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Ondina anomala (I)

Trebisonda Valla, per tutti Ondina. Primo oro olimpico femminile italiano a Berlino nel 1936 e per quindici anni protagonista dell'atletica italiana e internazionale. Una grande storia italiana da ricordare a tutti.
Ondina Valla

Quando il Capitano Vittorio Costa, presidente del Comitato emiliano della F.I.S.A. (Federazione Italiana Sport Atletici), molto attivo nella azione di reclutamento di giovani leve nella sua veste di funzionario del Dipartimento dello Sport, vide quella ragazzina filiforme con la folta e crespa capigliatura e un nome impossibile che si era già distinta sui 50 metri piani e nel salto in lungo (m. 3,52), superare abbastanza agevolmente con una già apprezzabile sforbiciata la cordicella tesa fra i due ritti del salto in alto alla misura di m. 1,10, si rese subito conto, da uomo esperto e competente, di essere di fronte ad un soggetto estremamente interessante che meritava sicuramente una segnalazione alla direzione della scuola per l’avviamento all’atletica leggera.
Ancora non può sapere di essere davanti a un’Ondina anomala.

Francesco Vittorio Costa era tecnico navigato avendo gareggiato fin dal 1914 per la Virtus di Bologna, laureandosi campione italiano correndo una frazione della staffetta 4×400. Poi la parentesi della guerra, la Grande Guerra, ne aveva bloccato la carriera agonistica indirizzandolo, una volta cessate le ostilità, verso i ruoli dirigenziali e tecnici.
Dal 1922 era infatti stato eletto nel consiglio direttivo della Virtus e nel 1925, quando la F.I.S.A. trasferì la sua sede a Bologna, Costa entrò a far parte della Giunta Esecutiva insieme a Alberto Buriani (presidente) e all’on.le Leandro Arpinati (vice presidente). Era un personaggio molto stimato per la sua competenza e conoscenza del mondo dell’atletica di allora, tanto da venir chiamato nel 1928 a far parte della giuria dei Giochi Olimpici di Amsterdam insieme al dr. Franco Giongo, altro grande atleta della Virtus e allo stesso Arpinati.

La sopresa della Coppa Bologna

Il 23 giugno 1927 durante la Coppa Bologna, una manifestazione che vedeva in lizza tutte le scuole elementari del capoluogo emiliano, il Cap. Costa era puntualmente al suo posto di organizzatore/osservatore dell’evento e venne subito colpito dalla freschezza e agilità di quella piccola atleta dai capelli castani (che con il passare degli anni tesero al biondo), che correva e saltava con grande slancio e naturalezza.

La ragazzina aveva appena undici anni, era nata infatti a Bologna il 20 maggio 1916, nel quartiere Santa Viola, e frequentava la quinta classe della Scuola elementare Edmondo de Amicis nel popoloso quartiere di Porta Galliera. Era figlia di Gaetano Valle, un esperto artigiano che conduceva una officina di fabbro nella estrema periferia di Bologna, e di Andreana Pezzoli, una donna dedita alla casa e alla famiglia. Trebisonda era l’ultima arrivata in una nidiata dove già figuravano quattro vispi maschietti.
I fratelli Augusto, Filippo, Walter e Rito facevano già sport a livello scolastico e due di loro, Augusto e Rito, si distinsero nella squadretta della Scuola Salvatore Muzzi, tanto che nel 1928 ottennero significativi successi nelle coppe Bologna e Littoriale.Chi può dire che l’emulazione dei fratelli più grandi non abbia anch’essa influito, oltre alle sollecitazioni del Cap. Costa, sulle future scelte della sorellina Trebisonda?

Ondina Valla e la famiglia
(La famiglia Valla)

Trebisonda Valla

Già Trebisonda! Un nome sul quale storici, dell’atletica e non, hanno fantasticato a lungo riconducendo la prima e fatale segnalazione fatta dal papà Gaetano all’anagrafe del comune di Bologna, ad una presunta predilezione per la omonima cittadina turca sul Mar Nero (antica Trapezunte), nome che gli balzava agli occhi ogni volta che passando nel vicolo bolognese posto fra le due torri, quella degli Asinelli e la Garisenda, lo leggeva nella insegna posta in alto scatenando la sua fantasia verso una città da Mille e una Notte anziché verso quel porto commerciale molto caro a pisani e genovesi!

C’è un’altra tesi, anch’essa stimolante, ipotizzata dall’amico Giorgio Bernardi, il quale ha visionato i quotidiani Avvenire e Resto del Carlino del 1916, rilevando come, proprio a cavallo dei giorni in cui la piccola Valla venne alla luce, le cronache riportassero le notizie dei violenti bombardamenti del porto di Trebisonda da parte delle truppe armene impegnate in conflitto armato con i turchi. Tutto ciò potrebbe far pensare che il martellante richiamo dei giornali, avesse colpito Gaetano Valla al punto di registrare la figlia con il nome della tormentata cittadina turca.

Comunque Trebisonda fu e tale rimase fintanto che un geniale giornalista durante una escursione in barca nel golfo di Napoli al seguito della squadra nazionale italiana, ai margini dell’incontro Italia – Belgio del 1930, fece notare alla ragazza che il nome era troppo lungo e troppo “pesante” per una adolescente.

Diventare Ondina

Guardando fuori bordo le onde che si frangevano sui fianchi della imbarcazione, il giornalista, con felice e agevolata intuizione, dette un taglio al roboante Trebisonda e propose alla intimidita ragazza quello più poetico, leggero e simpatico di Ondina; il tutto avvenne con la approvazione della Signorina Marina Zanetti, responsabile della nazionale azzurra femminile e nume tutelare delle ragazze affidate alle sue cure.

Ma anche in questo caso è la stessa Valla che smentisce la delicata ipotesi. In una intervista rilasciata l’8 maggio 1994 alla studiosa bolognese Gigliola Gori, la Valla ebbe a dichiarare che il nomignolo di Ondina era frutto di un errore del giornalista che nel suo reportage aveva scritto Trebitonda anziché Trebisonda, errore che si era poi trasformato in un vezzeggiativo Trebitondina e poi semplicemente Ondina. “Da allora tutti mi chiamarono Ondina – concluse la Valla – ad eccezione dei miei parenti che cominciarono a chiamarmi col diminutivo molto più tardi, dopo i Giochi Olimpici di Berlino”.

La Coppa del Littoriale

Ma torniamo alla Muzzi dove il Maestro Formigini continuò ad occuparsi delle ragazze da presentare alla Coppa del Littoriale, altra manifestazione nata e sviluppatasi sotto l’egida dell’on.le Arpinati, ed in particolare della Valla dietro esplicita richiesta del Cap. Costa.
Ai primi del 1928, esattamente il 12 di gennaio, nei locali al coperto realizzati sotto le ampie tribune dello Stadio Littoriale, impianto inaugurato il 29 maggio del 1927 con la partita di calcio Italia – Spagna (2-0) disputata alla presenza del Re Vittorio Emanuele III e dell’Infante di Spagna, si svolse la prima riunione di atletica leggera riservata alle alunne dei corsi integrativi. Il programma delle gare prevedeva la disputa del salto in alto e salto in lungo con rincorsa e della gara podistica dei 50 metri (quest’ultima da disputarsi all’aperto).

Era la prima volta dell’anno che le alunne erano chiamate in campo aperto a difendere i colori delle loro scuole. L’impegno delle insegnanti, stimolate anche dalle direttive che giungevano dal Cap. Costa, inutile dirlo molto impegnato e integrato anche nella segreteria provinciale del P.N.F., fu molto produttivo e tre furono le scuole che maggiormente si distinsero in questa azione di reclutamento e avvio all’agonismo delle giovanissime alunne: Scuola Salvatore Muzzi, Scuola Giovanni Manzolini e Scuola Giacomo Venezian, dove il Cap. Costa aveva posto gli occhi su un’altra ragazzina “terribile”: tale Claudia Testoni, pure lei bolognese, classe 1915 (19 dicembre), destinata anch’essa a far molto parlare di se in campo atletica.

Quel 12 gennaio la temperatura era particolarmente rigida. Era nevicato e quindi la gara di corsa sui 50 metri non poté disputarsi. Si svolsero invece al coperto le due gare di salto che videro entrambe la vittoria della Valla (m. 1.23 e m. 4.04) (1); nella gara di salto in lungo al terzo posto si classificò Claudia Testoni della Venezian con m. 3,64. Fu questo, almeno con i crismi della ufficialità, il primo degli “scontri” fra le due atlete che andranno poi a ripetersi innumerevoli volte nel corso degli anni a venire.(2)

L’8 marzo, sempre del 1929, ebbe luogo la seconda riunione di atletica riservata alle alunne dei corsi integrativi.
Vinse ancora Trebisonda nelle due gare di salto in programma. La ragazzina si migliorò nell’alto superando i m. 1,28 e saltando in lungo a m. 4,01. Claudia Testoni questa volta fu terza in tutte e due le specialità (1,20 e 3,88).

Ondina VallaLa Bologna Sportiva

Mentre si svolgeva questa attività didattica e la Virtus svolgeva la sua funzione istituzionale volta anche al reclutamento della gioventù maschile, l’on.le Leandro Arpinati, podestà di Bologna, gettò le basi per la costituzione di una nuova Associazione Sportiva, la Bologna Sportiva che, nello spirito del suo ideatore, avrebbe dovuto raccogliere ogni branca dell’attività sportiva cittadina, ivi compresa l’attività femminile, nel magnifico tempio del Littoriale, individuato come sede ideale dell’iniziativa.
Presidente onorario del nuovo sodalizio era la Signora Rita Arpinati, moglie del gerarca bolognese.

Inutile dire che la nuova società acquisì subito nelle sue file le giovanissime speranze Valla e Testoni, insieme ad altre piccole atlete postesi in evidenza nelle gare scolastiche.

La manifestazione che interessava le scuole integrative di Bologna era intanto giunta alla sua terza riunione.
La Scuola Muzzi prevalse sulla Venezian di una trentina di punti e si aggiudicò la vittoria finale.

Valla e Testoni

Bello il duello fra Valla e Testoni nella prova di salto in alto risoltasi a vantaggio di Trebisonda, che riuscì a valicare m. 1,32 sfiorando il record della manifestazione che apparteneva a Eleonora Tonelli, anch’essa militante nella Bologna Sportiva, con m. 1,35, mentre la Testoni giunse seconda con l’ottima misura di m. 1,30. La Testoni vinse il lungo con m. 4,08, gara nella quale la Valla fu solo quarta con m. 3,88.
Le due ragazze si cimentarono anche nella corsa veloce (m. 50) ma vennero battute da Sara Zini della Venezian che uguagliò con il tempo di 7.4/5 il record della manifestazione di Cesarina Bernardi (Bologna Sportiva).(3)

Noterete che ho dato molto spazio a queste gare che nel contesto di una carriera sportiva come quella della Valla, costituiscono la parte meno qualificata sotto il profilo puramente tecnico.
Ritengo tuttavia che esse siano invece molto importanti sotto l’aspetto storico, anche perché molte volte ignorate ed offuscate dal bagliore dei successi che arriveranno in seguito.

L’avanguardia dell’atletica femminile

L’attivismo dell’on.le Arpinati e del Cap. Costa, coadiuvate dalle strutture organizzative della segreteria del P.N.F. bolognese, non aveva soste.
In un momento in cui l’attività atletica femminile era ridotta veramente a poca cosa e i campionati italiani indetti solo a partire dal 1923, la Bologna Sportiva organizzò una riunione internazionale, un evento che a detta dei cronisti dell’epoca fu considerata una fra le più complete manifestazioni svoltesi in Italia e fra le maggiori organizzate fino ad allora in Europa.

La “grande riunione” fu programmata proprio nei giorni in cui a Bologna si svolgevano i lavori del Congresso della F.S.F.I. (Federazion Sportive Feminine International) fondata il 31 ottobre 1921 dalla francese Alice Milliat (5.5.1884/19.5.1957) ed alla quale aveva aderito anche la F.I.A.F. (Federazione Italiana Atletica Femminile), costituitasi il 6 maggio 1923 a Milano in occasione della prima edizione dei Campionati Italiani femminili.

Si iscrissero alla riunione internazionale le migliori atlete in circolazione in rappresentanza di cinque nazioni, Francia, Gran Bretagna, Polonia, Cecoslovacchia e Italia, le più progredite in atletica.

Sorpresa Valla

La Bologna Sportiva iscrisse alla manifestazione cinque delle sue migliori atlete e fra queste figuravano la Valla e la Testoni. Per entrambe, quattordicenne la Testoni e tredicenne la Valla, era la prima gara in assoluto fuori dell’ambito scolastico; parteciparono tutte e due al salto in alto e in lungo.

In un contesto di concorrenti molto qualificato, Trebisonda Valla, che non calzava scarpette chiodate ma semplici scarpe da ginnastica, fu la vera sorpresa in quanto ottenne due quinti posti nelle prove dove fu impegnata con un riscontro tecnico veramente ottimo (m. 1,35 nella gara di salto in alto vinto dalla belga Stevens con m. 1.50 e m. 4,72 nella prova di salto in lungo che vide il successo dell’austriaca Wagner con m. 5.34).

Della sua prova il giornale scrisse: “La Valla è stata la rivelazione della giornata e ha assai favorevolmente impressionato anche i tecnici e le concorrenti estere. È giovanissima, non avendo ancora compiuto i 13 anni. Ha saltato m. 1,35 in alto e m. 4,72 in lungo, misure meravigliose per un elemento così giovane che, unitamente alla sicurezza dello stile, testimoniano di una classe così sicura da consentirgli a maturità atletica raggiunta, le più grandi speranze, purché s’intende, non abusi della sua energia”.

Torino 1929

Dopo l’esordio in campo internazionale, sia pure in una manifestazione da loro organizzata, i dirigenti della Bologna Sportiva si convinsero che era opportuno per far maturare le loro atlete, uscire dalla quotidianità locale e tentare la sorte anche in campi esterni, che non sarebbero stati necessariamente ostili alle bolognesi.

Fu così che venne allestita una squadra di giovanissime atlete, affidata alla guida del dirigente Italo Stancari, che fu iscritta alla 7a edizione dei Campionati Italiani Femminili in programma a Torino il 6 ottobre 1929 sul Campo Sportivo Militare di Corso Vinzaglio in uso alla Società Ginnastica Torino.
Da segnalare che proprio quell’anno la F.I.A.F.,venne assorbita dalla F.I.D.A.L. e le cento ragazze tesserate che in quel momento costituivano la forza del movimento femminile in Italia, furono affidate alle cure di Marina Zanetti, nominata Commissario Tecnico della squadra nazionale.

A Torino Trebisonda Valla fu iscritta alla gara del salto in alto. Con tutta probabilità gareggiò anche nella staffetta 4×75, sicuramente insieme alla Testoni, ma i rapporti ufficiali della manifestazione omettono la composizione del quartetto felsineo che si classificò al secondo posto in 42 secondi netti, dopo la forte squadra della Società Ginnastica Triestina.
Nella prova individuale la Valla giunse quarta valicando i m. 1,35 (stessa misura per le atlete classificate dal 3° al 6° posto) nella prova vinta dalla triestina Ersilia “Silia” Martini con m. 1,40.

Ondina VallaBologna 1929

La prima stagione agonistica della Valla si concluse a Bologna il 13 ottobre allo Stadio Littoriale con le prove dei brevetti atletici femminili, altra iniziativa riconducibile all’instancabile Cap. Costa.
Nove atlete, tutte della Bologna Sportiva, si presentarono alla prova. Trebisonda ottenne il brevetto di 3° grado (massimo livello) vincendo due prove: 80 metri piani (11.3/5) e 80 metri ostacoli (15.0).
Sappiamo che in quell’occasione la ragazza bolognese ottenne anche 1,20 nel salto in alto, m. 7,02 nel getto del peso e m. 21,00 nel lancio del disco, ma di queste gare non siamo riusciti a rintracciare le classifiche.

Direzione futuro

Nel 1930, terminate le scuole elementari, Trebisonda venne iscritta dalla famiglia alla professionale femminile Regina Margherita di Bologna, una scuola che a partire dagli anni ’20 aveva avuto un grande successo presso la piccola e media borghesia, che vedeva negli obbiettivi scolastici dell’istituto, non tanto un percorso professionalizzante quanto una preparazione alle mansioni domestiche e al governo della casa. In parola povere la scuola rifletteva chiaramente l’indirizzo sociale dei tempi che vedeva la donna relegata ai ruoli tradizionali di figlia, sposa e madre.
Sicuramente in questa scelta aveva avuto peso determinante la posizione della mamma di Trebisonda che per la figlia sognava una vita casalinga in attesa di un buon marito. Al Regina Margherita si iscrisse anche Claudia Testoni, amica e compagna di squadra di Trebisonda.

Nel frattempo il partito, conscio della portata della propaganda derivante dalle imprese sportive e con la sguardo rivolto ai Giochi Olimpici di Los Angeles del 1932, sollecitava le federazioni a cimentarsi con le altre nazioni.
La nazionale femminile di atletica era scesa in campo una sola volta a Milano nel settembre del 1927 contro la Francia, riportando una sonante sconfitta (27 a 54).

Napoli 1930

Marina Zanetti, da poco nominata Commissario Tecnico, allestì la sua prima nazionale per l’incontro programmato a Napoli il 19 giugno 1930 contro il Belgio.
Al fianco di nomi già noti alle cronache sportive quali quelli di Lidia Bongiovanni, Bruna Bertolini, Piera Borsani e Vittorina Vivenza, la Zanetti compì un “atto di fede e di coraggio” e convocò la quattordicenne Trebisonda Valla schierandola al fianco della esperta Bongiovanni nella gara degli 80 metri ad ostacoli.

La pista del Campo del Littorio, resa pesante dalla pioggia caduta copiosamente prima dell’incontro, non favorì certo la “leggerezza” della ragazzina bolognese che giunse terza nella gara vinta dalla Bongiovanni (14.1/5) sulla Petit (stesso tempo). La belga battuta era Leontine Stevens, la stessa atleta che aveva superato la Valla a Bologna nel salto in alto nell’incontro internazionale del maggio 1929. Purtroppo la regola dell’epoca che prevedeva la rilevazione cronometrica solo del primo, massimo secondo, classificato ci ha privati del riscontro tecnico della prima gara di Trebisonda in maglia azzurra.

Per la cronaca le ragazze italiane si imposero sulle belghe per 48 a 41. questa la prima vittoria ufficiale della nazionale azzurra di atletica leggera in un incontro internazionale.

Della gita in barca nel Golfo di Napoli vi ho già riferito e quindi da questo momento parleremo non più di Trebisonda, ma solo ed esclusivamente, di “Ondina” Valla!

Firenze 1930

La nazionale belga aveva scelto per la sua trasferta in Italia due sedi turisticamente eccellenti. Infatti dopo Napoli le ragazze fiamminghe si trasferirono in treno a Firenze dove, in notturna, incontrarono nuovamente le avversarie italiane sulla pista della Giglio Rosso sul viale dei Colli, da poco inaugurato.

La Zanetti schierò nuovamente la Valla sugli 80 metri ostacoli, aumentando l’impegno con i 200 metri, gara nella quale il 1° di giugno a Bologna Ondina aveva corso in 28.2/5.

La vittoria delle azzurre fu ancora più schiacciante (52 a 39) di quella ottenuta a Napoli.
La sorpresa più grossa venne proprio da Ondina che a Napoli nella gara degli 80 ostacoli era giunta terza e qui invece si prese il lusso non solo di ottenere la rivincita sulle stesse avversarie, ma di andare addirittura a vincere concludendo la gara nel tempo di 14.0 che rappresentava il nuovo primato italiano della specialità (prec. 14.1/5 di Lidia Bongiovanni stabilito pochi giorni prima, 19 giugno, a Napoli).
Nei 200 metri Ondina giunse terza nella gara vinta dalla Bravin; sconosciuto il tempo.

Praga 1930

La notizia del record italiano fece eco nel circoscritto ambito dell’atletica nazionale e con questo risultato e altre prove positive Ondina staccò il biglietto per i III Giochi Mondiali Femminili in programma a Praga ai primi di settembre.

L’esordio della Valla avvenne il 6 settembre 1930. La quattordicenne ragazzina dai capelli castani chiari si schierò al via della seconda batteria degli 80 ostacoli dove giunse seconda dietro alla giapponese Michi Nakanishi (13.1), concludendo la gara in un probante 13.4 che abbatteva nuovamente il primato italiano della specialità.

Il tempo a Praga non era dei migliori. Per tutta la durata delle gare spirò un forte vento che, guarda caso sul rettilineo d’arrivo fu sempre contrario. La struttura leggera di Ondina non le consentì in semifinale di sviluppare la sua corsa agile e penetrante e la ragazza, giunta terza in 14.0, fu eliminata dalla gara in quanto alla finale accedevano solo le prime due classificate.

Ondina VallaAncora Firenze

Un mese dopo Praga Ondina varcò nuovamente l’Appennino per recarsi a Firenze dove il 5 di ottobre si disputarono i Campionati Italiani Femminili giunti alla ottava edizione. Era la seconda volta nella sua breve carriera che Ondina si presentava al via della massima rassegna italiana; la sua società la iscrisse a ben sette gare! Cinque individuali e due di squadra.

Ondina strabiliò gli astanti e tornò a Bologna con tre titoli italiani (80 ostacoli col nuovo primato italiano a 13.1/5, salto in alto con rincorsa m. 4,43 e salto in alto da ferma m. 1,13) e un secondo posto (salto in lungo da fermo m. 2,19).

Si concluse così una stagione veramente eccezionale per Ondina, la ragazzina bolognese che stupiva tutti. Tre primati italiani stabiliti e tre maglie tricolore conquistate non erano certo un bottino trascurabile!

 

1) Il Littoriale – Bologna, anno III – Sabato, 12 gennaio 1929 n. 11, pag. 2
2) Il Littoriale – Bologna, anno III – Sabato, 9 marzo 1929 n. 59, pag. 7
3) Il Littoriale – Bologna, anno III – Mercoledì, 17 aprile 1929 n. 92, pag. 2

continua

Gustavo Pallicca Starter internazionale con una passione per i racconti, la fotografia e la storia dell'atletica. Stella d'Oro del CONI al Merito Sportivo (1936-2023)

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