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Gianni Rivera. 78 anni da ragazzo

Gianni Rivera, un ragazzo di 78 anni con una vita da campione. Un numero 10, un numero che spesso nel calcio fa entrare nella storia e a volte anche nella leggenda. 78 anni di cui noi raccontiamo un aneddoto strappato al tempo e praticamente sconosciuto. Un aneddoto da campione.
Gianni Rivera

Un  numero 10

Un numero 10 Gianni Rivera, un numero da predestinati, un numero che nel calcio spesso fa entrare nella storia e qualche volta nella leggenda.
Un campione Gianni Rivera, primo Pallone d’Oro italiano nel 1969, centrocampista, fantasista, rifinitore, regista, ma l’impressione è che qualunque etichetta stia un pochino stretta a lui che  al pallone dava del tu,

Dall’Oratorio al Milan

Gianni Rivera inizia a tirare calci al pallone nel più classico dei modi, al campetto dell’Oratorio Salesiano.
Nel 1956 viene preso nelle giovanili dell’Alessandria e con i Grigi, il 2 giugno 1959, esordisce in serie A non ancora sedicenne.
Il 25 ottobre in Alessandria-Sampdoria segna la sua prima rete.
Nel 1959 è acquistato in comproprietà dal Milan che, giustamente, lo lascia ancora crescere giocando con l’Alessandria

Il debutto con la maglia rossonera avviene il 18 settembre 1960.
Il Milan sarà la sua casa fino al 13 maggio 1979, quando giocherà l’ultima delle sue 501 partite in serie A.
L’annuncio del ritiro lo darà in conferenza stampa il 20 giugno.

Diciannove anni di grande calcio segnati dal fortissimo rapporto con Nereo Rocco che,  dopo qualche titubanza iniziale,  ne diventerà il vero mentore e farà di lui il Golden Boy del calcio italiano.
Gianni Rivera vince tre scudetti, quattro Coppe Italia, due Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe, una Coppa Intercontinetale, è campione d’Europa nel 1968 e argento ai Mondiali del 1970.

Gianni Rivera 78

Protagonista in campo e anche fuori, di aneddoti ed episodi sportivi su Gianni Rivera si potrebbe scrivere a iosa.
Noi, però, nel giorno del settantottesimo compleanno di una vita sportiva fuori dall’ordinario, lo vogliamo ricordare con un foto del 1964.
È una foto che non lo vede in maglietta, calzoncini e scarpini, non è scattata in campo, non lo ritrae in uno dei suoi dribbling fulminanti, in un assist, in un tiro a rete o nella gioia di un goal segnato.

La foto è del 1964 e lo ritrae in un momento di gestione della sua celebrità.
Anni d’oro quelli con il Milan campione d’Italia 1961-1962 e la Coppa dei Campioni conquistata nel 1963.
Gianni Rivera è alla Sei Giorni di Milano, classica del cliclismo che al tempo si svolgeva tra il velodromo Vigorelli e il Palazzo dello Sport della Fiera e la foto ce lo fa vedere mentre firma un autografo a un bambino.
Una scena normale per un campione giovane e famoso.

Gianfranco Tonello

Il bambino però non è un bambino qualunque; è  Gianfranco Tonello, vincitore nel 1963 della quinta edizione de Lo Zecchino d’Oro con la canzone Non lo faccio più.
Gianfranco, orfano di tutti e due i genitori, rimarrà nel Piccolo Coro dell’Antoniano fino al 1969 e non avrà una vita facile.
Morirà giovane e nel peggiore dei modi. Ha 33 anni quando il suo corpo viene ritrovato ai margini di Bologna dentro una macchina bruciata.
Prima gli hanno sparato in faccia.

Nessuno ha mai saputo perché e a nulla sono valse le indagini.
C’è solo da sperare che in quel momento in cui sembra che tutta la vita ti ripassi velocemente davanti, Gianfranco Tonello abbia sorriso ancora al campione che nel 1964 gli firmava un autografo.

 

Marco Panella, (Roma 1963) giornalista, direttore editoriale di Sportmemory, curatore di mostre e festival culturali, esperto di heritage communication. Ha pubblicato "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015), "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016) il thriller nero "Tutto in una notte" (Robin 2019) e la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021)

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