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Quando la Curva Sud giocò al Flaminio

17 giugno 1997, lo stadio Flaminio è tutto giallorosso. Quello per cui Luisa Petrucci, suor Bertilla Cafagna, io e altri tifosi avevamo lavorato da mesi, sta per accadere: la Curva Sud scende in campo per giocare. Il motivo? Una buona causa di nome Madalina.
Curva Sud al Flaminio

“...cor core acceso…”.  Così recita l’inno storico dell’A.S. Roma seguito da una bellissima frase indimenticabile per i colori giallorossi e per i suoi sostenitori “…da ‘na passione, undici atleti Roma chiamò…”. Stavolta per questa splendida storia di cuore e beneficenza, in campo sono stati chiamati più di undici atleti, una curva intera, la mitica Curva Sud. Ma procediamo passo dopo passo.  Siamo nel 1997 e un giorno di aprile ci siamo trovati all’interno di un convitto di suore a via dell’Imbrecciato, a Roma. C’è una suora, suor Bertilla Cafagna tifosissima della Roma e del suo capitano di allora Giuseppe Giannini. A questa riunione tra tifosi c’è la mitica Luisa Petrucci e ci sono anche io.

Madalina

Era stata suor Bertilla a convocarci per una buona causa, quella di Madalina, una bambina rumena di appena 5 anni colpita da una grave malformazione.
 “La bambina ha bisogno di cure, tra un paio di mesi arriverà a Roma. Cosa si può fare?”. Cosi ci dice suor Bertilla.
Uno sguardo d’intesa tra il sottoscritto e Luisa e presto si trova la soluzione: una partita di calcio tra tifosi della Curva Sud, coordinata da due gruppi, uno di Curva, Orgoglio Romano e uno di Tribuna Tevere R.C. La Lupa.  
A volte le belle parole non bastano a salvare una vita, ci vuole ben altro. Davanti a una questione di cuore non c’è distinzione alcuna di settori o di appartenenza. Così ci dividemmo i compiti.

Il cuore del tifo

In pochissimo tempo, grazie all’aiuto dei vecchi della Curva Sud, Alessandro, Vittorio, Guido, Antonio, si arrivò a un accordo per formare due squadre di calcio fatte dai tifosi e con il supporto di alcuni calciatori, tra i quali spiccano Giannini, Carnevale e Mister Sergio Santarini come “doppio allenatore”. Suor Bertilla si occupò di interpellare qualcuno delle istituzioni per avere la possibilità di giocare allo Stadio Flaminio. A quel tempo il Flaminio era ancora agibile e di prestigio. Vederlo nello stato in cui versa oggi, fa male a tutti.

Si decide di giocare il 17 giugno

Tornando all’organizzazione, ognuno si occupò della vendita dei biglietti insieme ai ragazzi della Curva Sud. Tengo a precisare che in quel tempo non scorrevano ottimi rapporti tra i gruppi della Curva, spesso immischiati in momenti assai caldi e nervosi. Sarà stato l’intervento dei vecchi tifosi, sarà stato il sentimento, la voglia di fare qualcosa di bello e solidale che tutto si ripianò, non più malumori, ma solo voglia di fare bene.

Stefano Trippetta Madalina

Tutti insieme

Con il R.C. La Lupa ci vedevamo spesso di sera in piazza Pantero Pantera, alla Garbatella, per ottimizzare non solo gli interventi ma anche tutto il coordinamento. I ragazzi della Sud, i vecchi, continuavano a vendere biglietti su biglietti, il ricavato era tutto destinato a Madalina per i suoi delicati interventi medici, volevamo fare il meglio del meglio, questa è la vera anima del tifoso giallorosso, e così è stato.
La mia grande stima e affettuosità nei confronti della famiglia Viola non si è fatta scappare occasione. Insieme con Luisa Petrucci riuscimmo a coinvolgere Donna Flora Viola e suo figlio Riccardo come ospiti d’onore della manifestazione. Speaker ufficiale altro non poteva essere che Carlo Zampa, mio amico di sempre.
Tutto procedeva per il verso giusto, eravamo molto presi, stanchi e contenti nel portare avanti una giusta causa solidale, ma per me una gioia in più fu vedere la Curva Sud unita in tutto il suo grande cuore.

Curva Sud al Flaminio

17 giugno 1997

Finalmente arrivò il giorno della partita. I botteghini erano aperti da parecchio tempo per permettere a tutti coloro che non erano riusciti ad accaparrarsi i biglietti tramite i gruppi di comprarlo all’istante. La radio aveva fatto il suo ottimo lavoro di anello di congiunzione tra media e pubblico, i giornali erano al corrente dell’evento. La piccola Madalina era arrivata a Roma da appena una settimana quando, in un caldo e afoso pomeriggio romano, lo stadio Flaminio si tinge di giallorosso in campo e sugli spalti. Sul campo, ricordo assai bene c’erano tutti i rappresentanti dei gruppi della Curva Sud presi a farsi le foto con i loro beniamini presenti alla manifestazione. Il clima era sereno, pacifico e palpitava di giallorosso.

Curva Sud al Flaminio

Capitan Giannini

Idolo di tutti i presenti capitan Giannini, il Principe, che dopo il breve trascorso in Austria con lo Sturm Graz era rientrato a Roma. La sua prima partita, anche se amichevole e con tanto di spirito sociale, su un campo di calcio italiano dopo un anno di passione. Il Flaminio era pronto, la tribuna era gremita di pubblico e ospiti. L’A.S. Roma, per la causa, ci aveva regalato due completi di maglie, uno solito giallorosso e uno bianco.

Madalina

In campo e nel cuore

La partita diretta dall’arbitro Longhi, finì in parità, tre a tre. Un pareggio che ha visto tutti vincitori, Madalina per prima.
Fu un pomeriggio intenso e magnifico conclusosi con la premiazione per tutti i gruppi, per gli ospiti e per Donna Flora Viola, mai dimenticata da tutta la tifoseria. Ancora oggi ricordo gli abbracci, i sorrisi, le pacche sulle spalle. Tutti insieme, perché per noi “…er core è sempre acceso…”

 

Stefano Trippetta 66 anni, romano. Scrittore non per vocazione ma solo per passione rivolta alla città che fortunatamente mi ha voluto, scelto e cresciuto. Attraverso il filtro di una buona memoria sono riuscito a dividere questa grande madre: da una parte la Roma del cuore, la Lupa, tatuata con orgoglio; dall'altra quella razionale legata a ogni tipo di cambiamento, atteggiamento, costume.

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