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AS Roma. La fondazione come destino

L'anno è certo, il 1927. Le date si alternano tra quelle ufficiali e quelle del cuore. Il 2 maggio nelle intenzioni, il 7 giugno dal notaio, il 22 luglio il primo atto organizzativo. Cercare una data esatta per la nascita di un mito, più che difficile è quasi sempre superfluo. Vale per la fondazione di Roma e vale anche per la narrazione fondativa dell'AS Roma. Per questi colori e questo nome il tempo è poco più che un dettaglio.
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AS Roma

La storia, spesso, ha radici nel mistero. Le date fondative entrano di diritto nel mito, lo conservano per il futuro. Non devono essere certe anzi, meno lo sono e più la storia diventa leggenda.
La fondazione di Roma è un mistero, la sua data è simbolica eppure il ventuno aprile di ogni anno anche gli elementi più lontani e dispersi dell’Universo si danno appuntamento per ricordare una città che come nessuna si è offerta alla Storia.
Poteva essere diverso per l’AS Roma? No, non poteva.
L’AS Roma nasce con il sole. Nel 1927, 7 giugno o 22 luglio che sia, sono giornate di sole, di caldo estivo e di bagni al Tevere, spiaggia di Roma prima ancora del mare. E se anche vogliamo far entrare il 2 maggio nella narrazione fondativa dell’AS Roma, c’è da dire che maggio a Roma è sempre un bel mese.

I tempi stanno cambiano e cambia anche il calcio

L’anno precedente, il 2 agosto 1926, a Viareggio il calcio italiano trova un suo modello di riferimento mettendo mano a problemi che rischiavano di soffocarlo. Di fatto è a Viareggio che nasce il calcio moderno italiano: professionismo, limite un po’ maldestro agli stranieri, riorganizzazione della Federazione e soprattutto Divisione Nazionale, l’antesignana dell’attuale serie A e poi, a seguire Prima Divisione e Seconda Divisione.
Alla Divisione Nazionale sono assegnate venti squadre, sedici d’ufficio dalla precedente Lega Nord, una in virtù di spareggio e saranno i grigi dell’Alessandria, tre della Lega Sud: Internaples, Alba Roma e Fortitudo. Nella Prima Divisione convivono una terza squadra romana, il Football Club di Roma – ascendenze nobiliari e anglofile comunemente chiamato Roman – e un’altra squadra cittadina, costola di una polisportiva che curiosamente si era scelta un nome regionale, Lazio.

Uno scatto di reni

Nella neonata Divisione nazionale le squadre romane sono quindi due, Alba Roma e Fortitudo. La prospettiva è quella di scontri durissimi e il pensiero di attrezzarsi al meglio per le prossime sfide arriva da subito. L’Alba Roma assorbe l’Audace calcio, la Fortitudo la Pro Roma. Non basta però. La prima stagione della Divisione Nazionale per Alba Audace e Fortitudo Pro Roma è un fallimento e si conclude con la retrocessione in Prima Divisione.
Serve uno scatto di reni, cosa che al tempo iniziava anche ad andare abbastanza di moda.

Fondatori

Non due come i gemelli, ma diversi sono gli uomini che legano il loro nome alla fondazione dell’AS Roma. Tutti figli del loro tempo.
Italo Foschi è il presidente della Fortitudo Pro Roma. Uomo deciso, sportivo appassionato, interventista prima della Grande Guerra e poi ferito due volte in trincea, duellante per onore macchiato, fascista della prima ora, federale di Roma. Per Foschi sport e politica sono due facce della stessa medaglia e lui, quella medaglia se vuole appuntare sul petto.
Ulisse Igliori è il presidente dell’Alba Audace. Ardito in trincea, medaglia d’oro al valor militare della Grande Guerra, a Fiume con D’Annunzio, marciatore su Roma con la colonna umbra, squadrista facile di mani, massone almeno fino alla messa al bando, fu deputato del Regno dal 1924 al 1939.
Vittorio Scialoja, direttore del Roman e, per qualche mese del 1935, presidente dell’AS Roma dopo Renato Sacerdoti.
Renato Sacerdoti è altra colonna giallorossa, partecipe alla fondazione, insieme a Pietro Crostarosa – tutti e due del Roman – acquisirà le garanzie finanziarie necessarie all’operazione. Presidente una prima volta dal 1928 al 1935, il suo essere ebreo non gli farà avere vita facile. Dopo la guerra tornerà ad occuparsi della AS Roma in prima persona e ne sarà vicepresidente e poi ancora presidente dal 1952 al 1958.

Giallorosso per destino

La riorganizzazione del sistema calcistico italiano, la necessità di avere una squadra romana che potesse ambire a lottare tra le prime, non ultima anche la visione politica che certamente enfatizzava Roma come destino, convergono nella volontà di dare alla città una squadra di calcio che ne portasse nome e colori. Promotore fortissimo di questo sarà Italo Foschi.
Tre le date che concorrono a definire il mito fondativo dell’AS Roma.
Il 2 maggio 1927 è la data più fumosa. È in questo giorno che nella sede dell’Ispettorato Sportivo della sezione romana Fascio da Combattimento in via San Basilio 51 Italo Foschi e Umberto Guglielmotti, dirigente del Roman e prossimo federale romano, si accordano sul testo di uno statuto costitutivo dell’AS Roma.
Il 7 giugno 1927 è la data ufficiale riconosciuta dalla società. È in questo giorno che in via Forlì 16 Foschi, Scialoja e Igliori formalizzano l’intesa per la costituzione dell’AS Roma. Il giorno seguente la stampa cittadina ne riporterà la notizia con entusiasmo e dovizia di particolari. I colori della nuova squadra sono ora ufficialmente quelli del gonfalone cittadino – il rosso porpora e il giallo ocra – e il simbolo, naturalmente, la lupa capitolina con gemelli.  Sede sociale in via Uffici del Vicario 35, palazzo di proprietà dei fratelli Crostarosa e primo presidente l’uomo che non si era mai risparmiato nel credere a una grande Roma, Italo Foschi.
Il 22 luglio 1927 è la data forse più amata dai tifosi. In questo giorno in via Uffici del Vicario 35 si emana il primo ordine del giorno dell’AS Roma che ne stabilisce l’attività operativa. Dopo la carta, adesso si passa all’azione e per lungo tempo sarà questa la data convenzionale che si vorrà ricordare come momento ufficiale di nascita della squadra.
Lo abbiamo detto all’inizio, però. Datare il mito può essere difficile, ma anche quasi mai necessario.

I primi protagonisti

Ragionare per sintesi consente di fare astrazioni e procedere per simboli.
Delle origini, mi piace ricordare due luoghi e tre persone.
Per i luoghi parlo del Motovelodrono Appio, dove l’AS Roma ha giocato le sue prime partite e, naturalmente, del campo Testaccio tenuto a battesimo da Renato Sacerdoti e per lunghi anni luogo del cuore del tifo giallorosso. Un campo Testaccio che avrebbe meritato migliore sorte e gratitudine rispetto rispetto a quella avuta e che ancora non riesce a scrollarsi di dosso.
Per gli uomini mi piace ricordare William Garbutt, il mister per definizione, primo allenatore dell’AS Roma lo rimarrà per due anni e sarà il primo a conquistare un trofeo, la Coppa CONI.
E poi, inevitabilmente, un figlio di Roma, Attilio Ferraris nato a Borgo Pio, futuro campione del mondo con Vittorio Pozzo, ma campione in campo e fuori, vestirà giallorosso dal 1927 al 1934 e poi nel campionato 1938/39.Ma ancora, impossibile non ricordare Fulvio Bernardini, 286 maglie giallorosse con 47 goal tra il 1928 al 1939 e una sfortunata storia con la Nazionale che da Pozzo gli fu preclusa perché, a suo dire, giocava troppo bene e scombinava gli equilibri della squadra.

Date ufficiali e date del cuore

Qualunque data si voglia ricordare nella narrazione della storia fondativa dell’AS Roma è magma vitale per il suo tifo, ma anche per la città di cui porta nome e colori.
Nome e colori nei confronti dei quali il tempo, in fondo, è appena un dettaglio.

 

Marco Panella, (Roma 1963) giornalista, direttore editoriale di Sportmemory, curatore di mostre e festival culturali, esperto di heritage communication. Ha pubblicato "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015), "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016) il thriller nero "Tutto in una notte" (Robin 2019) e la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021)

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