Ferdinando De Matthaeis. Da Lucera ai Cosmos di NY

Ai più, il suo nome non dirà nulla, ma Ferdinando De Matthaeis, centrocampista nato a Foggia 62 anni fa, giocò nei Cosmos di New York insieme a Franz Beckenbauer e a Giorgione Chinaglia. Una storia speciale, come solo lo sport può regalare.
Ferdinando De Matthaeis Cosmos

Nato nel 1961 ad Alberona, un paesino di poco meno di mille anime nel foggiano, alla fine degli anni ’70 Ferdinando De Matthaeis frequenta il liceo di Lucera. Lì viene notato dai dirigenti della locale formazione di serie D. Con i biancocelesti gioca due campionati. Suo compagno di squadra è Pietro Maiellaro, che successivamente giocherà in serie A con il Bari e con la Fiorentina di Gabriel Batistuta. Le prestazioni del giovane e talentuoso centrocampista non passano inosservate: su di lui puntano gli occhi Avellino, Inter e Perugia. Ma per lui le porte della serie A non si apriranno mai.

Quel matrimonio in New Jersey

Nell’estate del 1981 Ferdinando viene invitato a un matrimonio presso parenti emigrati nel New Jersey. Lì il fratello Leonardo, innamorato del soccer, gli suggerisce di provare a giocare nel campionato USA. Tentato dalla entusiasmante prospettiva, il ragazzo riesce a contattare Long John Chinaglia, all’epoca leggendario centravanti dei Cosmos, strappandogli l’invito per un provino.

Il provino negli USA

Ferdinando De Matthaeis chiede una settimana di permesso al Lucera, guardandosi bene dallo svelare a cosa serviranno quei giorni liberi. Si reca al provino, dove viene selezionato in mezzo a 300 ragazzi come lui. Il Cosmos rileva il suo cartellino dal Lucera per la somma di 100 milioni di lire.

Il contratto

Il 29 luglio del 1981 De Matthaeis firma per i Cosmos negli uffici della Warner Bros, proprietaria della squadra.
Davanti a lui c’è perfino un certo Steven Spielberg. Gli danno un appartamento a Manhattan e un’automobile. Più che un salto di qualità, è proprio un triplo salto mortale ritornato carpiato!

Cosmos 1982
(Cosmos NY 1982)

Lo spogliatoio dei Cosmos

Dalla serie D nella provincia pugliese arsa dal sole e abbandonata a se stessa, il ragazzo si trova proiettato nella gigantesca platea della Grande Mela, a cospetto di giocatori di fama internazionale. In quello spogliatoio, infatti, ci sono Chinaglia, Beckenbauer e l’ala brasiliana Carlos Alberto. Se è per questo, c’è anche il suo idolo assoluto, O Rey Pelè, che ufficialmente ha smesso di giocare, ma resta vicino alla squadra e partecipa volentieri alle partite di beneficenza.

1981-1984

In quattro campionati Ferdinando De Matthaeis timbra 38 volte il cartellino, mettendo a segno 17 reti e fornendo 12 assist. Ma l’interesse intorno ai Cosmos e alla North American Soccer League sta scemando: il pubblico diminuisce a vista d’occhio, molto più attratto dal football, dal basket e dal baseball, e le squadre vengono ridotte fino a quando il campionato chiude i battenti.

Ferdinando De Matthaeis
(Numero 29. Ferdinando De Matthaeis)

L’Italia negata

De Matthaeis si ritrova libero e padrone del cartellino. Tenta il ritorno in Italia: sarebbe felice di sudare la maglia per il suo Foggia, appena retrocesso in serie C. Purtroppo, il regolamento federale parla chiaro: pure essendo italiano, Ferdinando è un professionista proveniente da federazione estera e quindi assimilabile a uno straniero. Niente Foggia per lui.

ferdinando De Matthaeis allenatore
(Ferdinando De Matthaeis allenatore)

Il ritorno negli States

Al giocatore non resta che tornare negli States. Di nuovo Cosmos, poi Brooklyn, New Jersey, Boston. Ma ormai non è più il calcio che conosceva: campionati di 3 mesi che si disputano tra primavera ed estate, e i match 6 vs. 6 nelle arene al coperto. A 29 anni Ferdinando prende il patentino da allenatore e comincia una lunga carriera che dura ancora oggi, alla guida del Miami United, compagine della terza serie statunitense.
Una carriera senz’altro anomala, almeno secondo gli standard a cui siamo abituati. Ma De Matthaeis ha perseguito il sogno di giocare da calciatore professionista, lo ha fatto al fianco di grandi campioni, anche se forse nella fase discendente della loro carriera, e ha saputo trasformare la sua vita di provincia in una splendida avventura cosmopolita.

Davide Zingone Napoletano classe ‘73, vive a Roma dove dirige l’agenzia letteraria Babylon Café. Laureato con lode in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze Turistiche, parla correntemente sei lingue. È autore della raccolta di racconti umoristici "Storie di ordinaria Kazzimma", Echos Edizioni, 2021; del saggio “Si ‘sta voce…”, Storie, curiosità e aneddoti sulle più famose canzoni classiche napoletane da Michelemmà a Malafemmena, Tabula Fati, 2022; e di “Tre saggi sull’Esperanto”, Echos Edizioni, 2022.

ARTICOLI CORRELATI

Calicchia e Righetti a Tor Marancia

Agostino Di Bartolomei. Tor Marancia ricorda.

Con una targa apposta sul muro del palazzo dove è cresciuto e vissuto, Tor Marancia ricorda Agostino Di Bartolomei. Un’iniziativa voluta dal Comitato di Quartiere Ardeatino-Tor Marancia, sostenuta dalle Istituzioni e alla quale anche i Cavalieri della Roma non hanno voluto far mancare fattiva testimonianza di comune fede giallorossa.

Leggi tutto »
Luis Monti

Luis Monti. Di calcio e di leggenda

Come lui nessuno. Centromediano senza rivali. Forza, piedi e visione del gioco. Luis Monti è stato unico e non solo perché ha giocato due finali mondiali in due nazionali diverse. Due nazionali, due cuori, quello dei padri e il suo, che diventano uno. Leggenda, sì. Luis Monti è leggenda.

Leggi tutto »
Attilio Fresia

Attilio Fresia. Oltre confine

Alla voce “pioniere” il dizionario di Oxford dice: “Scopritore o promotore di nuove possibilità di vita o di attività, collegate specialmente all’insediamento e allo sfruttamento relativo in terre sconosciute”. Spesso visionari, sempre coraggiosi. Attilio Fresia, forse né l’uno e né l’altro. È però il primo calciatore italiano all’estero. Non è poco. 

Leggi tutto »
San Siro

San Siro Rock Star. Dove suonano le leggende

Una lacrima,un ricordo, un emozione. La musica live è legata storicamente ai luoghi. L’attimo, un fermo immagine è impresso in un abbraccio, in una canzone, al compagno che avevi vicino. E quel tempio, San Siro ne ha regalati a milioni di fans. Oggi, parlare di demolizione è come abbattere un’idea, una storia, cancellare un luogo di culto. Da esso la parola cultura. Solo per ciò che ha rappresentato, ospitato e celebrato, bisognerebbe elevarlo a “monumento della musica nazionale”. San Siro, la Scala del rock, come lo definì Mick Jagger. Oltre 130 concerti, il meglio del rock mondiale ha calcato il suo terreno di gioco. Bowie, Vasco, Marley, Stones. Quarant’anni ed oltre a suon di musica e non sentirli. Finché ce ne hai stai lì, lì nel mezzo.

Leggi tutto »
GUERRA DEL FOOTBALL

La prima guerra del football

Terra, campo, pallone. Sembra un gioco, ma non sempre lo è. Non lo è stato nel 1969 quando El Salvador e Honduras si sono scontrati per la qualificazione a Mexico ’70. 100 ore di combattimenti e bombardamenti, 6.000 morti, 10.000 feriti non sono un gioco, sono la prima guerra del football.

Leggi tutto »
Salvi

Lo spareggio dei poveri

1964. Il boom economico inizia a dare segni di raffreddamento, mentre il campionato di serie A è caldissimo. Il Bologna è tornato grande, spareggia con l’Inter e vince lo scudetto. In coda stessa situazione: a giocarsi l’ultimo posto di permanenza in A il Modena e la Sampdoria. È lo “spareggio dei poveri”, così lo chiamano, ma sarà bel calcio anche quello

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi