Ci sono storie che si incontrano, destini che si incrociano e che a volte accorciano distanze che sembrano incolmabili. Proprio come Roma con Los Angeles.
Imprenditore di successo, Dan Friedkin ha fatto del suo per far diventare questa distanza sempre più sottile. Imprenditore, ma anche visionario, quando ha acquistato l’AS Roma non ha solo fatto un investimento, ma ha inseguito un sogno. Una delle più belle frasi cinematografiche su Roma è quella che Ridley Scott fa dire a Richard Harris, alias Marco Aurelio, ne Il gladiatore “...c’è stato un tempo un sogno che si chiamava Roma. Il suo nome si poteva soltanto sussurrare”.
Ecco, siamo al cinema perché dal 2014 Dan Friedkin è anche produttore cinematografico di successo con la sua Imperative Entertainment e come socio della Neon Productions. Per lui hanno girato giganti come Ridley Scott, Clint Eastwood e, ultimo, Martin Scorsese che con la nomination per il miglior film di Killers of the flower moon ha concorso agli Oscar 2024. Nulla ha però potuto contro Oppenheimer che ha fatto da padrone vincendo ben sette statuette su tredici .
Però c’è un però che tinge di giallorosso anche la notte degli Oscar perhé Anatomia di una caduta, avvincente legal drama prodotto dalla Neon di cui è socio Dan Friedkin, ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura.
Non è tutto perché la pattuglia giallorossa alla notte degli Oscar aveva un’altra avanguardia
O meglio, un altro Cavaliere. Paolo Del Brocco è l’amministratore delegato di Rai Cinema e a Los Angeles era al seguito del nostro Io capitano di Matteo Garrone di cui Rai Cinema è tra i produttori.
Come tutti gli uomini di cinema, anche Paolo Del Brocco è un visionario, nel suo caso aggiungiamo anche che è di fresca investitura da Cavaliere della Roma, nominato proprio lo scorso novembre.

Ebbene, Paolo Del Bracco cosa fa? In valigia, oltre allo smoking di rito, mette una cosa che non sa se gli servirà, ma è cosa cara, vissuta e amata: la sciarpa della Roma. Io credo di sapere cosa gli sia passato in mente mentre stava per chiudere la valigia. Si sarà detto “…e se vinciamo, che faccio?”. Eccolo lì, cuore e passione, cuore e visione. Si festeggia sempre con le persone care e con gli affetti. “…la sciarpa, la sciarpa…porto la sciarpa e se vinciamo ve lo faccio vedere io come festeggio…”. Non è andata così, almeno non del tutto.
Io Capitano ha fatto la sua figura perché comunque arrivare a Los Angeles non è da tutti. Non ha vinto. Succede anche ai migliori. La sciarpa, però, non si è lasciata domare e ha lasciato il segno.
La foto ci dice tutto. Paolo Del Brocco non ha vinto l’Oscar, ma la sciarpa giallorossa è lì davanti l’ingresso del Dolby Theatre, sotto gli occhi delle statuette fatte persona, sotto gli occhi di tutti.
Paolo Del Brocco non ha vinto, ma sorride perché in mano stringe affetto e passione.
Roma ha vinto. Anche a Los Angeles.