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Nottingham Forest. Trionfi, oblio e ritorno

Nottingham Forest, l'avventura del calcio, paladini dell'altro ieri protagonisti del miracolo delle due Coppe dei Campioni come Brian Clough, Tony Woodcock e Trevor Francis, poi l'oblio che sembrava non voler finire mai e infine il ritorno con i paladini di ieri come Brice Samba. Il calcio che ci emoziona è fatto così.
Nottingham Forest

Correva l’estate del 1978 l’anno in cui il Nottingham Forest vinceva il suo primo e ultimo campionato inglese. Giusto un anno prima era stato promosso dalla seconda serie, tirato via di peso dalle secche delle serie inferiori in un solo triennio dal suo allenatore leggenda, quel Brian Clough che con il suo fido scudiero Peter Taylor qualche anno prima aveva portato alla vittoria del titolo un’altra outsider eccellente, il Derby County, alla fine della stagione 1971/72.
Quell’anno il Nottingham Forest prese il primo posto alla nona giornata e non lo lasciò più fino alla fine. I pochi ragazzi che dall’Italia seguivano le vaghe notizie dei campionati esteri dalle pagine del Guerin Sportivo, non potettero che prendere a cuore le vicende di quella squadra di provincia con quel nome che rievocava le avventure di Robin Hood e la sua mitica foresta e diventarne entusiasti tifosi. Gli eroi di quella cavalcata che più tardi si rivelò solo un preludio ad una vera e propria epopea, erano Shilton, Anderson, Lloyd, Burns, Clark, Mills, Mc Govern, Gemmill, Robertson, Birtles, Woodcock.

1978-1979 L’avventura in Coppa dei Campioni

In virtù di quel successo, l’anno dopo il Nottingham Forest potè partecipare alla sua prima coppa dei Campioni. All’epoca non erano previsti gironi e sorteggi pilotati come oggi in Champions League. Il sorteggio era libero e poteva persino succedere che due squadre della stessa nazione potessero incrociarsi già dai primissimi turni.
Capitò infatti che ai neocampioni d’Inghilterra venisse abbinato come avversario del primo turno proprio quel Liverpool che l’anno prima era arrivato secondo in campionato.
Contro ogni pronostico passò il Forest che in casa rifilò il risultato inglese per eccellenza, 2-0, grazie a due assist dell’asso Tony Woodcock, a propiziare i gol di Gary Birtles e Colin Barrett.

Tony Woodcock Nottingham orest
(Tony Woodcock)

Aveva peccato di presunzione il Liverpool che non si era voluto accontentare di perdere per uno a zero e si era buttato a capofitto alla ricerca del pareggio, subendo il secondo gol alla fine del secondo tempo. Nel match di ritorno, impostando una partita condotta tutta dietro le barricate, Brian Clough strappò ai Reds il pareggio a reti bianche, assicurandosi la promozione agli ottavi di finale. Dopo un inizio così, non poteva succedere che il Forest non arrivasse in fondo alla competizione. L’AEK Atene e il Grassopphers di Zurigo furono avversari di cui il Forest si sbarazzò senza troppi problemi. Più elaborata fu la questione da risolvere in semifinale, contro i tedeschi del Colonia. Un rocambolesco 3-3 casalingo sembrò poter scombinare i piani degli inglesi che però nel retour match uscirono dal Mungersdorfer Stadion con una vittoria, uno a zero il risultato finale grazie ad un gol sotto misura di Ian Bowyer. Fu così che il Nottingham Forest approdò alla finale dove l’attendevano gli svedesi del Malmoe. Fu una finale senza storia, 1-0 per gli inglesi con gol di testa di Trevor Francis, che un pugno di anni dopo sarebbe approdato anche nella nostra serie A, firmando con la Sampdoria.

Brian Clough Nottingham Forest
(Brian Clough)

Trevor Francis e gli altri

Francis fu l’unico acquisto – esorbitante per le esigue casse di società – che l’estate precedente Brian Clough aveva praticamente imposto alla dirigenza. Per il tecnico la squadra era già a posto in tutti i suoi effettivi tranne che per l’attacco, dove urgeva un laterale che fosse capace di inserimenti improvvisi e con una certa facilità a trovare il gol. Lo prelevò dal Detroit Express, squadra statunitense che a sua volta lo aveva ingaggiato dal Birmingham City. I fatti infine gli diedero ragione e quell’investimento, grazie al prestigioso successo in Coppa dei Campioni, venne abbondantemente ripagato. La formazione di quella finale: Shilton, Anderson, Lloyd, Burns, Clark, Francis, Mc Govern, Bowyer, Robertson, Birtles, Woodcock. Il gol di Trevor Francis arrivò al 45esimo minuto, dopo una progressione di John Robertson sull’out di sinistra, e cross sul secondo palo dove l’attaccante dovette solo appoggiare la palla in rete.

Trevor Francis
(Trevor Francis)

1979-1980 Il bis in Coppa dei Campioni

L’anno successivo il Nottingham Forest si ripresentò al nastro di partenza della Coppa dei Campioni come detentore del titolo. La stagione precedente aveva concluso il campionato al secondo posto, dietro il solito Liverpool. L’edizione 79/80 propose al Forest una serie di avversari di livello modesto (la svedese Oester, i rumeni dell’Arges Pitesti, la tedesca dell’est Dynamo Berlino) fino all’approdo alle semifinali per i quali dall’urna venne estratto il blasonatissimo Ajax. Non erano certo i lancieri dei tempi migliori, Cruijff si era già spostato in Spagna, nel Barcellona, ma tra i suoi ranghi c’erano ancora mostri sacri come Krol, Arnesen, Kieft e Jensen. I Rossi vinsero due a zero in casa, poi lasciarono i tre punti ai lancieri ad Amsterdam in maniera indolore, perdendo di misura per 0-1. La finale, disputata a Madrid al Santiago Bernabeu, li vide opposti all’Amburgo (oggi nobile decaduta) di Magath e Hrubesch ma anche di Kevin Keegan, ex Liverpool giunto in Germania un paio di stagioni prima e per ovvi motivi animato da intenti quanto meno bellicosi. Non fu una partita spettacolare, il Forest segnò al ventesimo con lo scozzese Robertson poi, come da consuetudine, Clough impostò il suo gioco su di una difesa ordinata: stesso risultato della finale dell’anno prima, 0-1 e seconda Coppa Campioni in bacheca.

Nottingham Forest
(Nottingham Forest. La seconda Coppa dei Campioni)

Anni 90, il declino, le delusioni, le retrocessioni

La vittoria di Madrid rappresentò l’apice di una vera e propria epopea: durante il decennio che era alle porte all’epoca di quelle vittorie, il Forest vivacchiò nelle zone di rincalzo della prima divisione togliendosi la soddisfazione, al tramonto degli anni ottanta, di vincere la League Cup per due volte e la Full Members Cup, entrambe competizioni di valore minore.
Arrivarono gli anni 90, il calcio stava cambiano un po’ in tutta Europa, i grandi gruppi finanziari avevano cominciato ad appropriarsi di talune società calcistiche. A quei cambiamenti epocali il Nottingham Forest non seppe adeguarsi e le proprietà che si avvicendarono per un intero decennio non furono in grado di ridare lustro al blasone che la squadra a ragione vantava. Alla fine della stagione 1992/93 arrivò mestamente la retrocessione in first division, e con quella il ritiro di Brian Clough.

L’altalena del tempo

Non era però ancora arrivata la fine per il prestigioso club, che perseguì la subitanea promozione un anno dopo. Ma ormai la direzione sembrava segnata, verso il basso: una nuova retrocessione arrivò due stagioni dopo. Sarà quella l’ultima partecipazione alla Premier League del glorioso Forest che anzi, nella stagione 2004/2005 toccherà il punto più basso della sua storia recente: la retrocessione in Football League One, equivalente la nostra serie C. Per fortuna non vi si stabilì per troppo tempo e l’anno dopo fu promosso nuovamente in Championship. Sono stati vari i tentativi di riportare il Nottingham Forest in Premier League durante il primo decennio del duemila, tra numerosi avvicendamenti societari e vari cambi di allenatore: gli esiti sono stati quasi sempre nefasti.

Brice Samba
(Brice Samba)

2021-2022 la stagione del riscatto

Nefasti fin quando non si arriva al campionato di Football League Championship, la nostra serie B, edizione 2021-2022 quando le cose infine cambiano in meglio: il Forest quella stagione l’iniziò male, poi con un incredibile crescendo rossiniano iniziato nel girone di ritorno, scalò posti su posti a suon di gol e di vittorie convincenti, agganciando in extremis, alla fine del campionato, uno di posti validi per giocarsi la promozione ai playoff. All’ultima giornata il Forest ospitava la seconda in classifica, il Bournemouth, a soli tre punti sopra, Una vittoria avrebbe assicurato la diretta promozione in Premier League. Purtroppo i ragazzi di Steve Cooper quella partita la giocarono contratti, timorosi e intimiditi: persero per 0-1, scalando al quarto posto, comunque valido per i playoff. In semifinale incontrarono lo Sheffield United retrocesso la stagione prima. Il Nottingham Forest vinse fuori casa per 1-2, lasciando intendere che il ritorno sarebbe stato poco più che una formalità. Ma come contro il Bournemouth la squadra subì il suo stesso “braccino”, giocando col freno a mano tirato, senza animo. Finì che perde con lo stesso punteggio dell’andata. Non restò che affidare ai rigori la decisione su chi avrebbe disputato la finale dei playoff.

Superman Brice

Ai rigori Brice Samba, numero uno del Nottingham Forest si vestì da Superman parando ben tre rigori: è proprio il Forest che disputerà la finale. Lo farà contro l’Huddersfield Town
Quella finale Nottingham Forest e Huddersfield Town al Wembley Stadium se la giocheranno il 29 maggio del 2022, nel catino del Wembley Stadium davanti a 80mila spettatori, divisi equamente in total red da una parte e blue and white dall’altra. Le squadre si dividono anche il gioco, il primo tempo è tutto ad appannaggio del Forest, il secondo dell’Huddersfield che preme forte fino al 96esimo. Premerà senza successo: purtroppo per loro il Forest ha fatto suo il primo tempo, segnando al ventesimo minuto con un’autorete di Colwill.
Al 97esimo è l’apoteosi, l’arbitro sancisce la fine dell’incontro 0-1, e al suono dei ventimila reds che cantano “We’ve Got the Whole World in His Hands” il fatto atteso per ben ventitré anni è finalmente diventato realtà: il Nottingham Forest ritorna in Premier League. I ragazzi di Steve Cooper sono: Samba, Worrall, Cook, McKenna, Spencer, Yates, Garner,Colback, Zinckernagel, Johnson, Davis.
Bentornato Forest!

Filippo De Fazio nato a Bari nel 1966, vive in provincia di Pavia. Grande appassionato di sport segue e racconta le vicende del calcio italiano, attuali e passate. Coltiva interessi per la musica, la lettura, l’Aikido, l'arte e la buona cucina. Collabora con più testate giornalistiche e, nel luglio 2023, ha pubblicato il suo primo libro, “Un anno in Nerazzurro”, dedicato alla sua squadra del cuore.

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