Ezio Pascutti, il talento del goal

Attaccante di grande coraggio e dal carattere polemico, Ezio Pascutti non era bello da vedere, giocava sui nervi e questo lo portava a sbagliare reti già fatte. Ma aveva un talento straordinario per segnare quelle che sembravano impossibili. E ne segnerà veramente tante
Ezio Pascutti

Friulano dal carattere fumantino, quando ha solo 17 anni Gipo Viani lo porta al Bologna e lui non si muoverà più da sotto le due torri.
Con la maglia rossoblu gioca 296 partite, dal 1954 al 1969, e soprattutto segna 130 gol, tutti su azione senza mai battere un rigore.
Comincia a segnare già all’esordio in serie A, il 1° gennaio del 1956 in un Vicenza-Bologna. I rossoblu vincono 3 a 2 e il secondo gol del non ancora diciannovenne Ezio Pascutti annuncia il talento del goal che diventerà dopo.

Pascutti e Bulgarelli
(Ezio Pascutti in allenamento con Giacomo Bulgarelli)

Il talento del goal

Le caratteristiche di Ezio Pascutti erano un terribile riportino per nascondere la precoce calvizie, un fisico niente di che e una tecnica non sopraffina, ma anche un fiuto del goal formidabile. Attaccante di grande coraggio e dal carattere polemico, non era bello da vedere, giocava sui nervi e questo lo portava a sbagliare reti già fatte per poi andare a realizzarne altre che sembravano impossibili.
Nella stagione 1961-62 segna per dieci giornate consecutive, un record che resterà imbattuto per 32 anni, fino al 1994 quando Battistuta riuscirà a infrangerlo con l’aiuto però di qualche rigore.

I duelli con Burnich

Tra i tanti gol realizzati, resta nella memoria, e negli archivi fotografici, quello segnato di testa contro l’Inter in tuffo a venti centimetri da terra marcato anche in volo dal suo corregionale Tarcisio Burgnich.
Nelle sfide tra nerazzurri e rossoblu di quegli anni i duelli tra i due erano tutti da vedere. Una partita nella partita.

Ezio Pascutti
(Ezio Pascutti in Nazionale)

In Nazionale

Croce e delizia dei tifosi dell’ultimo Bologna che grande fu, quello degli anni Sessanta, Ezio Pascutti era amatissimo da Edmondo Fabbri che ne fece la punta di diamante della sua nazionale, quella degli abatini Bulgarelli, Mazzola e Rivera. 17 presenze e sei gol il suo curriculum in azzurro. Non male, ma c’è un ma.

Il pugno di Mosca

Il 13 ottobre del 1963 l’Italia gioca a Mosca contro l’Unione Sovietica.
Ezio Pascutti mentre è lanciato a rete viene falciato dal terzino Dubinski. Lui reagisce e mette le mani in faccia al russo. Gli dà anche un pugno o fa solo il gesto di darglielo? La questione è tuttora insoluta.
Fatto sta che ne conseguono la sua immediata espulsione, che esce subissato dai fischi dei centomila dello stadio Lenin, e un mezzo incidente diplomatico, perché quella era la prima partita ufficiale tra Italia e Urss con tanto di delegazione di deputati italiani al seguito.
Al ritorno a casa Pascutti viene esposto al pubblico ludibrio e per anni sarà beccato in tutti gli stadi italiani come “il cattivo”.

Ezio Pascutti espulso
(1964. Ezio Pascutti espulso a Mosca)

 La vita dopo il calcio

Tartassato dagli infortuni alle ginocchia, chiude precocemente la carriera a soli 31 anni. Poi per qualche stagione fa l’allenatore nelle serie minori, ma raccoglie più squalifiche che soddisfazioni.
Diventa anche osservatore per il suo Bologna, ma il caratteraccio è sempre quello per cui finisce per rompere definitivamente i ponti con il calcio e si mette a fare l’assicuratore.

Ezio Pascutti muore il 4 gennaio del 2017 nell’indifferenza generale.

Silvano Calzini è nato e vive a Milano dove lavora nel mondo editoriale. Ama la letteratura, quella vera, Londra e lo sport in generale. Ha il vezzo di definirsi un nostalgico sportivo.

ARTICOLI CORRELATI

San Siro

San Siro Rock Star. Dove suonano le leggende

Una lacrima,un ricordo, un emozione. La musica live è legata storicamente ai luoghi. L’attimo, un fermo immagine è impresso in un abbraccio, in una canzone, al compagno che avevi vicino. E quel tempio, San Siro ne ha regalati a milioni di fans. Oggi, parlare di demolizione è come abbattere un’idea, una storia, cancellare un luogo di culto. Da esso la parola cultura. Solo per ciò che ha rappresentato, ospitato e celebrato, bisognerebbe elevarlo a “monumento della musica nazionale”. San Siro, la Scala del rock, come lo definì Mick Jagger. Oltre 130 concerti, il meglio del rock mondiale ha calcato il suo terreno di gioco. Bowie, Vasco, Marley, Stones. Quarant’anni ed oltre a suon di musica e non sentirli. Finché ce ne hai stai lì, lì nel mezzo.

Leggi tutto »

Ezio Vendrame. Una vita in fuorigioco

Ezio Vendrame è stato un irregolare, ha dedicato al sua vita al calcio, ma soprattutto l’ha dedicata a essere un uomo libero. Cosa rara ieri, forse impossibile nel calcio di plastica dei nostri giorni.

Leggi tutto »
Giuseppe Ho salesiano

L’incredibile storia del salesiano centravanti di Mao

Don Giuseppe Ho, salesiano, centravanti. Potrebbe sembrare una storia normale, ma non lo è. Questa è la storia dispersa del salesiano che negli anni della persecuzione dei cristiani in Cina diventa centravanti e capitano della Nazionale di Mao che nel 1952 gioca contro la Grande Ungheria di Puskas. Di lui abbiamo trovato una traccia che risale a metà anni ’60. Dopo solo oblio.
Se oggi potesse raccontare la sua storia, siamo sicuri che la racconterebbe così.

Leggi tutto »
campo

In campo si gioca col cuore

Il malore che ha colpito Christian Eriksen nel corso di una partita degli Europei di calcio ha richiamato l’attenzione sui possibili rischi di arresto cardiaco negli sportivi, che sono comunque minori di quelli della popolazione generale (anche se gli studi sono ancora controversi). Indiscutibile invece l’importanza, in questi casi, di effettuare rapidamente interventi medici, quali la rianimazione cardiopolmonare e l’utilizzo di defibrillatori automatizzati esterni. Spiega quanto accaduto Lorenza Pratali dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr.

Leggi tutto »

Il Napoli scudetto, liturgia di un amore

Il 10 maggio 1987 non è una data, è un monumento alla vita e alla gioia di una città che vive il suo primo scudetto come un evento corale irrefrenabile. Un evento che va oltre il tifo e che rimane impresso nella memoria di tutti per passare di bocca in bocca e di pagina in pagina ed essere raccontato al futuro. Proprio come in questa storia.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi