Fatelo, ma evitate le lacrime, però.

calcio San Policarpo

Il futuro in campo

I ragazzi under 15 e under 13 sono scesi in campo, sia al mattino che al pomeriggio, con le divise degli stessi colori delle società che ho appena ricordato e si sono affrontati in un mini-torneo non competitivo. Il calcio d’inizio lo hanno dato Massimo Venditti e Biancolillo “Cecio” (come tutti lo conoscono), due giocatori veri. Sugli spalti a vedere lo spettacolo c’era veramente tanta gente, anzi “un sacco e un sacco” di gente. Un pubblico attento, appassionato, che seguiva i ragazzi con gli occhi e con il cuore e che con la stessa attenzione e partecipazione ha poi visitato la mostra fotografica allestita nei locali parrocchiali. Una visita dove nessuno si è vergognato di mostrare commozione e rimpianto per un calcio romantico di cui tutti sentiamo la mancanza. Molti erano “addetti ai lavori”, ex dirigenti, allenatori o presidenti, ognuno, ovviamente, con un “magone” in più degli altri.

Nello Panzini

Ragazzi da lasciar crescere

Ai ragazzi, ma soprattutto ai genitori (il vero problema del calcio minore) ho raccontato, come si vede nella foto, che mio padre o mia madre, come gli altri genitori, rarissimamente venivano a vedermi giocare perché si alzavano tutte le mattine alle sei per andare a lavorare e la domenica, per loro, era davvero il “giorno di riposo”. In quel periodo storico la metropolitana era un sogno, come lo erano anche le automobili, e allora le trasferte erano qualcosa di simile a un viaggio avventuroso di qualche ora.

Un sabato così

Insomma, sabato a San Policarpo è andato in scena “Il Calcio di una volta” davanti a tanta gente e tre generazioni di nonni, figli e nipoti, tutti con tanta curiosità e tutti con un pezzo di ricordo da conservare e raccontare. Tutti, ovviamente, l’ho detto prima e mi piace ripeterlo, con il “magone” in gola. Tutti contenti di averlo, tutti contenti di esserci.

 

 

Nello Panzini nasce a Roma l'8 agosto del 1947, oggi pensionato Telecom con "buona memoria", si diverte a raccontare lo sport di una volta ed il contesto storico nel quale si praticava. Tuttora tesserato con il Real Tuscolano nel quale, vista l'età, fa quello che può.

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