Fiume, il calcio e la dignità ritrovata

Fiume significa tante storie. Questa è la storia del suo calcio e dei campioni fiumani che hanno poi vestito tante altre maglie lasciando un segno che va oltre i goal fatti. Questa è la storia di una dignità ritrovata.
Olympia Fiume

Quando l’Olympia Fiume crea la sezione calcio, quattro altre discipline – atletica, boxe, ciclismo, nuoto – sono già avviate da un paio d’anni.
Siamo nel 1906 la passione è tanta, gli avversari pochi.
Tocca sfidare i marinai delle navi straniere che attraccano in porto.
È un goal del 1908 che cambia la storia del  calcio a Fiume, un goal che piega la sicumera di un equipaggio inglese, ma che fa anche scattare la scintilla per richiedere l’affiliazione alla federazione interregionale.

La Fiumana Calcio

I successi per l’Olympia Fiume non mancano.
Campione cittadino (Gloria ed Esperia i rivali più acerrimi), regionale (contro l’Edera Trieste) e anche di III e poi II divisione Venezia Giulia.
È così che arriva il momento di pensare in grande.
Si punta alla massima divisione nazionale e il 2 settembre 1926 l‘Olympia Fiume si fonde con il Gloria e nasce la Fiumana, colori sociali il rosso cardinale, giallo e blu ispirati al cremisi, oro, indaco dello Stato Libero di Fiume.

Una storia di campioni

La storia dell’ Olympia e della Fiumana la scrivono tanti giocatori che hanno calpestato l’erba rada del Borgomarina, oggi Kantrida Stadium.
Rodolfo Volk cento e passa reti con la Roma, Ezio Loik immortale, Marcello Mihalich primo azzurro fiumano, Andrea Kregar centrattacco di ferro, i fratelli Varglien per tutti.

I fratelli Varglien che giocatori!

Giovanni, classe 1911, per tutti Varglien II, per gli amici Nini. A 17 anni esordio nella Fiumana, l’anno dopo nella Juve che si attrezza ad entrare nella leggenda. Può giocare dappertutto e non sempre questo gli assicura una maglia da titolare. Ciononostante colleziona 410 presenze, 42 reti e dovrà aspettare Boniperti per vedersi sfilare il primato di incontri disputati in bianconero (che poi sono anche i colori dell’Olimpia).

Mario è Varglien I, anche lui alfa a Fiume – sei anni più grande del fratellino – omega a Trieste. Olympia, Pro Patria e 14 anni di Juve con 402 presenze, 32 reti. Il cinese è mediano tosto vero, moschettiere di Pozzo nella prima grande impresa mondiale del nostro calcio.

L’ultima partita

L’ultima partita della Fiumana Calcio si gioca in un pomeriggio di primavera 1943.
Dopo è solo rimozione in campo e fuori, e la storia fatica ancora a dire della tragedia.

 La dignità ritrovata

Eppure dalla cenere come l’uccello di fuoco la Fiumana torna oggi a volare nel ricordo.
L’HNK Rijeka ritrova dignità, non nasconde più le proprie radici (Gloria, Olimpia), sceglie i colori della Fiumana per la seconda maglia, e una terza maglia con i colori di tutte e tre le squadre fiumane per la stagione in corso.

È giusto così perché alcune partite non finiscono mai al ’90 e seduti in curva o in tribuna di alcuni stadi non ci sono solo tifosi spettatori, ma testimoni.

Roberto Amorosino romano di nascita, vive a Washington DC. Ha lavorato presso organismi internazionali nell'area risorse umane. Giornalista freelance, ha collaborato con Il Corriere dello Sport, varie federazioni sportive nazionali e pubblicazioni on line e non. Costantemente alla ricerca di storie di Italia ed italiani, soprattutto se conosciuti poco e male. "Venti di calcio" è la sua opera prima.

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