Search
Close this search box.

College. The american way to sportlife

È dove nascono passioni, dove si scoprono talenti, dove si allenano menti e dove si impara a competere, dove si diventa campioni di football, di baseball, di basket o di atletica per una stagione indimenticabile oppure per una vita intera. È un mondo a parte. È negli Stati Uniti. Si chiama College.
0) COVER college

Percorrendo le strade degli Stati Uniti ed entrando nelle diverse città ci si imbatte facilmente in strutture sportive gigantesche e subito si pensa che siano gli stadi di pertinenza dei big del football e del baseball scoprendo in realtà che trattasi degli stadi di proprietà delle università locali.
È arcinoto il valore dello sport nella cultura universitaria statunitense e d’estate, al termine dei campionati professionistici, si ritrova negli sports bar o nei pub, tanta gente appassionata dalle finali dei vari campionati studenteschi, così come ben sappiamo che tanti campioni riescono a giocare in NFL o NBA grazie ai propri successi nei tornei universitari.
Ma come è organizzato lo sport universitario e soprattutto quanti atleti vi fanno parte?
Il sistema è regolato dalla National Collegiate Athletic Association (NCAA) che è un’organizzazione senza scopo di lucro che regola gli atleti studenti di circa 1.268 istituzioni e organizzazioni studentesche nordamericane. Organizza anche i programmi atletici di college e università negli Stati Uniti e in Canada e aiuta oltre 480.000 studenti-atleti universitari che competono ogni anno negli sport universitari.
L’organizzazione ha sede a Indianapolis, Indiana.
È una struttura complessa e organizzata in maniera molto meritocratica, basti pensare che nel 2017 la NCAA ha incassato 1,06 miliardi di dollari di entrate, di cui oltre l’82% è stato generato dal torneo di pallacanestro maschile di divisione I.
Nel 1973, fu adottato l’attuale sistema a tre divisioni (Divisione I, Divisione II e Divisione III)
Secondo le regole NCAA, le scuole di Divisione I e Divisione II possono offrire borse di studio agli atleti per praticare uno sport. Le scuole di III Divisione non possono offrire borse di studio atletiche. In generale, le scuole più grandi competono nella Divisione I e le scuole più piccole nella II e III.

Ma chi partecipa alla NCAA?
Per partecipare all’atletica leggera del college nel loro primo anno, la NCAA richiede che gli studenti soddisfino tre criteri: essersi diplomati al liceo, completare i corsi accademici minimi richiesti e avere una media dei voti qualificanti (chiamato GPA) e punteggi SAT (Scholastic Assessment Test) o ACT (American College Test) minimi.
I 16 crediti accademici devono essere ottenuti da quattro corsi in inglese, due corsi di matematica, due lezioni di scienze sociali, due di scienze naturali o fisiche e un corso aggiuntivo di inglese, matematica, scienze naturali o fisiche o un altro corso accademico come quello di lingua straniera.
Dal 2018 è stato consentito agli studenti di poter firmare una lettera di intenti in attesa di raggiungere i risultati minimi richiesti.
I punteggi minimi richiesti non sono per niente facili, questo per invogliare allievi bravi nello sport a non pensare di poter risolvere tutto con un paio di canestri…

Nell’agosto 2011, la NCAA ha annunciato l’intenzione di aumentare i requisiti accademici per la competizione post-stagionale, comprese le sue due competizioni più importanti, l’ormai defunta Bowl Championship Series di Football (sostituita nel 2014 dal College Football Playoff) e il torneo di basket maschile di divisione I; il nuovo requisito, che si basa su un “tasso di progresso accademico” (APR) che misura i tassi di rendimento e di conseguimento del diploma, è calcolato su una base di quattro anni, a rotazione.
Gli studenti-atleti possono accettare premi in denaro da tornei o competizioni se non superano le spese totali dell’evento. Durante il percorso di studi, per esempio i giocatori di tennis possono ricevere fino a $ 10.000 di montepremi totale.
Gli studenti sono generalmente autorizzati a competere atleticamente per quattro anni ma esiste Gli atleti possono restare fuori un anno mentre stanno ancora frequentando la scuola, ma non perdono un anno di idoneità con la redshirt (una sorta di autorizzazione a frequentare il college per un anno in più senza poter partecipare a tutti gli eventi sportivi).
La NCAA attualmente organizza 90 campionati nazionali all’anno – 46 campionati femminili, 41 maschili e coed per scherma, fucile e sci. Gli sport premiati dalla NCAA includono: basket, baseball (uomini), beach volley (donne), softball (donne), calcio (uomini), cross country, hockey su prato (donne), bowling (donne), golf, scherma, lacrosse, calcio, ginnastica, canottaggio (solo donne), pallavolo, hockey su ghiaccio, pallanuoto, tiro, tennis, sci, atletica leggera, nuoto e diving e wrestling (uomini). L’ultimo sport ad essere ufficialmente sanzionato è il beach volley, che ha tenuto il suo primo campionato nell’anno scolastico 2015-16.

Oltre agli sport di cui sopra, la NCAA riconosce gli sport emergenti per le donne. Questi sport hanno limitazioni di borsa di studio per ogni sport, ma attualmente non hanno ufficialmente sancito campionati NCAA. Un’istituzione membro può utilizzare questi sport per soddisfare il livello richiesto di sponsorizzazione sportiva per la sua divisione. Uno Sport emergente deve ottenere lo status di campionato (minimo 40 programmi varsity per gli sport di squadra, ad eccezione di 28 per la divisione III) entro 10 anni, o mostrare progressi costanti verso tale obiettivo per rimanere nell’elenco.
I cinque sport attualmente designati come sport emergenti per le donne sono danza acrobatica, equitazione, rugby, triathon e wrestling.

Per ogni sport organizzato dalla NCAA diverso dal Football FBS di divisione I, la NCAA assegna trofei con placcatura in oro, argento e bronzo rispettivamente per le squadre al primo, secondo e terzo posto.
Le squadre vincitrici mantengono il possesso permanente di questi trofei a meno che non venga successivamente accertato che sono stati vinti tramite gravi violazioni delle regole.
Sino ad aprile 2021, Stanford, UCLA e Southern California (USC) hanno il maggior numero di campionati NCAA. Stanford ha vinto 128 e UCLA ha vinto 119 campionati a squadre NCAA negli sport maschili e femminili, mentre USC è terzo con 107.

Un’organizzazione mastodontica e capillare che rende possibile creare il serbatoio per tutte le squadre professionistiche dei maggiori sport a stelle e strisce ed inoltre offre la possibilità a giovani campioni di emergere ed a ragazzi più poveri, ma dotati fisicamente, di poter accedere ad alti gradi di istruzione superiore.
Grazie ai valori portanti benessere, correttezza, integrità e lavoro di squadra ogni anno possiamo assistere alle magie dei draft, cioè dell’assegnazione dei migliori giocatori universitari ai team professionistici coronando così il sogna di tanti giovani, e spesso futuri campioni.

 

Riccardo Romano, nato e cresciuto a Roma, rinato e residente a Miami. Avvocato in Italia, consulente food&beverage in Florida, si occupa di servizi di security per grandi eventi e assistenza passeggeri all'aeroporto internazionale di Miami. Appassionato di sport, entertainment e cultura della birra.

ARTICOLI CORRELATI

Wyndham Halswelle

Wyndham Halswelle. L’oro solitario di Londra 1908

Si può gareggiare in una finale olimpica da soli? Siamo ai Giochi Olimpici di Londra, nel 1908, e al White City Stadium di Wembley accade proprio questo. Una vittoria scontata? Non lasciatevi ingannare dalle apparenze, Wyndham Halswelle il suo oro l’ha meritato tutto.

Leggi tutto »
pallone finale Brasile - Uruguay 1950

Superball. La storia del pallone che ha cambiato il calcio

Non propriamente sferico, dodici strisce di cuoio cucite intorno a una camera d’aria, il pallone degli anni eroici aveva una specie di bubbone esterno per il gonfiaggio e quando pioveva diventava una pietra. Colpirlo di testa provocava quasi sempre ferite piuttosto dolorose. Ci penseranno tre italiani d’Argentina a cambiare le cose. Sono loro che nel 1931 brevettano il Superball, pallone completamente sferico, facilmente gonfiabile e che fa nascere il calcio moderno.

Leggi tutto »
Rosadele Facetti

Rosadele Facetti. Una storia di famiglia

L’officina di famiglia, i motori come panorama quotidiano, i racconti del padre pilota, ifratelli che ne ricalcano le orme. Il destino, che aspettava solo il momento giusto, prende Rosadele per mano nel 1964 quando la ingaggia nella sua prima gara. Due volte campionessa assoluta italiana, un’esperienza importante e tragica in Argentina, la Targa Florio, le cronoscalate: un amore per i motori che diventerà anche matrimonio. In tutti i sensi.

Leggi tutto »
Amerigo Vespucci

Il Vespucci prima del Vespucci

Del Vespucci abbiamo raccontato tante avventure. Questa volta parliamo di un altro Vespucci, il primo. Lo facciamo riproponendo un articolo di Italia Marinara del 1928 che arriva a noi grazie al notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale del giugno 2013.

Leggi tutto »
Roland Garros 2021

Roland Garros, racconti di grande tennis – 3

È terra rossa, la respiri, si mischia con il sudore, ti rimane attaccata alla pelle sotto centinaia di occhi che ti fissano dalle tribune e altri milioni che ti guardano in televisione. Ti emoziona? Sorridi, sei fortunato, stai giocando al Roland Garros.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi