Wimbledon tra gemelli e fratelli

Le storie dimenticate di Wimbledon e i riconoscimenti tardivi a campioni di un'altra epoca dove, però, affonda radici il tennis moderno
WIMBLEDON RENSHAW

Sono i giorni di Wimbledon, del Torneo di Wimbledon, l’unico a giocarsi sull’erba. Abbiamo parlato sommariamente delle origini e citato i nomi di coloro che nel ventesimo secolo hanno fatto la storia del Tennis a Londra. I francesi Lenglen per le donne e Lacoste per gli uomini, ad esempio, affermatisi a Londra nel periodo tra le due guerre.
Proviamo invece a fare un passo indietro, andiamo alle origini del tennis e a scovare nomi e storie appena accennate che a mio parere meritano di essere menzionate, sia pure sommariamente, per via della scarsità delle notizie, o anche solo confliggenti, a noi giunte.
Abbiamo già raccontato che il tennis nasce nel 1874 e che tre anni dopo ha origine il tennis contemporaneo e, ufficialmente, il Torneo di Wimbledon.
Ma chi furono i primi miti dell’epoca sull’erba di Londra, chi raggiunse la popolarità in quella parte finale del XIX secolo?

I gemelli Renshaw

L’albo d’oro di Wimbledon riporta i nomi dei fratelli Renshaw, anzi dei gemelli William ed Ernest Renshaw, nati a gennaio del 1861 e purtroppo morti giovani, il primo a quarantatré anni, l’altro a trentotto. Con loro ebbe inizio anche l’atteggiamento favorevole di una pubblica opinione più attenta verso la nuova disciplina sportiva che andava diffondendosi proprio grazie alla notorietà che i media dell’epoca seppero dare ai due.
Le cronache ci restituiscono aneddoti non molto distanti da quelli cui assistiamo oggi: apparizioni pubbliche, autografi, fan in tutto il Paese. Scene alle quali la mia generazione ha assistito purtroppo solo per via mediatica ai tempi dei Beatles, uguali, ma vissute ottant’anni prima.
Il loro tennis, interpretato da addetti ai lavori, e a noi tramandato, è stato considerato molto vicino a quello moderno.
Dei due William era ritenuto il più forte; vinse ben dodici titoli di cui sette in singolo e cinque in coppia col fratello.

Il Challenge Round

Vi è da dire che all’epoca vigeva il Challenge round e pertanto, il vincitore, l’anno successivo doveva competere alla fine del torneo col finalista vincente senza dover passare i turni.
Quel regolamento venne modificato solo nel 1922.

La tardiva Hall of Fame

Del gemello più bravo si dice che fosse aggressivo – chissà se Nadal lo abbia preso a modello – che avesse una schiacciata potente e che fu il primo ad aver sofferto al gomito.
William ed Ernest, quest’ultimo il più riservato dei due, e anche il meno bravo, in realtà formarono la coppia più vincente nel doppio tanto da aggiudicarsi anche cinque edizioni di Wimbledon e accreditarsi come i più autorevoli promotori della disciplina in quegli anni.
Con la morte prematura dei due e quindi l’uscita di scena da ogni palcoscenico, il tennis a Londra, a Wimbledon in particolare, subì un calo di attenzione e di tensione, tanto da indirizzare gli occhi degli appassionati verso tutt’altra disciplina, il ciclismo.
Solamente nel 1983 i gemelli Renshaw sono entrati a far parte della Hall of Fame.

Lawrence Doherty
Lawrence Doherty

Il tennis moderno dei fratelli Doherty

Bisognò attendere qualche anno prima di poter vedere le tribune di Wimbledon riempirsi nuovamente.
Fu ad opera di un’altra coppia di fratelli, Reginald e Laurence Doherty, nati rispettivamente il 1872 e il 1875. Il più grande cominciò a vincere a quattordici anni e solo a vent’anni per la prima volta partecipò al più importante evento tennistico londinese uscendo tuttavia al primo turno. I Doherty seppero però sfruttare la loro notorietà grazie a un’importante vittoria in Coppa Davis, a Boston, contro gli americani, e così costruirono la propria autorevolezza in campo tennistico scrivendo uno tra i primi libri sulla tecnica del tennis e accreditandosi come gli inventori del tennis moderno.

