Subbuteo. Il calcio fantastico

Il trionfo italiano ai Campionati Europei di Subbuteo è notizia che si è fatta largo tra tante. Non è un caso. Il Subbuteo non è un gioco e basta. Il Subbuteo è calcio fantastico, il suo posto supera la cronaca e appartiene all’immaginario senza tempo.
Love me football. I Beatles e l’amore per il Liverpool

I Beatles, ovvero un grande fenomeno di massa globale che segna un prima e un dopo di loro. Il calcio, ovvero lo sport più popolare al mondo. In mezzo il Liverpool e l’amore per il calcio dei Fab Four.
Justin Fashanu. Il calcio mancato alla discriminazione

Justin è stato il primo calciatore professionista a dichiarare la propria omosessualità. Ma nel 1990 il calcio inglese non era pronto ad accoglierlo. Cori razzisti e omofobi da parti dei tifosi, discriminazione da parte di allenatori e compagni, perfino il fratello John prese le distanze da lui. Un uomo tormentato dai propri conflitti interiori che lo condussero a un drammatico suicidio.
Il Genoa ritornA

La serie A ritrova il Genoa. Hai presente il figliol prodigo? La festa più grande che ci sia. La festa per chi non è mai andato via. La festa per chi vuoi vedere e lo rivedrai. Siamo tutti figli tuoi, Genoa Football & Cricket Club 1893. Bentornato!
Stefan Schwoch. Benvenuto al Sud!

Dura solo una stagione e mezza l’avventura in azzurro di Stefan Schwoch, altoatesino dal cuore partenopeo, che fu il leader carismatico di un Napoli in grande disarmo. La storia del forte centravanti, per sua stessa ammissione, ricorda molto da vicino il fortunato film “Benvenuti al Sud” diretto da Luca Miniero nel 2010 e interpretato da Alessandro Siani e Claudio Bisio.
Jacob Miller. Il cerchio della vita, tra reggae, calcio e fatalità

Sport, cuore, fratellanza. Jacob Miller e Bob Marley. Jamaica, perla del caribe, reggae, ruggiti dell’anima e calci a un pallone di cuoio duro. Occhi chiusi per sognare, sorrisi che si allargano, rabbia che non cede il passo, libertà a cui non si rinuncia. Mai. Lo sapevano loro. Lo sanno i tifosi che ancora oggi dalle curve cantano al cielo Three Little Birds & Tenement Yard. E la vita gira e tutto, prima o poi, torna al suo posto.
1934. Quella volta che il Napoli giocò ai Mondiali

Oggi siamo abituati alle squadre di calcio che indossano alternativamente tre o quattro versioni diverse delle loro maglie da gioco. Belle, bellissime, ma qualcuna anche orribile, spesso diventano cimeli da collezione da inseguire con passione. Ma ci fu un tempo in cui perfino le Nazionali avevano una sola maglia da gara. E se si confondeva con quella degli avversari, beh, allora si doveva lavorare di fantasia…
C’era una volta il pallone

Campi, spalti, regole vecchie e nuove. Tutto pensato per lui. E poi arbitri, pubblico e calciatori. Tutti intorno a lui, ambito, rincorso, calciato e rilanciato. Lui, l’indiscusso protagonista: il pallone. Ma cosa è accaduto al caro e vecchio pallone di cuoio? Come siamo caduti così in basso?
Azionariato popolare. Calcio del futuro o sguardo romantico?

La campagna di azionariato popolare lanciata dal Montespaccato Calcio, squadra di periferia romana con una storia di riscatto sociale e recupero della legalità, offre lo spunto per affinare un tema di estrema attualità. Sarà sostenibile ancora a lungo l’attuale modello di proprietà finanziaria delle squadre di calcio? L’azionariato popolare è solo una scheggia di calcio romantico, oppure è qualcosa di più? Sicuri che non possa proporre e sostenere il calcio del futuro?
Siviglia-Roma. Mancano le parole

31 maggio 2023. Nella liturgia del tifo giallorosso, la notte di UEFA Europa League alla Puskàs Arena di Budapest è già memoria lanciata nel futuro. Inutile descriverla con dovizia e virtuosismi tecnici. Il Gioco, prima di essere parole è filosofia. E quando mancano le parole, rimane l’esempio.
Roberto Baggio. L’addio che ancora emoziona

16 maggio del 2004: diciannove anni fa, Roberto Baggio univa uno stadio intero con la sua ultima partita. Dietro lo stadio, tutta l’Italia.
Luis Monti. Di calcio e di leggenda

Come lui nessuno. Centromediano senza rivali. Forza, piedi e visione del gioco. Luis Monti è stato unico e non solo perché ha giocato due finali mondiali in due nazionali diverse. Due nazionali, due cuori, quello dei padri e il suo, che diventano uno. Leggenda, sì. Luis Monti è leggenda.