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Wimbledon, lecito sperare

Wimbledon è il tennis perché tutto il resto è arrivato dopo. Per questo non possiamo non guardare all'erba inglese come a una grande rappresentazione, un palcoscenico dove i protagonisti entrano in scena con ruoli e aspettative precise, quelle assegnate dal ranking internazionale, ma dove nulla, proprio nulla, sfugge alla regola dell'erba che non perdona leggerezze e distrazioni.
wimbledon

E così Wimbledon, meglio, il Torneo di Wimbledon è finalmente iniziato lunedì 28 giugno, sia pure sotto la pioggia.
Ma a Londra l’acqua dal cielo non è proprio una rarità. Tra gli italiani, alla linea di partenza dieci maschietti e tre femminucce come da tabellone iniziale, purtroppo nessun altro tra le donne e gli uomini è andato ad aggiungersi ai tredici per non essere riusciti a superare le forche caudine delle qualificazioni.

Secondo tradizione ha aperto i giochi Novak Djokovic in qualità di vincitore di Wimbledon 2019. Come sappiamo, lo scorso anno il Torneo non si è tenuto per i noti motivi. Il 2021 potrebbe essere per il serbo l’anno di due record importanti. Se vincesse questo, facilitato anche dalle assenze di due professionisti di qualità come Nadal e Thiem, dall’uscita anzitempo di Tsitsipas al primo turno e dalle ancora non perfette condizioni di Federer, almeno per quello che ha fatto vedere fino ad oggi, Nole potrebbe aggiudicarsi il ventesimo Slam, e pareggerebbe così i conti con lo svizzero e il maiorchino.
Ricordiamoci che manca all’appello il quarto dei tornei più importanti, quello di NYC e ove si aggiudicasse anche gli US Open farebbe bingo. Il Grande Slam sarebbe suo. Sappiamo quanto l’uomo ci tenga ai numeri.Nell’incontro di apertura, al coperto per necessità, il serbo ha incontrato quel Jack Draper che aveva battuto il nostro Sinner nella partita di esordio al Queen’s Club sempre a Londra e sempre sull’erba. Numero 250 del ranking, il mancino inglese ha provato a mettere paura al Numero Uno dandogli un 6-4 all’esordio nel primo set. Gli altri tre sono stati una strada in discesa per il serbo.

Italiani a Wimbledon

Male per tre dei cinque italiani in tabellone il 28 giugno. Gli unici a ben figurare sono stati i due vecchietti, si fa per dire, Seppi con i suoi trentasette anni che una volta andato sotto il primo set si è fatto rispettare negli altri tre e Fognini che ha subito messo in cascina i primi due set, con una scarsa luminosità che non ha permesso neppure di iniziare il terzo, ma che il giorno successivo si è aggiudicato nel recupero anche il terzo set.
Male, molto male il più giovane, parliamo di Sinner, della cinquina di lunedì che di sicuro non aveva di fronte un gigante del tennis, l’ungherese Fucsovics, ma che non ha ancora preso confidenza con l’erba di Wimbledon. Non gli era stata sufficiente la lezione del Queen’s Club.
L’erba ha tradito anche il greco finalista di Parigi, testa di serie numero tre, che ha lasciato il secondo turno al suo coetaneo Tiafoe.
Martedì male anche l’altro giovane italiano, un Lorenzo Musetti reduce dalla maturità scolastica che non è riuscito ad allenarsi e che ha così dovuto soccombere in tre set a un perfetto e metodico Hurkacz.  È stata la prima da professionista per il carrarino, si rifarà di sicuro molto presto.Il primo turno è invece andato bene a Sonego che ha sbrigato la pratica in tre set, e a Berrettini che per battere un avversario non impossibile ha dovuto però impiegare un set in più. Sono contento per il passaggio al secondo turno del sanremese Gianluca Mager, che dovrà vedersela con l’australiano Nick Kyrgios, l’imprevedibile tennista australiano che ha faticato molto per superare il primo match.
Dicevo di Mager, ho molta ammirazione per questo tennista che si è accorto molto tardi di amare il tennis, aveva più di venti anni, oggi ne ha ventisei ed è riuscito a raggiungere la 77ma posizione del ranking grazie al forte impegno e alla serietà con la quale sta affrontando il percorso. Insomma quattro ragazzi che possono farci sperare.
Fognini è già al terzo turno e incontrerà il bombardiere Rublev.

È lecito sperare?

È lecito sperare che anche gli altri tre passino indenni il secondo turno? Sappiamo che l’erba di Wimbledon negli anni non ha portato molta fortuna agli italiani, dobbiamo andare infatti all’estate del 1960 per trovare Nicola Pietrangeli che in semifinale dovette arrendersi al quinto set all’australiano Rod Laver, vincitore in singolo di ben 11 Slam di cui quattro a Londra e nove in doppio, nel 1971 il solo sull’erba di Wimbledon.
A Londra, Adriano Panatta si fermò ai quarti di finale nel 1971, Corrado Barazzutti nel 1980 uscì al secondo turno, altrettanto fecero Paolo Canè nel 1987, Andrea Gaudenzi nel 1996 e Filippo Volandri nel 2004. Omar Camporese nel 1991 fece un passaggio in più, fu eliminato infatti al terzo turno.
Quest’anno, tra secondo e terzo turno ne abbiamo ben quattro, e allora è lecito sperare, così come dobbiamo porre fiducia in Camila Giorgi che sta dimostrando di essere in perfetta forma e che, non dimentichiamo, a Wimbledon raggiunse i quarti di finale nel 2018. E sempre fra le donne, Flavia Pennetta raggiunse per ben tre volte il quarto turno, ovvero gli ottavi di finale, il quarto turno a Wimbledon fu raggiunto anche da Roberta Vinci, ma per due volte, e da Francesca  Schiavone una volta sola.

Alla prossima.

Vincenzo Mascellaro, uomo di marketing, comunicazione e lobby, formatore, scrittore e oggi prestato al giornalismo

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