Reginald Doherty.
Reginald Doherty.

Reginald vinse la Coppa Davis dal 1903 al 1906 e nel 1902 e l’anno successivo si aggiudicò anche due edizioni

del doppio agli US Open. Laurence ebbe il destino contro, morì giovane a soli 44 anni, il tennis però lo premiò quando il fratello pian pianino cominciò ad allontanarsi dai rettangoli di gioco.
A Wimbledon infilò cinque successi di fila, facendo meglio di Reginald ed entrando di diritto nell’albo d’oro. A Parigi si aggiudicò invece due ori alle Olimpiadi del 1900.

Al prossimo appuntamento con le storie dimenticate di Wimbledon.

Vincenzo Mascellaro, uomo di marketing, comunicazione e lobby, formatore, scrittore e oggi prestato al giornalismo

ARTICOLI CORRELATI

Muhammad Ali vs Cleveland Williams

Muhammad Ali. La sera dell’Astrodome

14 novembre 1966, all’Astrodome di Houston Cleveland Williams sfida Muhammad Ali. 7 minuti e 8 secondi, tre riprese per quello che molti considerano il più bell’incontro di Ali. Un incontro che una fotografia di Neil Leifer fissa nel tempo con una forza espressiva immensa. Questa è la storia di una Farfalla, di un Grande Gatto, di una 357 magnum e di un grande fotografo.

Leggi tutto »
Cavalieri della Roma

Cavalieri della Roma. Nozze d’argento con i nominati del 2023

Parterre d’eccezione per le nomine dei Cavalieri della Roma in occasione del venticinquesimo anniversario dell’Associazione. La prestigiosa investitura va a Francesco De Gregori, Noemi, Zibì Boniek e ad altri dieci tra imprenditori, manager, magistrati e professionisti, tutti testimoni e protagonisti di assoluta fede giallorossa.

Leggi tutto »
Piotr Zieliński

Piotr Zieliński. Calcio e cuore

In una stagione segnata dall’irruzione sul mercato dei dollari arabi che attirano campioni in piena attività in un campionato meno che mediocre, Piotr Zieliński, in totale controtendenza, preferisce decurtarsi lo stipendio e rinnovare il contratto con il suo Napoli. Ma Piotr è prima di tutto un grande uomo, dai valori importanti, cristallini. Il suo impegno nel sociale, sebbene mai esibito, è encomiabile e ci fa capire perché in Patria, al di là delle sue indiscusse qualità tecniche, tutti lo amino.

Leggi tutto »
Angelo Jacopucci

Angelo Jacopucci. Una storia personale

È una storia veloce quella di Angelo Jacopucci. Una storia di 29 anni e 12 riprese. Una storia che si ferma sul ring di Bellaria e che si conclude all’ospedale di Bologna. Una storia di un pugile sfortunato che si intreccia con i miei ricordi di bambino e ragazzo. Una storia che non ho mai dimenticato.

Leggi tutto »
Rocky Joe

Rocky Joe. La boxe nei manga

Con la sua sapiente mistura di arte sportiva e violenza drammatica, la noble art si presta perfettamente al modo di raccontare tutto asiatico del manga. Con la narrazione delle avventure del pugile Rocky Joe, infatti, si chiude la straordinaria trilogia del grande maestro Ikki Kajiwara dedicata allo sport

Leggi tutto »
Roald Amundsen

Roald Amundsen. Avventura a Nord-Ovest

Custodito da un Mar Glaciale Artico implacabile, il passaggio a Nord-Ovest è stato a lungo il sogno da accarezzare, il mito da svelare. Tanti hanno provato, ma uno solo è riuscito a trovarlo e a segnarlo sulle carte: Roald Amundsen. Esploratore, avventuriero, uomo coraggioso che ha saputo sfidare e vincere i ghiacci del mondo fino a quando il Mar Glaciale Artico non lo ha voluto tutto per sé.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi