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Olimpiadi. Le storie maledette

Olimpiadi. Monaco 72

La morte sull’asfalto nella prima gara di Roma ’60, il doping di Stato che ha flagellato intere generazioni di atleti dell’Est – il più delle volte donne, spesso ancora bambine -, la strage di Settembre Nero a Monaco ’72. Storie maledette che di olimpico hanno solo il sogno spezzato.

Gabriela Andersen-Schiess. Una maratona e 5 minuti

Gabriela Andersen-Schiess

Una foto che dice tutto, una storia che insegna tutto. 1984, Olimpiadi di Los Angeles, prima edizione femminile della maratona. Il mondo intero si ferma davanti all’impresa di Gabriela Andersen-Schiess. L’impresa dei suoi ultimi 400 metri.

Monaco ’72. Lo strano caso di Eddie Heart e “Rey”Robinson

Monaco '72

Monaco ’72. Grande attesa per i 100 metri. Grande attesa per vedere in pista gli statunitensi primatisti del mondo Eddie Hart e “Rey”Robinson competere con il russo Borzov. Grande attesa, talmente grande da non essere mai finita. Questa è la storia della più clamorosa disattenzione olimpica.

Nerone. L’olimpionico immortale

Nerone

Forziamo un po’ il racconto, ma su Nerone cè tanto e di più da dire. Su Nerone c’è da trovare altre storie per recuperare il tempo perduto a crederlo il piromane di Roma. Proprio come la sua storia olimpica, forzata un po’ forse, ma forse neanche troppo.

Paavo Nurmi. Il finlandese volante

Paavo Nurmi

Nato alla fine dell’800, Paavo Nurmi entra nella storia dell’atletica alle Olimpiadi di Parigi 1924 quando, in solo sei giorni, stabilisce tre record mondiali e guadagna cinque medaglie d’oro. Famoso per i suoi particolari metodi d’allenamento, sarà uno dei famosi Finlandesi Volanti degli anni ’20.  

George Eyser. Il ginnasta straordinario

George Eyser

Una storia olimpica, una storia che racconta di un altro mondo, quello di Saint Louis del 1904 e dell’edizione olimpica forse più criticata di tutte. Eppure un motivo per ricordare ancora quei Giochi Olimpici lo abbiamo ed è un motivo straordinario. Un motivo che si chiama George Eyser

Giovanni Leone Reggio. L’oro di Kiel

Giovanni Leone Reggio

Giovanni Leone Reggio è entrato a vele spiegate nella storia dello yachting italiano grazie alla superba vittoria ottenuta alle Olimpiadi del 1936 che regala alla vela italiana il primo oro olimpico. Lo ricordiamo con un’intervista che Emilio Isnaldi, appassionato scrittore di vela, ha pubblicato nel 1941 su “Motonautica, Vela e Motore”, recuperata grazie all’archivio del centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale Italiana

DDR. L’inno oltre il Muro

DDR

Boomers di tutto il mondo unitevi! Hey Jude, don’t make it bad cantano i quattro di Liverpool, ma è nella piscina olimpica Francisco Marquez di Città del Messico dove risuona la musica più iconica di questo momento di ebollizione sociale e culturale. Sarà la colonna sonora per un ventennio. 

Wyndham Halswelle. L’oro solitario di Londra 1908

Wyndham Halswelle

Si può gareggiare in una finale olimpica da soli? Siamo ai Giochi Olimpici di Londra, nel 1908, e al White City Stadium di Wembley accade proprio questo. Una vittoria scontata? Non lasciatevi ingannare dalle apparenze, Wyndham Halswelle il suo oro l’ha meritato tutto.

Enrico Brusoni. L’oro sparito di Parigi

Enrico Brusoni

Parigi 1900, Velodromo di Vincennes. Enrico Brusoni è una delle nostre prime medaglie olimpiche, la prima d’oro nel ciclismo. Enrico vince e lo sa, ma misteriosamente l’albo d’oro non lo dice e nessuno sa perché. Eppure ci sono i risultati, i testimoni, ma servono cento anni e un ricercatore affamato di verità per restituire a Enrico Brusoni il suo. Perché l’importante è partecipare, ma chi vince – se vince pulito – non va mai offeso. Né dimenticato.

Seul 1988. Quando Kalusha Bwalya umiliò gli Azzurri

Italia- Zambia Seul 1988

Alle Olimpiadi di Seoul la Nazionale italiana arriva imbottita di ottimi giocatori e con grandi aspettative. Alla fine sarà quarta, lasciando il bronzo alla Germania Ovest. Ma quella edizione è ricordata soprattutto per l’umiliante sconfitta subita dagli azzurri del CT Rocca contro lo Zambia dell’ancora sconosciuto Kalusha Bwalya. Allo Zambia il futuro sembrava sorridere, purtroppo sarà invece un futuro tragico.

Gertrude Ederle. La Regina delle onde

GERTRUDE EDERLE

Tre medaglie olimpiche di Parigi 1924 e prima donna ad attraversare a nuoto il Canale della Manica: quella di Gertrude Ederle è una vita sportiva straordinaria dimenticata troppo presto. C’è anche altro, però. C’è il nuoto del silenzio. La sua seconda vita, straordinaria e da ricordare anche questa.



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