Search
Close this search box.

Alberto Ginulfi. Il Portiere

Il rigore parato a Pelé, certo, ma come disse Alberto Ginulfi nel 2018 "...non vorrei essere ricordato solo per quello. Certo, non è una cosa che capita tutti i giorni, ma io credo di aver fatto tanto per la Roma." Quattordici anni di maglia e un amore infinito per la Roma. Alberto Ginulfi non è stato un portiere, ma il Portiere.
Alberto Ginulfi

Alberto Ginulfi non è stato un portiere della Roma, è stato il Portiere della Roma.
Almeno per noi boomer. Almeno per chi ha visto da vicino, adulto o bambino che fosse, la Roma sofferente dei primi anni settanta. La Roma della Coppa Anglo-Americana del ’72, competizione ibrida di non brillante fortuna, ma che in quel grigio ’72 a Roma e alla Roma diede uno sprazzo di luce. La Roma di Marchini, del Mago e di Capello, Spinosi e Landini venduti alla Juventus.
La Roma di Ciccio Cordova, Amarildo, Del Sol ogni tiro è gol. Già, slogan da innocenza perduta.

E poi c’era lui. Il Portiere.

Alberto Ginulfi innamorato della maglia forse ancora più che del calcio.
Alberto Ginulfi che ieri è volato oltre i pali, oltre la traversa a inseguire quel pallone che per lui è stato vita e continuerà a esserlo anche dall’altra parte Alberto Ginulfi che uno, due, tre, via, tutti a ricordarlo con un coccodrillo già pronto per quel rigore parato a Pelé il 3 marzo del ‘72 nell’amichevole contro il Santos all’Olimpico. Come se avesse fatto solo questo. Come se fosse luce riflessa. Non bravo lui, ma bravo perché ha parato Pelé che lui sì che era bravo. Bel gesto, certo, ma dice bene De Gregori quando canta Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un calciatore.
Ecco, appunto, vale per chi tira e vale anche per chi para.

Alberto Ginulfi

Quattordici anni di maglia

Oggi, domani, dopodomani e per chi verrà dopo ancora, Alberto Ginulfi merita di essere ricordato per i suoi quattordici di maglia giallorossa, per l’amore infinito con cui l’ha indossata e per tutti i goal presi, evitati, sventati.
Alberto Ginulfi di San Lorenzo, che a Roma non è un posto qualunque, ma quartiere con storia di ferro, vapore, sferraglio di treni e di bombe che fischiano sulla testa di gente senza colpa.
Giacomo Losi, capitano che della Roma è stato colonna, di lui disse “…un grande portiere che ho avuto alle spalle…un ragazzo d’oro”.
Ecco, un ragazzo d’oro. Ancora oggi, a guardarlo in faccia nelle vecchie foto, Alberto Ginulfi ti dice questo anche senza parlare. Un ragazzo d’oro, uno di quelli che oggi facciamo fatica a ricordare di che pasta fossero fatti. Un ragazzo d’oro fermato nel ’74 da un tracciato cardiaco che del suo cuore diceva cose strane. Fermo due mesi, Nazionale mancata per un soffio. Di cuore. Poi la vita cambia. Le due Coppa Italia e l’Anglo-Americana vanno in archivio insieme alla delusione della monetina della Coppa delle Coppe che ci beffa della finale. La maglia mai, quella ad Alberto Ginulfi rimane tatuata sul petto.

“…credo di aver fatto tanto per la Roma”

In tutto questo il rigore parato a Pelé è un dettaglio irrilevante se non per condire una nota di colore. Intervistato nel 2018 da Il Romanista, alla domanda sul rigore Alberto Ginulfi risponde testualmente “…non vorrei essere ricordato solo per quello. Certo, non è una cosa che capita tutti i giorni, ma io credo di aver fatto tanto per la Roma.”

Ecco, con grande affetto e rispetto, ricordiamo così Alberto Ginulfi, il Portiere che ha amato la Roma più di un rigore parato.
Il 17 settembre prossimo la Roma gioca all’Olimpico. Sembra quasi un appuntamento fissato nel tempo. Sono sicuro che tutti sapremo salutare Alberto Ginulfi come merita.

 

Marco Panella, (Roma 1963) giornalista, direttore editoriale di Sportmemory, curatore di mostre e festival culturali, esperto di heritage communication. Ha pubblicato "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015), "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016) il thriller nero "Tutto in una notte" (Robin 2019) e la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021)

ARTICOLI CORRELATI

Giorgio Rossi

Giorgio Rossi. Cavaliere della Roma

Il 23 settembre 2018 Giorgio Rossi cambia campo. Uomo raro, prezioso, capace di lasciare segni profondi. Tutti gli hanno voluto bene e a tutti manca. I Cavalieri della Roma oggi lo ricordano come ha voluto essere ricordato lui, sul marmo e sul cuore.

Leggi tutto »
AS Roma Dybala

Roma – Empoli. La partita dei segni

Roma – Empoli, un risultato sonoro, una vittoria attesa che fa bene a tutti, ma anche una partita di cui leggere i segni. Segni destinati a rimanere nel tempo. Segni che da ieri fanno essere la Roma, squadra, società e comunità di tifosi, più forte.

Leggi tutto »
Piero Schiavazzi

Piero Schiavazzi. L’Oltretevere giallorosso

Piero Schiavazzi, cavaliere della Roma, giornalista, vaticanista, ci svela il tratto dell’Oltrevere giallorosso, quello che spesso si è affiancato e sovrapposto con il suo lavoro. Come la sera del terzo scudetto, ad esempio. Ma soprattutto raccoglie e rilancia una suggestione. È tempo di invitare il Papa al derby?

Leggi tutto »
Ettore Viola

Ettore Viola. Il figlio che ti aspetti.

Ettore Viola si racconta nell’incontro con i Cavalieri della Roma. Una storia di calcio e di amore dove la Roma è parte inscindibile del suo panorama emotivo e familiare, una Roma vissuta da tifoso, da figlio di un Presidente indimenticabile e da dirigente della società.

Leggi tutto »
Cavalieri della Roma

Cavalieri della Roma. Nozze d’argento con i nominati del 2023

Parterre d’eccezione per le nomine dei Cavalieri della Roma in occasione del venticinquesimo anniversario dell’Associazione. La prestigiosa investitura va a Francesco De Gregori, Noemi, Zibì Boniek e ad altri dieci tra imprenditori, manager, magistrati e professionisti, tutti testimoni e protagonisti di assoluta fede giallorossa.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi