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Il ruggito del Dragone

Il Dragone, una grande storia della vela, ma anche un futuro al quale nessun amante della vela vuole rinunciare.
COVER DRAGONE 01

Finita la seconda guerra mondiale, fatta la pace e fatta giustizia, bisogna riprendere le Olimpiadi con la loro scadenza quadriennale ed i relativi Giochi Velici che erano stati sospesi nel 1940 (accordati a Tokio) e nel 1944 (accordati a Londra).
L’ultima Olimpiade si era svolta a Berlino nl 1936 e, per la Vela a Kiel, già allora centro velico nel mare Baltico di fama mondiale.
A Kiel gli italiani vincono la prima medaglia d’Oro della Vela nazionale nella classe 8 metri Stazza Internazionale con l’imbarcazione Italia (I-20) che, ancora oggi navigante e dichiarata bene storico dal Ministero del Beni Culturali, è ormeggiata a Napoli nella base nautica della Sezione della Lega Navale Italiana.

1948 Londra e Torquay

La XIV Olimpiade del 1948 viene assegnata a Londra e per la vela a Torquay.
La Gran Bretagna e il Comitato Olimpico inglese, sotto l’alto patronato di S.M. il Re Giorgio VI, in una “Europa devastata, il mondo ancora incoerente, gli odii ancora vivi, Londra coperta di rovine”, danno una grande prova di disponibilità e capacità organizzativa. Alla cerimonia di apertura sono presenti oltre 4500 concorrenti di 59 nazioni escluse le nazioni belligeranti (Germania e Giappone) e la Russia che si isola dal resto del mondo.
Cinque le classi veliche ammesse: 6 metri S.I. – Dragoni – Swallow – Stelle – Firefly.
La squadra azzurra è presente in tutte le classi.

Dragone. Classe olimpica

Il Dragone, disegnato nel 1929 dall’architetto norvegese Johan Anke esordisce nell’Olimpiade dl 1948 e sarà in seguito protagonista di ben sette Olimpiadi della Vela (1948 Torquay – 1952 Helsinki -1956 Melbourne – 1960 Napoli -1964 Tokio -1968 Acapulco).
Il Dragone è un monotipo a bulbo nato da un concorso avente come tema: “una barca da regata che possa navigare da porto a porto”. Caratterizzato da una piccola tuga con una cabina con due cuccette e per un equipaggio di tre persone, è una barca da vento forte, tipico dei mari del nord, sottoinvelata rispetto al suo dislocamento, inizialmente molto diffusa nel nord Europa e in Inghilterra e poi in tutto il mondo.  

Dragone

Il Dragone in Italia

Quando il CONI e la Federazione della Vela italiana (nel 1948 si chiamava Unione Società Veliche Italiane) decisero di essere presenti all’Olimpiade di Torquay, in Italia il Dragone non era conosciuto. Fu necessario procurarsi i piani di costruzione e dare l’ordine ad un cantiere affidabile per avere in tempo quello che sarà il primo Dragone nazionale: nome Ausonia, numero velico I-1.
Il cantiere prescelto è il Cantiere Beltrami di Vernazzola (GE) in attività dal 1919. Oggi la barca è di proprietà del Reale Yacht Club Savoia di Napoli

Ausonia

L’equipaggio di Ausonia è composto dai genovesi Giuseppe Canessa (timoniere) e Bruno Bianchi e dal triestino Luigi de Manincor ex ufficiale della nostra Marina Militare.  Pino Canessa è un noto e abilissimo velista, Bianchi e de Manincor sono già olimpionici e Medaglia d’Oro all’Olimpiade di Kiel del 1936 entrambi in equipaggio sull’8 metri Italia.
Il valore dell’equipaggio di Ausoniaera già talmente noto che non costituisce una sorpresa la perizia che hanno dimostrata”. Alla fine delle cinque regate previste, su dodici concorrenti saranno quinti in classifica generale, vincendo anche la quinta prova.

Grandi protagonisti

In seguito il Dragone avrà in Italia un grande sviluppo e brillanti risultati internazionali. Le nostre partecipazioni alle Olimpiadi culmineranno con la Medaglia di Bronzo a Napoli nel 1960 vinta dall’equipaggio partenopeo di Venilia (I-19) di Nino Cosentino (tim.), Antonio Ciciliano e Giulio Di Stefano.
Per molti anni, due equipaggi italiani formati da Nino Cosentino e dal triestino Sergio Sorrentino, daranno vita ad una accanita ed accesa competizione. Protagonisti sulla scena internazionale, i nostri vinceranno tutte le regate  importanti in Europa, battendo spesso i più forti e famosi campioni mondiali: argentini,  danesi, finlandesi, francesi, greci, inglesi, norvegesi, portoghesi, tedeschi, svedesi, autentici assi della categoria.       

Dragone

Il Dragone più famoso al mondo

È senza dubbio il Dragone Bluebottle (K-192) che sotto le insegne della Royal Navy con equipaggio di Ufficiali inglesi vince a Melbourne la Medaglia di Bronzo all’Olimpiade del 1956.
Questa la sua straordinaria storia. 
Nel 1947, quando Elisabetta II, futura Regina d’Inghilterra, sposa Filippo Mountbatten, i soci dell’Island Sailing Club di Cowes donano alla coppia reale quale regale di nozze un Dragone.
Si è appreso poi che la Principessa desidera farlo correre sotto lo stesso guidone usato nelle regate da suo nonno, il Re Giorgio V. Esso era di forma rettangolare diviso verticalmente in blu e rosso con al centro la piuma bianca dei Principi di Galles col motto “Ich Dien” (dal tedesco “Io servo”).
Il Dragone della Principessa è stato costruito presso il cantiere Camper & Nicholson di Gosport (Hampshire – GB) e sarà verniciato in blu reale ed in rosso nella parte immersa.

DragoneE il Dragone non finisce qua

Nel 1973, nell’ultimo periodo del suo enorme successo, l’introduzione degli scafi di vetroresina sembra ravvivare la classe, ma non basterà. Purtroppo dopo l’Olimpiade di Mexico 1968 e la fine dello status di classe olimpica, il Dragone era andato a perdere interesse per poi sparire dalla scena velica agonistica nazionale ed internazionale.
Un gruppo di irriducibili dragonisti italiani, però, ricostituisce l’Associazione Italiana Dragoni che nel 1992 viene riconosciuta dalla FIV.

DragoneNel nuovo millennio, tra gli anni 2000 e 2022, la Città di Sanremo, con l’organizzazione dello Yacht Club Sanremo, diventa la Capitale europea del Dragone.  Decine di armatori si concentrano nella città perla della riviera ligure dove le loro imbarcazioni trovano ospitalità, dando vita ogni anno, in tutte le stagioni, a regate che vedono impegnati grandi campioni ed ex olimpionici.  

Nonostante i suoi 90 anni, il Dragone resta una delle barche a chiglia più stimate del mondo. Le ragioni di questo entusiasmo sono le sue qualità eccezionali di navigazione e un’organizzazione della Classe strutturata ed efficace. Un tale insieme di qualità spiega la sua diffusione mondiale in più di trenta nazioni”.

 

      

 

 

 

Paolo Rastrelli napoletano e appassionato cultore della storia della vela agonistica sulla quale conduce incessantemente studi e ricerche. Ha pubblicato diversi volumi e molti articoli per le principali riviste nazionali ed estere. Con Carlo Rolandi ha fondato a Napoli il Centro Studi Tradizioni Nautiche (www.cstn.it) del quale è tutt’ora direttore e curatore della rivista mensile on-line “NOTIZIARO CSTN” esclusivamente di storia e cultura marinaresca.

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