Eraldo Pizzo. 85 anni da Caimano

Eraldo Pizzo, il Caimano della pallanuoto, un gigante dello sport italiano. 85 anni oggi di una vita senza paragoni che in acqua ha trovato il suo destino e a noi ha regalato un campione immenso.
Eraldo Pizzo

Recco tra mare e collina, anzi tra Paradiso e collina perché così si chiama il golfo nel quale Recco s’incastona. È qui, in questo mare dove ti puoi specchiare, che nel 1913, nasce la Rari Nantes Enotria ed inizia ad agitare le acque con bracciate e pallone. Ridenominata Pro Recco nel 1946 sarà protagonista assoluta della pallanuoto diventando ad oggi la squadra più titolata al mondo con i suoi 34 scudetti, 10 Champions League, 17 Coppe Italia, 8 Supercoppe Europee, 1 Lega Adriatica, 1 Scudetto femminile, 1 Champions League femminile, 1 Supercoppa Europea femminile.
Una grande storia dello sport italiano quella della Pro Recco, una grande storia con in seno una leggenda che si chiama Eraldo Pizzo, il Caimano.

Acqua, cloro e pallone

Classe ’38, impara a nuotare a mare da bambino Eraldo Pizzo, ma la sua acqua, quella che lo farà diventare leggenda, è acqua con il cloro.
Nel 1951 in Italia è tutto da fare, tutto da rimettere in piedi. Eraldo ha 13 anni quando inizia a giocare a pallanuoto con i ragazzini della Pro-Recco. Lo dico a scanso di equivoci: nell’Italia di quegli anni ragazzini non è una diminutio e rende molto meglio l’idea di squadra giovanile.
Fatto è che Eraldo Pizzo in acqua, cloro, pallone e calottina trova il suo destino e noi troviamo un campione immenso.

Eraldo Pizzo

La carriera sportiva di Eraldo Pizzo non ha paragoni

In trenta anni – lascerà la pallanuoto giocata nel 1982 – vincerà tutto il possibile, nuoterà tutto il possibile, segnerà tutto il possibile. Quindici scudetti con la Pro Recco, uno con il Bogliasco, il memorabile e inaspettato oro olimpico di Roma ’60, l’oro di Napoli, quello dei Giochi del Mediterraneo del ’63, l’Eurolega nel ’65.  Atleta, allenatore, dirigente, onorificenze; alla carriera sportiva di Eraldo Pizzo non è mancato nulla, neanche una citazione cinematografica. Inutile dire a chi abbia pensato Nanni Moretti nel denominare Da Eraldo il bar della piscina del suo Palombella Rossa.

Soprattutto un Caimano

Ci sono nomi e nomi. Ognuno il proprio. Ognuno un destino, un augurio nel significato latino del termine. Poi ci sono i nomi che ti prendono, quelli che ti guadagni, quelli dove gli altri ti vedono riflesso. Soprannomi, in senso letterale nomi che superano il tuo proprio, che vanno oltre. Stupor Mundi per Federico II, ma senza scomodare la grande storia ci sono poi nomi d’arte, nomi di strada, nomi da cinema.  Indimenticabili tra questi il ferribotte (alias ferry boat) per Tiberio Murgia ne I soliti ignoti, piuttosto che Mandrake per Gigi Proietti e er pomata per Enrico Montesano in Febbre da cavallo.
Implacabile, forte fisicamente, con visione del gioco, Eraldo Pizzo sa colpire, ma anche attendere. Spesso lo fa a pelo d’acqua, calottina e occhi a filo mentre sotto nervi e muscoli sono tesi e pronti allo scatto. Esplode così, irruento, di potenza e precisione, si fa largo, sbraccia, si alza oltre l’impossibile, tira e spesso segna da distanze impensabili.
Come lui nessuno.
Come lui solo un Caimano.

 

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Giulia Colasante si affaccia al mondo nell'ultimo anno del secolo scorso, in tempo per sentirne raccontare in diretta, abbastanza per rimanerne incuriosita. Laureata in Filosofia all'Università di Roma Tre, per tentare di capire il futuro che l'attende studia Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione. Che attende lei, ma anche un po' tutti gli altri.

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