Grande storia, grande tradizione, grande scherma.
È un’alchimia perfetta quella che l’Accademia d’Armi Musumeci Greco ha realizzato organizzando A fil di Spada la maratona di scherma inclusiva che sabato 16 settembre ha riservato spettacolo ed emozioni a romani e turisti.
Grande storia perché A fil di Spada ha fatto incrociare lame in Piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, monumento dalla simbolicità unica, sintesi della Roma imperiale, della Roma cristiana, dell’Italia Umbertina, di quella delle arti e persino di quella popolare, con il famoso detto del “…giro di Peppe intorno alla (rotonda appresso) alla Reale”.
Grande tradizione quella della scherma italiana, una tradizione che affonda radici a ridosso del primo millennio e che nel ‘400 trovò una prima struttura con il Flos Duellarum di Fiore dei Liberi. Una tradizione che ha portato la scherma a essere la disciplina più premiata nel medagliere olimpico nazionale e di cui l’Accademia d’Armi Musumeci Greco è dal 1878 artefice e testimone preziosa.
Grande scherma perché con A fil di Spada – manifestazione ormai giunta alla sua XIII edizione – Renzo Musumeci Greco ha fatto scendere in pedana campioni nazionali e olimpici come Elisa Di Francisca, due volte oro a Londra 2012 oltre a vari mondiali; Rossella Gregorio, campionessa italiana assoluta di sciabola e già campionessa del mondo a squadre; Alessia Di Carlo, campionessa italiana U23; Damiano Di Veroli, campione del mondo U20; Davide Di Veroli, campione del mondo a squadre; Vittoria Mocci, campionessa italiana U14; Benedetta Stangoni, campionessa italiana U17. Elenco non esaustivo, ma indicativo del livello di partecipazione che A fil di Spada ha messo in campo, unendo campioni e schermidori alle prime stoccate.
Istituzioni e valori
Tutto molto bello, atleti eccezionali e cultori della scherma, scenario di grande suggestione, la sala dell’Accademia di via del Seminario, vera e propria casa-museo, aperta per visite guidate. Pregevole anche la vicinanza delle Istituzioni, testimoniata dai numerosi patrocini ottenuti e dal saluto portato dell’Onorevole Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati.
Sì, tutto molto bello, ma c’è qualcosa in più che rende preziosa una manifestazione come A fil di spada.
Un valore che supera luogo e persone e che riguarda tutti
Il valore di A fil di spada è quello di promuovere ed essere dimostrazione concreta di quanto lo sport, in questo caso la scherma, possa essere un agente e un acceleratore di integrazione e inclusività.
Sulla pedana occasionale di piazza della Rotonda hanno infatti incrociato le lame non solo atleti di ogni età, dimostrando se mai ce sia ancora bisogno che lo sport non conosce anagrafe, ma anche atleti paralimpici. Atleti diversamente abili, nel senso che sono atleti con abilità in più che li rendono capaci di mettersi in gioco come neanche possiamo lontanamente immaginare. Loro lì a schermare e noi a guardare e a capire che ogni loro colpo era un affondo capace di superare differenze, indifferenze e pregiudizio.
Un’attività, quella della scherma paralimpica che l’Accademia d’Armi Musumeci Greco porta avanti da anni con il prezioso sostegno della Fondazione Terzo Pilastro e del suo fondatore Emmanuele Francesco Maria Emanuele che, anche sabato, ha voluto portare un saluto personale agli atleti e al pubblico di A fil di Spada
Per un intero pomeriggio, quindi, le lame che si sono incrociate nel cuore di Roma hanno raccontato di un grande sport, la scherma, e del grande valore da praticare ogni giorno, con o senza lame; quello dello sport inclusivo e per tutti.
Appuntamento al prossimo anno allora, ma con la certezza che nel frattempo ogni giorno sarà un giorno A fil di Spada.