Hasse Jeppson. ‘O Banco e Napule
1952. Uno svedese sbarca a Napoli. Non un turista, uno dei tanti. Hasse Jeppson è un calciatore, uno che segna tanti goal. Per questo vale tanto: 105 milioni di lire dell’epoca. Un’enormità. Inizia così, tra milioni, polemiche e goal una storia sportiva e di affetto che Napoli non ha mai interrotto.
Juventus. La maglia e l’equivoco di Nottingham
125 anni fa, il primo novembre 1897, inizia una grande storia del calcio italiano. Riuniti intorno a una pachina di Corso Re Umberto, un gruppo di liceali fonda la Juventus Football Club. La maglia che conosciamo, invece, arriva qualche anno più tardi, forse per un equivoco, ma sarà la maglia del primo scudetto.
Garrincha, ma adesso che fai?
Il ragazzino di Pau Grande non avrebbe mai dovuto giocare a calcio. Fatto male, dicevano. Il ragazzino invece si è messo la palla al piede e ha stupito il mondo. Il ragazzino lo chiamavano Garrincha e così sarebbe passato alla storia del calcio. Vita, calcio, amori, alcool, dissoluzione. Garrincha è stato un’anima dannata del pallone, ma giocava da Dio ed è impossibile non volergli bene. Per questo, a noi che gliene vogliamo ancora, viene da chiedergli: “Garrincha, ma adesso che fai?”
Vujadin Boškov, oltre gli aforismi
Al di là delle citazioni che ne ricordano il tratto ironico e comunicativo, la storia della carriera dell’allenatore Vujadin Boškov racconta tanto della sua cultura del lavoro e dei successi ottenuti.
I successi non solo di un tecnico di valore, ma di una persona perbene.
Herbert Kilpin, Garibaldi e il Milan
Herbert Kilpin unisce con un filo rosso Nottingham, Milano e Garibaldi. O meglio, il filo è rosso e nero. Venuto da Nottingham per convertire le genti al gioco più bello del mondo, Herbert Kilpin ha il fuoco dentro, lo stesso fuoco sacro dell’eroe dei due mondi che a Nottingham amano tutti. Ma non solo; Herbert Kilpin cerca il momento giusto. L’appuntamento con il destino è il 16 dicembre 1899. Nasce il Milan. La maglia è rossonera, la leggenda anche.
Tom Cruise. Quando Top Gun giocava a calcio
Tom Cruise, il ragazzo eterno di Hollywood, 60 anni che sembrano 30. Top Gun nel 1986 e Top Gun anche oggi, sembra aver fatto un patto con il Tempo , capace di fermarlo a piacimento. O forse è solo una questione di passione. Proprio come quella per il calcio che non lo ha mai abbandonato.
La rabona. Una firma dai passi incrociati
Una simmetria misteriosa, spiazzante. Un gesto atletico che va oltre le regole, un gesto non per tutti, anzi, per pochissimi. Talmente pochi che quando irrompe sul campo di calcio diventa quasi sempre storia. È la rabona, più che una parola e un gesto misterioso, vera fantasia al potere. Delle gambe.
El Trinche. Maglia numero 5.
Non tutti lo conoscono, ma chi lo ha conosciuto lo ricorda bene. Soprattutto chi lo ha incrociato su un campo di calcio. Si chiama El Trinche e sa fare una cosa sola, giocare a pallone meglio di tutti. A modo suo. La lunga storia del Maradona che non è mai stato.
Paolo Sollier. Il rivoluzionario del pallone
Paolo Sollier, un anno in serie A con il Perugia e una vita passata su campi e campetti, da calciatore e da allenatore. Sempre senza perdersi, sempre pronto alle sfide in campo e fuori. Sempre pronto a chiudere il pugno e ad alzarlo in faccia a tutti.
George. Best, pop, rock
Divo assoluto, geniale, esteta del dribbling, innamorato della vita viscerale e senza regole, George Best lascia un segno indelebile nel calcio moderno e paga i suoi conti fino in fondo.
Aldair. Un marziano a Roma
Aldair, Pluto, Alda, ovvero tutti i nomi del campione. Una storia sportiva e umana che a Roma ha lasciato un segno talmente profondo, tanto da non averlo mai fatto uscire dal cuore dei tifosi.
È stato il piede di Dio
22 giugno 1986. Il piede del dio del calcio. Un’esplosione di gioia.