Steven Bradbury. Campione a sorpresa

Uno dei pochissimi pattinatori sul ghiaccio australiani, Steven Bradbury diviene nel 2002 il primo atleta australiano a vincere una medaglia d’oro durante i Giochi Invernali. Ancora più famoso però è il modo in cui ci è riuscito.
Takeichi Nishi. Dalle Olimpiadi a Iwo Jima

“Lettere da Iwo Jima”, il grande lavoro cinematografico di Clint Eastwood ha quasi venti anni, ma è senza tempo. Chissà se il dialogo tra il tenente colonnello Takeichi Nishi e il prigioniero americano è realmente accaduto. Takeichi Nishi però non è solo un personaggio di celluloide, la sua vita vera è molto più di un film.
Katie Ledecky. La campionessa gentile

In un mondo che va sempre più veloce, che richiede sempre la migliore prestazione dagli atleti, c’è chi invece timidamente rimane fedele alle proprie inclinazioni: Katie Ledecky, timida campionessa.
Dimitrios Loundras. Da cucciolo olimpico a piccolo grande eroe di Atene

Simbolo della prima Olimpiade di Pierre de Coubertin con un primato destinato a rimanere eterno. La prima e unica medaglia conquistata da un bambino di 10 anni
Sirdhana. La vela mancata di Parigi 1924

La travagliata storia della mancata partecipazione dell’8 m S.I. Sirdhana alle regate olimpiche di Le Havre. Una storia di ordinaria burocrazia ricostruita con la fedeltà delle fonti originali dell’epoca dal Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale Italiana
Memorie olimpiche. Storie di campioni (e di spettatori)

In libreria una nuova opera che unisce letteratura e sport, offrendo una prospettiva unica sulle vite di campioni che hanno lasciato un segno indelebile nella storia delle Olimpiadi. Quindici storie, quindici campioni, quindici autori. Una scrittura corale che supera la cronaca e si addentra nelle emozioni.
Giuseppe Tonani. La sostenibile leggerezza dei pesi

Il bambino nasce già grande e a scuola è il più alto e robusto della classe. La vita sembra volerlo portare altrove, ma la vita è fatta anche di incontri fortunati e di sogni ed è così che il bambino diventa un campione, uno dei più grandi della pesistica italiana.
Olimpiadi. Le storie maledette

La morte sull’asfalto nella prima gara di Roma ’60, il doping di Stato che ha flagellato intere generazioni di atleti dell’Est – il più delle volte donne, spesso ancora bambine -, la strage di Settembre Nero a Monaco ’72. Storie maledette che di olimpico hanno solo il sogno spezzato.
Gabriela Andersen-Schiess. Una maratona e 5 minuti

Una foto che dice tutto, una storia che insegna tutto. 1984, Olimpiadi di Los Angeles, prima edizione femminile della maratona. Il mondo intero si ferma davanti all’impresa di Gabriela Andersen-Schiess. L’impresa dei suoi ultimi 400 metri.
Monaco ’72. Lo strano caso di Eddie Heart e “Rey”Robinson

Monaco ’72. Grande attesa per i 100 metri. Grande attesa per vedere in pista gli statunitensi primatisti del mondo Eddie Hart e “Rey”Robinson competere con il russo Borzov. Grande attesa, talmente grande da non essere mai finita. Questa è la storia della più clamorosa disattenzione olimpica.
Nerone. L’olimpionico immortale

Forziamo un po’ il racconto, ma su Nerone cè tanto e di più da dire. Su Nerone c’è da trovare altre storie per recuperare il tempo perduto a crederlo il piromane di Roma. Proprio come la sua storia olimpica, forzata un po’ forse, ma forse neanche troppo.
Paavo Nurmi. Il finlandese volante

Nato alla fine dell’800, Paavo Nurmi entra nella storia dell’atletica alle Olimpiadi di Parigi 1924 quando, in solo sei giorni, stabilisce tre record mondiali e guadagna cinque medaglie d’oro. Famoso per i suoi particolari metodi d’allenamento, sarà uno dei famosi Finlandesi Volanti degli anni ’20.
George Eyser. Il ginnasta straordinario

Una storia olimpica, una storia che racconta di un altro mondo, quello di Saint Louis del 1904 e dell’edizione olimpica forse più criticata di tutte. Eppure un motivo per ricordare ancora quei Giochi Olimpici lo abbiamo ed è un motivo straordinario. Un motivo che si chiama George Eyser
Giovanni Leone Reggio. L’oro di Kiel

Giovanni Leone Reggio è entrato a vele spiegate nella storia dello yachting italiano grazie alla superba vittoria ottenuta alle Olimpiadi del 1936 che regala alla vela italiana il primo oro olimpico. Lo ricordiamo con un’intervista che Emilio Isnaldi, appassionato scrittore di vela, ha pubblicato nel 1941 su “Motonautica, Vela e Motore”, recuperata grazie all’archivio del centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale Italiana
DDR. L’inno oltre il Muro

Boomers di tutto il mondo unitevi! Hey Jude, don’t make it bad cantano i quattro di Liverpool, ma è nella piscina olimpica Francisco Marquez di Città del Messico dove risuona la musica più iconica di questo momento di ebollizione sociale e culturale. Sarà la colonna sonora per un ventennio.
Wyndham Halswelle. L’oro solitario di Londra 1908

Si può gareggiare in una finale olimpica da soli? Siamo ai Giochi Olimpici di Londra, nel 1908, e al White City Stadium di Wembley accade proprio questo. Una vittoria scontata? Non lasciatevi ingannare dalle apparenze, Wyndham Halswelle il suo oro l’ha meritato tutto.
Enrico Brusoni. L’oro sparito di Parigi

Parigi 1900, Velodromo di Vincennes. Enrico Brusoni è una delle nostre prime medaglie olimpiche, la prima d’oro nel ciclismo. Enrico vince e lo sa, ma misteriosamente l’albo d’oro non lo dice e nessuno sa perché. Eppure ci sono i risultati, i testimoni, ma servono cento anni e un ricercatore affamato di verità per restituire a Enrico Brusoni il suo. Perché l’importante è partecipare, ma chi vince – se vince pulito – non va mai offeso. Né dimenticato.
Seul 1988. Quando Kalusha Bwalya umiliò gli Azzurri

Alle Olimpiadi di Seoul la Nazionale italiana arriva imbottita di ottimi giocatori e con grandi aspettative. Alla fine sarà quarta, lasciando il bronzo alla Germania Ovest. Ma quella edizione è ricordata soprattutto per l’umiliante sconfitta subita dagli azzurri del CT Rocca contro lo Zambia dell’ancora sconosciuto Kalusha Bwalya. Allo Zambia il futuro sembrava sorridere, purtroppo sarà invece un futuro tragico.
Gertrude Ederle. La Regina delle onde

Tre medaglie olimpiche di Parigi 1924 e prima donna ad attraversare a nuoto il Canale della Manica: quella di Gertrude Ederle è una vita sportiva straordinaria dimenticata troppo presto. C’è anche altro, però. C’è il nuoto del silenzio. La sua seconda vita, straordinaria e da ricordare anche questa.
LVMH e Parigi 2024. Gli artefici dei sogni

LVMH, azienda francese leader mondiale del lusso, scende in campo come sponsor di Parigi 2024. Una scelta naturale per la comune anima francese, ma anche elettiva tra due artefici di sogni: LVMH con i suoi brand di alta gamma, e le Olimpiadi che di sogni fanno vivere pubblico e atleti.
Alberto Braglia. Il ginnasta perfetto

Olimpiadi di Londra, 15 luglio 1908. Alberto Braglia vince l’oro nel concorso individuale. È il ginnasta più forte del mondo e lo sarà per diversi anni. Di ori olimpici ne vincerà quattro, tre da atleta e uno da allenatore. Sembra una vita di successo, invece è una storia triste. In un tempo in cui lo sport sembra volersi riaffacciare nelle scuole troppo a lungo abbandonate, la cultura sportiva dovrebbe essere materia d’insegnamento civico e uomini come Alberto Braglia raccontati e studiati. Forse non è ancora troppo tardi.
Michael Johnson. La leggenda con le scarpette d’oro

Ventisette anni fa, Michael Johnson scrive una delle più emozionanti pagine di atletica: il record mondiale fissato in 19”32 con cui batte sé stesso resta illeso per 12 anni e 19 giorni
Armin Hary. I 100 metri di Roma ’60

Armin Hary, forte di essere stato il primo a fissare il tempo sui 10 netti, arriva alle Olimpiadi di Roma da favorito. La gara regina dei Giochi Olimpici sarà serrata, ma Hary non deluderà le aspettative e sarà il più veloce. Veloce quanto la sua brevissima carriera.
Fanny Blankers-Koen. La mamma volante

