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Derek Dougan. L’amico di George Best ossessionato dal rock psichedelico

Derek Dougan

L’arguto baffetto di Derek Dougan, amabile ribelle di un calcio di periferia, ci ricorda le origini operaie e sociali del football. Anni andati, di uno sport che si divideva tra passione e voglia di evadere. Derek, bomber, stile irlandese e amico di un genio assoluto come Best, fu girovago del calcio, ma talvolta a fregarlo fu la sua immensa ossessione per il psychedelic-rock. A ricordarlo, i lupi gialli delle “Wolves” e soprattutto il misterioso singolo “A Goal for Dougie”.

Ska-P. Il punk operaio della Republica de Vallekas

Ska-P

I Bukaneros, ultras del Rayo Vallecano sono il grido proletario ed unito di una periferia a sud-est di Madrid che tra lotte sociali ed operaie si raggruppa sotto la bandiera del Rayo Vallecano. Il loro urlo, identitario, che proprio quest’ anno compie trent’anni di onorato punk, si nutre dell’energia degli Ska-P. Zero pretese, da sempre si punta alla salvezza o al massimo al centro classifica. “Como un Rayo”, inno antifascista e contro il razzismo è un simbolo e idioma di un calcio umile e dal basso.

Il dottor Socrates. La revoluciòn, il tacco proletario e Toquinho

Dottor Socrates

Il dottore che giocava al pallone come pochi. Il dottore che era un filosofo prima ancora di essere un calciatore. Il dottore che sognava e accarezzava la rivoluzione. Già a scrivere così, il nome viene da solo: Socrates, campione a casa sua, meteora a casa nostra, indimenticabile per tutti.

Rolling Stones. L’estate Mundial del 1982

Rolling Stones

L’estate irripetibile del 1982 e un 11 luglio che nessuno ha dimenticato. Il giorno del riscatto, il giorno della Coppa del Mondo alzata al Santiago Bernabeu vincendo contro la Germania. Il giorno di un’Italia in festa. A Torino quel giorno accade però qualcosa in più; allo Stadio Comunale suonano i Rolling Stones. Chi quel giorno c’era, veramente non ha mai più dimenticato.

Napoli. L’ombelico della passione

Napoli

Napoli è una tribù pasoliniana contro le omologazioni del mondo, un parallelo di ansie, paure e rivoluzioni fuori dall’asse terrestre. Un pianeta, un mondo a latere dove tutto, cultura, arte e culto calcistico, appare per lo più inspiegabile.

Jacob Miller. Il cerchio della vita, tra reggae, calcio e fatalità

Sport, cuore, fratellanza. Jacob Miller e Bob Marley. Jamaica, perla del caribe, reggae, ruggiti dell’anima e calci a un pallone di cuoio duro. Occhi chiusi per sognare, sorrisi che si allargano, rabbia che non cede il passo, libertà a cui non si rinuncia. Mai. Lo sapevano loro. Lo sanno i tifosi che ancora oggi dalle curve cantano al cielo Three Little Birds & Tenement Yard. E la vita gira e tutto, prima o poi, torna al suo posto.

San Siro Rock Star. Dove suonano le leggende

San Siro

Una lacrima,un ricordo, un emozione. La musica live è legata storicamente ai luoghi. L’attimo, un fermo immagine è impresso in un abbraccio, in una canzone, al compagno che avevi vicino. E quel tempio, San Siro ne ha regalati a milioni di fans. Oggi, parlare di demolizione è come abbattere un’idea, una storia, cancellare un luogo di culto. Da esso la parola cultura. Solo per ciò che ha rappresentato, ospitato e celebrato, bisognerebbe elevarlo a “monumento della musica nazionale”. San Siro, la Scala del rock, come lo definì Mick Jagger. Oltre 130 concerti, il meglio del rock mondiale ha calcato il suo terreno di gioco. Bowie, Vasco, Marley, Stones. Quarant’anni ed oltre a suon di musica e non sentirli. Finché ce ne hai stai lì, lì nel mezzo.

Pink Floyd F.C. The dark side of soccer

Pink Floyd

Seconda metà anni ’60. Londra. L’altra Londra. Psichedelica, acida, onirica, visionaria oltre misura. I Pink Floyd si affacciano sulla scena per non uscirne più. Voce, chitarra, basso, batteria, tastiera: sembra una formazione classica, sarà una rivoluzione. E poi una passione inevitabile: il calcio.

I Madness tra ska-blues, Camden Town e Stamford Stadium

Madness

Un inno può segnare per sempre una generazione. Ma anche un’intera curva. L’epicentro della febbre a 90 è Camden Town. A nord di Londra, negli anni 70′, dove non c’era storia. O eri uno skineheads o un mods. Botte, risse, e quella nuova moda chiamata ska. Il calcio incrocia da sempre gli stili e le mode della società. In quel 1979 quel passo in avanti avrebbe scombussolato le placide acque del Tamigi.

Il Petisso a 45 Giri. Un tricolore viola tra gommalacca e vinili

Petisso

Bruno Pesaola, il Petisso, italiano di Argentina, in campo sempre con passione, anima, intelligenza e persino humour. Da calciatore ha lasciato goal, dribbling, discese veloci e punizioni al millimetro. Da allenatore uno scudetto alla Fiorentina e Coppe al Napoli e al Bologna. Scaramantico quanto si deve, difficilmente si separava dal suo iconico cappotto di cammello, aveva un rapporto speciale con la musica, in particolare con Peppino Gagliardi. E anche un suo 45 giri, “Settembre”, gli sarà a lungo compagno di fortuna.



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