Megan Rapinoe. Quando il calcio sa usare la voce

Tra le atlete di maggior talento del calcio femminile a stelle e strisce, per Megan Rapinoe è arrivato il momento di togliere gli scarpini. 127 goal in carriera, ma soprattutto un impegno da protagonista contro le discriminazioni. Una voce che continuerà ad alzare a vantaggio di tutti.
Megan Rapinoe

Megan Rapinoe è una donna gentile.
Calciatrice dall’incredibile talento, la si nota subito in campo perché corre e non si ferma più. Considerata una delle figure più influenti nel calcio femminile, Megan ha una storia lunghissima nella nazionale americana.
Una storia che oggi segna il tempo di togliere gli scarpini.

California, Irlanda e anche un po’ storia nostra

 Megan Rapinoe nasce a Redding, in California nel 1985, da una famiglia di origini irlandesi e italiane, infatti il cognome originalmente doveva essere Rapino.
La sua carriera ha inizio nell’Elk Grove Pride, squadra della Women’s Premier Soccer League (WPSL); nel 2002 la prima convocazione nella nazionale americana Under 16. Un’intera carriera a stelle e strisce, tranne un anno in Europa con la maglia dell’Olympique Lione.
Nel 2004, al Mondiale under 19 in Thailandia, segna tre reti; tra questi il secondo dei tre che gli Stati Uniti segnano in semifinale contro il Brasile piazzandosi al terzo posto.
Non mancano altri momenti iconici nella carriera della calciatrice, come nel 2019 quando nel Mondiale di Francia segna il gol del 1-0 contro i Paesi Bassi, portando la propria squadra alla vittoria. Sempre nello stesso anno è premiata con il pallone d’oro come miglior giocatrice dell’anno.
Per quanto riguarda i numeri, tra club e nazionale, sono 126 le reti che in partite ufficiali parlano di lei.

Megan Rapinoe

Non solo scarpini e goal

Megan dà qualità alla sua vita non solo in campo, ma anche impegnandosi attivamente anche per i diritti civili e contro le discriminazioni.
Appartenente lei stessa alla LGBTQIA+ community si fa voce della denuncia contro le contraddizioni e i soprusi in campo sportivo. Soprusi di ogni tipo, di genere ovviamente, ma anche economici portando avanti, tra le altre, la buona causa della paga egualitaria per le atlete, nel calcio americano ma non solo.
Proprio la battaglia contro la discriminazione economica di genere la vede in assoluta prima fila, protagonista di scontri accesi con la federazione americana sino a farsi promotrice di una class action delle calciatrici della nazionale. Una causa in cui la affiancano anche altri nomi del calcio femminile, come Alex Morgan ad esempio. Considerata la calciatrice più pagata al mondo, il suo compenso di circa 800.000 mila dollari annui è più alto di quello di Megan Rapinoe, ma ben lontano dai parametri non solo dei campioni, ma anche di mediocri colleghi uomini.

Megan Rapinoe

Oltre il campo

La vita sportiva, l’impegno contro le discriminazioni, farsi punto di riferimento per le battaglie comuni, non impediscono a Megan di avere una vita e passioni personali. Quella del cinema, ad esempio, che condivide con la sua compagna, Sue Bird, atleta di punta della WNBA e della nazionale USA di basket.
Ormai trentott’enne, Megan Rapinoe ha così deciso di concludere la sua carriera il 24 Settembre, finito lo scontro con il Sud Africa, vinto per 2-0.
Chiamata fuori dal campo al 54esimo minuto per un cambio, Megan è stata salutata dagli spettatori con un tripudio di applausi, ammirazione e affetto.  
Alla fine del torneo chiuderà ufficialmente questo capitolo della sua vita, dedicandosi a tempo pieno all’impegno di attivista.
Megan Rapinoe, ormai ex-calciatrice, ma esempio per tutti.    

Rachele Colasante nata a Roma nel 1999, da sempre incuriosita dalle storie, studia Lettere a RomaTre cercando di scrivere la sua al meglio. Ancora non sa dove la condurrà il suo percorso, ma per ora si gode il paesaggio.

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