Fanny Blankers-Koen non è stata solo la più grande atleta olandese ma, con 4 ori olimpici, 5 ori europei e 59 titoli nazionali in 7 specialità atletiche diverse, è stata la più grande atleta femminile del XX secolo come gli ha riconosciuto nel 1999 la World Athletics. Soprattutto, i suoi 4 ori di Londra ’48 dimostrano che nulla è precluso a una mamma che scende in pista.
Olimpiadi. Il futuro scritto da Atene

Fortemente voluto dal visionario barone Pierre de Coubertin, il 6 aprile 1896 ad Atene il sogno olimpico diventa moderno. Le Olimpiadi non cambiano solo lo sport, ma diventano specchio del mondo che cambia intorno a loro. Soprattutto diventano simbolo e meta agognata di uomini e donne che ne fanno l’obiettivo della vita e che, vincitori o sconfitti che siano, diventano esempio per tutti.
Elvira Guerra. La prima olimpionica italiana

Nata e cresciuta in una delle più importanti famiglie circensi dell’epoca, Elvira Guerra diventa famosa come ballerina equestre. Nel 1900 entra però nella storia diventando la prima italiana a partecipare alle Olimpiadi. Tutto quello che le occorre è il suo cavallo Libertin e un sorriso a favore di camera.
Nino Bibbia. Oro e ghiaccio

St. Moritz 1948. Dopo la furia della guerra, tornano i Giochi Olimpici e i primi sono quelli invernali. Il 3 e 4 febbraio, sulla Cresta Run, Nino Bibbia incontra il suo destino ed entra nella storia dello sport italiano. Nello skeleton sarà tra i più grandi al mondo.
Carlo Airoldi. L’olimpionico tradito

1896. Prima Olimpiade, prima maratona, primo inganno. Questa è la storia di Carlo Airoldi e della maratona olimpica più lunga di tutti i tempi
Arturo Maffei. La vita in un salto

Campione come pochi, Arturo Maffei attraversa il novecento e da par suo lo fa in un salto. Una vita intensa quella del “grande vecchio” dell’atletica italiana, protagonista e testimone dei grandi momenti sportivi del secolo. Una vita a cui spetta il tributo di continuare a essere raccontata.
Dorando Pietri. L’altra storia

Dorando Pietri non è stato un perdente di successo, ma un atleta di successo. Lo dice la sua storia sportiva, quasi sempre schiacciata dall’iconografia della maratona olimpica del 1908. Una storia che sorprende e che bisogna continuare a raccontare.
Zatopek e Prefontaine. Di corsa nella leggenda.

Emil Zatopek e Steve Prefontaine. Diversi e veloci. Diversi e tenaci. Anni di distanza tra i due, ma forse sarebbe meglio dire mondi. Campione olimpico Zatopek. Campione olimpico mancato Prefontaine. Una vita da campione Zatopek. Una vita troppo breve Prefontaine.Tutti e due, però, nella leggenda.
Roma 1960. Wilma, Livio e l’amore impossibile

25 agosto 1960. In una Roma bella e ingenua come forse mai più, si aprono i Giochi della XVII Olimpiade. Dal Settebello ai ciclisti d’oro, da Cassius Clay a Nino Benvenuti, da Abebe Bikila a Livio Berruti e Wilma Rudolph, tante sono le storie dei giorni olimpici. Tra queste quella dell’amore impossibile, forse immaginario e solo da copertina di Livio e Wilma, ma anche quella di una Roma impossibile da non amare.
Duke Kahanamoku, dio dell’Oceano

Duke Kahanamoku, il padre del surf moderno, e Jack London, lo scrittore della grande avventura, si sono incontrati veramente. Questa è una storia liberamente ispirata a quell’incontro. Una storia raccontata in prima persona da Duke Kahanamoku stesso. Una storia di fantasia, ma forse non troppo.
Ondina anomala (I)

Trebisonda Valla, per tutti Ondina. Primo oro olimpico femminile italiano a Berlino nel 1936 e per quindici anni protagonista dell’atletica italiana e internazionale. Una grande storia italiana da ricordare a tutti.
Harold Abrahams. Il velocista con la faccia da pugile (II)

Harold Abrahams, il velocista con una faccia da pugile e una vita da film. Inglese di origine ebreo-lituana, studierà nei migliori college, sfiorerà la Prima Guerra Mondiale e nel 1924 si andrà a prendere l’oro olimpico a Parigi
Il pentathlon e il talento dell’agonismo

Un talento per l’agonismo che poteva prendere una direzione diversa. Il padre che lo iscrive a nuoto per toglierlo dalla strada. Dalla prima gara vinta a nuoto alle Olimpiadi mancate del ’72, dal passaggio al pentathlon sino agli ori olimpici e mondiali, Daniele Masala racconta la sua vita.