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Ina Casa. Una storia di calcio di quartiere

Ina Casa, poi campo Moscarelli, asse tuscolano della periferia romana. Una piccola storia preziosa del calcio romano raccontata in prima persona da un testimone che ha vissuto il campo e il quartiere. Una piccola storia, una di quelle che maturano lontano dai riflettori e dalle prime pagine. Una piccola storia che a noi piace chiamare grande.
Ina Casa

Quartiere Cecafumo, chiamiamolo quartiere anche se, almeno formalmente,  non lo è.
Siamo nella periferia romana dell’asse tuscolano, storia urbana di insediamenti spontanei che si affastellano dall’inizio del novecento per poi trovare una regola nell’edilizia popolare e al tempoi innovativa del piano casa di Fanfani che, dal primo dopoguerra, accompagnò l’Italia fino al boom economico.

Qui, in questo contesto umano e sociale si incastona la storia della società e del campo Ina Casa, un punto di riferimento per quelle che allora erano famiglie numerose e che, con dignità e fatica, arrivavano a fine mese.

Una storia popolare

In questo contesto sociale esplose la figura di Nino Ippoliti, ex calciatore della Roma (secondo di Masetti). Fu lui che con l’aiuto di alcuni volontari (Pasquo, Pignatelli, Volpe, Moriconi…solo per citarne alcuni) riuscì a creare la prima società sportiva del quartiere, l’Ina Casa appunto, che mosse i suoi primi passi dal campo Gerini a ridosso dell’Acquedotto Claudio tuttora esistente. Era il 1955. Le pressioni popolari sui politici di allora ebbero il loro effetto e nel 1958 l’Ina Casa ebbe il suo campo in via Selinunte con la struttura che ancora oggi vediamo.

Una storia sportiva

Il campo, per quei tempi, era sicuramente un’opera superiore alla media degli altri esistenti anche se “il drenaggio” del terreno fu fatto col materiale di risulta per la costruzione del quartiere per una decina di metri di profondità. Costruzione in economia, quindi, come si faceva al tempo, ma con il risultato che all’Ina Casa non si ricorda un incontro di calcio sospeso per impraticabilità dovuta a pioggia. La Società conobbe per molti anni veri momenti di gloria; numerosi i campionati giovanili regionali vinti e la soddisfazione di arrivare, con la Prima Squadra, a giocare il campionato di Eccellenza. Insomma l’Ina Casa era il fiore all’occhiello del quartiere che la domenica accorreva numeroso per vedere le partite e, fatto straordinario, pagava anche il biglietto. Ovviamente prezzi più alti per l’attuale Tribuna e più bassi per i posti in piedi che erano dove oggi gli atleti fanno il riscaldamento. Visto che tutto era pensato e ordinato, non poteva mancare la biglietteria, in pratica quella finestrella che vedete sulla destra dell’ingresso. Anche la Serie A femminile della Lazio ha giocato all’Ina Casa con la Sanchez, la Morace, Ernesta, per ricordare alcune delle giocatrici.

Marco Moscarelli

Il nome Ina Casa il campo lo mantenne fino al 1982 quando un giovane calciatore del Quartiere e dell’Ina Casa, Marco Moscarelli, morì in classe per un attacco cardiaco. Il giorno dopo avrebbe dovuto partecipare alla gara del Campionato Giovanissimi. Quella partita non la giocò mai, ma il campo da allora gli è stato dedicato e mi piace pensare che qui, proprio qui, continui a calzare gli scarpini ogni giorno.

Il Real Tuscolano

La società mantenne il suo nome fino al 1991 quando l’ultimo presidente, signor Labia, cedette campo e nome al Gruppo Sportivo Amatori BNL e da allora l’Ina Casa cessò di esistere. Dopo qualche anno di vero splendore sportivo, anche gli Amatori BNL cedettero tutto ad un gruppo di soci (signori Vitelli, Del Tosto ed altri) che cambiarono il nome di nuovo alla società per l’attuale Real Tuscolano.
Pur cambiando nome e proprietà, il campo non ha perso l’anima. Il Real Tuscolano ha continuato ad essere tra le più prestigiose società romane vincendo nel 2002 il Campionato di Prima Categoria per poi disputare con buoni risultati la Promozione e una semifinale di Coppa Lazio Pochi sanno che con il signor Pirozzi (famoso sindaco-allenatore di Amatrice) la Juniores del Real detiene tuttora il record di diciannove vittorie consecutive e che l’ultimo campionato vinto con i Giovanissimi è stato da trionfatori perché ottenuto pareggiando solo due partite e vincendo tutte le altre

Memoria del futuro

Qui termina il breve racconto storico del Campo Moscarelli e dei vari Gruppi Sportivi che dal 1958 si sono alternati nella gestione della struttura sportiva ma voglio ricordare a chi oggi distrattamente attraversa i passaggi che conducono al terreno di gioco o alla tribuna, che in questo posto c’è sicuramente una parte di storia del calcio romano.
È bene ricordare che al Moscarelli c’è stata la serie D con la Stefer, la serie A femminile di calcio, ma soprattutto all’Ina Casa si svolgeva il Torneo Estivo più importante della Capitale, il “Città di Roma” che vedeva scendere in campo, per il proprio quartiere, i più forti calciatori dell’epoca (anni 80). Basti considerare che le tribune – sia quella attuale che quella dove ora ci si fa il riscaldamento – erano strapiene, con migliaia di rumorosissimi, ma corretti tifosi e che di una vittoria nel torneo se ne occupava tutta la stampa locale nonché tutti gli abitanti del quartiere stesso che tributavano ai vincitori veri e propri pubblici trionfi con tanto di caroselli festanti.
Per concludere, siamone orgogliosi del Campo Moscarelli: è una gloriosa parte di storia del calcio romano!!!

Nello Panzini nasce a Roma l'8 agosto del 1947, oggi pensionato Telecom con "buona memoria", si diverte a raccontare lo sport di una volta ed il contesto storico nel quale si praticava. Tuttora tesserato con il Real Tuscolano nel quale, vista l'età, fa quello che può.

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