Search
Close this search box.

Anna Magnani. Un giorno di settembre

Anna Magnani in un giorno di settembre. Non il 26 del 1973, ma il 14 del 1952. Non il giorno della sua morte, ma un giorno di vita felice. Al Gran Premio di Formula 2 di Modena, ci piace ricordarla bellissima e spensierata.
Anna Magnani

Gli occhi, lo sguardo. Difficile fare sintesi per Anna Magnani, ma quegli occhi e quello sguardo sono ancora unici. Quegli occhi e quello sguardo sono la sua storia, una storia che non nasce affatto facile. Un padre mai conosciuto, una madre che la lascia da piccola a crescere con la nonna e le zie, una scuola che le stava stretta, le galline sulla terrazza di via San Teodoro. Una vita che trova luce seguendo le sue passioni; il canto e la recitazione. Una vita di amori contrastati, intensi perché l’intensità è l’unica cifra della sua vita, l’unico modo per tradurla. L’amore immenso per il figlio Luca, mai riconosciuto dal padre Massimo Serato che abbandonò Anna mentre era incinta. L’amore immenso per il cinema che era in fondo amore per sé stessa. Per Anna il palcoscenico, i set, non erano una vita separata, erano vita e basta e lei, la vita, l’amava visceralmente. L’amore per Roberto Rossellini, probabilmente il più grande, quello che le sarà ancora vicino negli ultimi giorni. Il grande successo, i premi, l’Oscar del ’56, la tristezza che traspariva, ma anche una vitalità irrefrenabile e il suo guardare alla vita come al giorno dopo.
Anna Magnani è ancora immensa, eppure una Roma distratta, maledettamente burocratica e incredibilmente negligente non è riuscita neanche a dedicarle una targa nei luoghi dove è nata, cresciuta e vissuta.

Un giorno spensierato

Sono passati cinquanta anni da quel 26 settembre e oggi in tanti ricordano Anna Magnani.
Lo facciamo anche noi, ma la vogliamo ricordare in un altro giorno di settembre, il 14, e in un altro anno, il 1952.
Quel giorno Anna Magnani era a Modena. O meglio, era all’Aerautodromo di Modena.
Inaugurato nel 1950, era lì che si correva il Gran Premio di Formula 2. Diciotto i piloti in corsa, dieci le scuderie e dodici i piloti al traguardo. Davanti ad Anna Magnani quel giorno correvano i più grandi. Tra loro Luigi Villoresi, che vince su Ferrari 500 F2, ma anche Alberto Ascari, che arriva terzo in tandem con Sergio Sighinolfi, e Nino Farina – il primo campione del mondo di Formula 1 nel 1950 -, ma anche Jean Behra e peccato per Mike Hawthorn che rompe nelle prove.

Una piccola storia

L’immagine che ci offre lo spunto per la storia è un fotogramma tratto da un filmato amatoriale girato da un signore di cui non sappiamo nulla, Enrico Bagni, evidentemente un appassionato di motori armato di cinepresa con la quale avrà raccontato i momenti della sua vita. La bellezza del Gran Premio piuttosto che gite, vacanze e pranzi di famiglia.
Un filmato di memoria spontanea e popolare, preziosamente recuperato e conservato dall’Archivio Nazionale dei Film di Famiglia
che ci restituisce la piccola e pressoché sconosciuta storia di una giornata spensierata di Anna Magnani.

Bellissima e spensierata

Del breve filmato abbiamo fermato un attimo, un attimo solo quello con Anna Magnani fissata in una postura dove la ritroviamo tutta. In piedi, attenta, la mano a sostenere la testa, preoccupata e appassionata. Chissà, forse preoccupata nell’istante dell’incidente di Roy Salvadori oppure per Alberto Ascari fermato ai box da un problema alla pressione dell’olio e poi ripartito condividendo la macchina con Sighinolfi. Non possiamo più saperlo.
Quello che sappiamo, però, è che in quell’espressione, in quella postura, c’è tutto quello che ci fa amare Anna Magnani.
Anna Magnani bellissima, che è certo il titolo di uno dei suoi film che apprezziamo di più, ma che è soprattutto lei.
Bellissima e spensierata in un giorno di settembre, non quello della sua morte, ma in un giorno della sua vita felice.
Cinquanta anni dopo, Anna Magnani ci piace ricordarla così.

 

Marco Panella, (Roma 1963) giornalista, direttore editoriale di Sportmemory, curatore di mostre e festival culturali, esperto di heritage communication. Ha pubblicato "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015), "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016) il thriller nero "Tutto in una notte" (Robin 2019) e la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021)

ARTICOLI CORRELATI

Centomiglia 1996 Garda

Centomiglia 1996. Una regata da ricordare

Creata dal Circolo Vela Gargnano nel 1951 la “Centomiglia”, manifestazione velica tra le più importanti, ha visto competere grandi campioni e tutti i tipi di barca. L’edizione del 1996 non fu come le altre, il vento la rese indimenticabile. Giancarlo Basile ne ha lasciata una storia emozionante e mozzafiato pubblicata sul Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche dell’agosto 2019. Il 10 gennaio scorso Giancarlo Basile ha preso il largo dopo una vita di vela e di mare. Ci piace ricordarlo facendone rivivere parole ed emozioni.

Leggi tutto »
Vog vogatore moderno

Vog. Lo sport immaginario

Se esiste uno sport immaginario, è certamente passato attraverso la vita promessa da Vog, l’indimenticabile vogatore moderno che negli anni settanta occhieggiava dalle pagine dei fumetti.

Leggi tutto »
Subbuteo

Subbuteo. Il calcio fantastico

Il trionfo italiano ai Campionati Europei di Subbuteo è notizia che si è fatta largo tra tante. Non è un caso. Il Subbuteo non è un gioco e basta. Il Subbuteo è calcio fantastico, il suo posto supera la cronaca e appartiene all’immaginario senza tempo.

Leggi tutto »
Rimpalli

Rimpalli. L’ode alla gioia di Teodoro Lorenzo

Dalle tinte autobiografiche, “Rimpalli” traccia uno spaccato dell’Italia che solo chi l’ha vissuto può fare. Partendo da un racconto personale, Teodoro Lorenzo descrive una vita passata dietro un pallone e accanto agli amici di sempre.

Leggi tutto »
la bambina più forte del mondo

La bambina più forte del mondo

Stella e la sua storia, fra fantasia e realtà. Una favola sportiva e moderna, dove si combattono i pregiudizi di genere in nome dello sport più bello di tutti: essere sé stessi. L’opera prima di Silvia Salis, ex atleta e ora vice presidente del CONI, ha una protagonista irresistibile ed è una bella sopresa.

Leggi tutto »
Enzo Ferrari

Enzo Ferrari. La filosofia del dolore

Enzo Ferrari non è una sola storia, ma tante. Questa storia entra in punta di piedi nel suo mondo più intimo e personale, quello di uomo al quale il destino ha riservato grandezza, facendogliela però scontare fino in fondo. Questa è la storia di uomo e del suo rapporto con il dolore.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi