Naim Krieziu. La freccia di Tirana

Prima della Conference Cup il destino giallorosso di Tirana si chiama Naim Krieziu. Protagonista dello scudetto '42, signore del pallone, veloce, sguardo al campo, assist al meglio piazziato e goal anche suoi. Roma non dimentica e un'ovazione lo accoglie all'Olimpico nel 2007 per i festeggiamenti degli 80 anni del club.
Naim Krieziu

Nella storia della AS Roma, Tirana c’era prima della rete di Nicolò Zaniolo nella finale di Conference
La capitale dell’Albania, infatti, è dove, più che un’ala, una freccia di diciotto anni fa strabuzzare gli occhi ad un insegnante di educazione fisica che è romano, romanista ma soprattutto riconosce il talento.
È lui che chiama un suo amico che, quattro e quattr’otto, organizza un provino al Campo Testaccio. “Male che va puoi sempre tentare l’ISEF, ora aperto anche a voi albanesi, e diventare un insegnante proprio come me“. 
La partitella dice che non è solo veloce, ma usa i due piedi, vede la porta e soprattutto sa come trovare un compagno meglio piazzato.  Guido Masetti, che è primo portiere, non si diverte nemmeno un po’ quando tocca dare al ragazzo la possibilità di provare il tiro da fuori.
Proprio bravo questo Naim Krieziu.

Campo Testaccio 1940

Il dirigente non perde tempo, “cambiati in fretta, figlio mio, che andiamo a via del Tritone, in società, a firmare il contratto“.
L’esordio è del 10 marzo 1940, 4-2 al Bari, Campo Testaccio strapieno e tutti a ritmare – come forsennati – con i piedi sulle tribune di legno.
Cinque minuti e Krieziu vola sulla fascia, imprendibile, fino al cross basso e teso per l’argentino Pantò che deve solo spingere la palla in rete con il piattone.
Racconta Krieziuquando il frastuono finì, sentii chiaramente una voce dagli spalti gridare “ma se po’ sape’ come cazzo te chiami?“. 

Krieziu
(2 marzo 1941. Milan-Roma. Il primo goal di Krieziu)

Scudetto ’42

Tempo due anni e Krieziu è una pedina fondamentale nella storica conquista del primo scudetto di una squadra del Centro Sud.
La AS Roma di Alfred Schaffer, delle diciotto reti di Amedeo Amadei, delle dodici di Miguel Angel Pantò e le sei – uno, la chicca, al derby – di Krieziu guarnite da un numero imprecisato di assist.
Sono 500 lire a partita ed il ragazzo, che sa dribblare anche le tentazioni della bella vita, diventa modello da seguire per tanti ragazzi con il suo stesso, identico sogno. 

Roma scudetto 1942
(La Roma dello scudetto 1942-43. Krieziu il primo in piedi da sinistra. Photo credit: AS Roma)

Altre tappe

Dopo 140 partite e 37 reti con la maglia giallorossa, numeri analoghi nei sei anni al Napoli confermano le grandissime qualità dentro e fuori dal campo del kosovaro. L’ultima stagione con la Turris e poi nel 1954 le famose scarpette appese al chiodo. 

Napoli è una dolce e lunga parentesi, ma Roma è casa, non si discute

Da Biagio a via Sardegna si può restare fino alla chiusura tra ragazze di buona famiglia, uno spago di mezzanotte come si deve e i suoi racconti di campo e di spogliatoio.
Lo scudetto arrivato contro tutti i pronostici, i tre goal al Napoli, la nazionale italiana che resterà solo un sogno.
Una bella persona, gracile d’aspetto e gentile nei modi.
Racconta un dirigente della AS Roma che, negli anni settanta, lo ritrovò in fila alla biglietteria sotto la pioggia prima di una partita di campionato.

80 anni di storia

E tutti ricordano l’emozione quando, alla festa per gli ottant’anni del club, l’applauso più forte dell’Olimpico fu tutto suo, eroe anziano di un calcio smarrito. 
Ti diceva di Losi e De Sisti giovani, perché Krieziu si è seduto anche sulla panchina della Roma per cinque partite (imbattuto, e gli veniva il groppo alla gola), ti diceva di aver visto per primo il talento del principe Giannini, ti diceva dell’amicizia più forte del fuoco con Amedeo Amadei, il destinatario dei suoi palloni più belli.
Niente li divideva, anche Amadei abbracciò Napoli dopo Roma, uno sapeva sempre dove trovare l’altro, senza parlare, “meglio uno sguardo che le parole volano via, io sono veloce, ma mica così‘”.
Niente li divideva se non quei tre anni all’anagrafe: Krieziu classe 1918, il fornaretto di Frascati 1921.
Curiosamente, forse no, la stessa distanza – 2010 Naim, 2013 Amedeo – per l’ultimo fischio quaggiù. 

Amadei e Krieziu
(2007. 80 anni di AS Roma. Amedeo Amadei e Naim Krieziu allo Stadio Olimpico)

Arena Kombëtare, 2022

Nella bolgia dell’Arena Kombëtare con il Feyenoord, Zaniolo, Rui Patricio, l’albanese Kumbulla c’erano tanti che ci sarebbero dovuti essere e chissà da dove l’hanno vista.
C’era sicuro anche lui, Krieziu, in quello stop di petto e tocco morbido, anche se lui – la freccia di Tirana – voleva solo correre su e giù e non farsi prendere mai. 

Roberto Amorosino romano di nascita, vive a Washington DC. Ha lavorato presso organismi internazionali nell'area risorse umane. Giornalista freelance, ha collaborato con Il Corriere dello Sport, varie federazioni sportive nazionali e pubblicazioni on line e non. Costantemente alla ricerca di storie di Italia ed italiani, soprattutto se conosciuti poco e male. "Venti di calcio" è la sua opera prima.

ARTICOLI CORRELATI

Luisa Petrucci

Luisa Petrucci. Cuore, sciarpa e ombrello

Luisa Petrucci, icona della Curva Sud, madre giallorossa di noi che la ricordiamo col cuore in subbuglio. Una storia di calcio e di amore romanista, certo. Soprattutto, però, una storia di vita esempio per tutti.

Leggi tutto »
Sivori

Omar Sivori. Ritorno al futuro

Marty McFly e Jennifer Parker hanno tutta la vita davanti, ma la De Lorean di Doc li porta sulle tracce del passato. Questa volta arrivano in Svezia, poco fuori Stoccolma. È il 27 giugno 1957 e in un campo semisconosciuto la Juventus gioca un’amichevole dimenticata con l’AIK Solna. Eppure quella non è una partita qualunque. Quella è la partita in cui inizia il futuro italiano di Omar Sivori, el Cabezon. Campione irripetibile, malandrino e divertente, tra realtà e licenza letteraria, questa è la storia di Sivori che non avete mai letto.

Leggi tutto »
Ettore Viola

Ettore Viola. Il figlio che ti aspetti.

Ettore Viola si racconta nell’incontro con i Cavalieri della Roma. Una storia di calcio e di amore dove la Roma è parte inscindibile del suo panorama emotivo e familiare, una Roma vissuta da tifoso, da figlio di un Presidente indimenticabile e da dirigente della società.

Leggi tutto »
Dino Viola

Dino Viola . Il Presidente indimenticabile.

Presidente della Roma per undici anni, Dino Viola ha lasciato un segno indimenticabile nel cuore dei tifosi. Sono molti quelli che lo sentono ancora come “il mio presidente” e che rimpiangono il calcio e la città del Violese.

Leggi tutto »
Aldair

Aldair. Un marziano a Roma

Aldair, Pluto, Alda, ovvero tutti i nomi del campione. Una storia sportiva e umana che a Roma ha lasciato un segno talmente profondo, tanto da non averlo mai fatto uscire dal cuore dei tifosi.

Leggi tutto »
Garrincha

Garrincha, ma adesso che fai?

Il ragazzino di Pau Grande non avrebbe mai dovuto giocare a calcio. Fatto male, dicevano. Il ragazzino invece si è messo la palla al piede e ha stupito il mondo. Il ragazzino lo chiamavano Garrincha e così sarebbe passato alla storia del calcio. Vita, calcio, amori, alcool, dissoluzione. Garrincha è stato un’anima dannata del pallone, ma giocava da Dio ed è impossibile non volergli bene. Per questo, a noi che gliene vogliamo ancora, viene da chiedergli: “Garrincha, ma adesso che fai?”

Leggi tutto »
Vujadin Boškov

Vujadin Boškov, oltre gli aforismi

Al di là delle citazioni che ne ricordano il tratto ironico e comunicativo, la storia della carriera dell’allenatore Vujadin Boškov racconta tanto della sua cultura del lavoro e dei successi ottenuti.
I successi non solo di un tecnico di valore, ma di una persona perbene.

Leggi tutto »
Leo Messi

Leo Messi. 800 milioni in lacrime.

Le cose devono essere chiamate con il loro nome perché solo in questo modo mantengono la loro dignità. È lecito che Leo Messi cambi squadra e che lo faccia da professionista nella prospettiva di un guadagno personale. Ma le lacrime che vogliono raccontare una storia diversa le rispediamo al mittente.

Leggi tutto »
Sebino Nela

Sebino Nela. Correndo, correndo…

Sebino Nela. L’Incredibile Hulk per il popolo giallorosso. Grinta, tenacia e forza da vendere che ne hanno fatto un protagonista in campo e fuori, simbolo di indimenticate stagioni romaniste. Proprio come le sue corse sulla fascia per portare palla e far salire tutti. In campo, certo, ma anche nella vita.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi