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Corsaro II. Primi sull’Oceano

1964. Il 5 settembre, indetta dalla Sail Training Association locale, prende il via la regata Lisbona-Bermuda. Il Corsaro II della Marina Militare, partecipa. Dall'agile penna del Comandante Ugo Foschini il racconto di una splendida avventura di vela e di uomini. Un racconto arrrivato a noi dalle pagine del Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche, che riprendiamo e volentieri pubblichiamo
Corsaro II

In occasione del trecentesimo anniversario della fondazione della città di New York, nel giugno 1964 la Sail Training Association organizzava una re­gata tra Lisbona e Bermuda, da disputarsi tra navi e yacht scuola, questi ultimi con compensi in formula RORC. Per l’Italia vi era iscritto il Corsaro II, uno yawl da 21 metri di lunghezza fuori tutto, disegnato da Sparkman & Stephens costruito nel 1960 nel cantiere Costaguta di Genova Voltri. L’equipaggio, imbarcato per l’occasione, comprendeva un tenente di va­scello con funzione di “se­condo”, un ufficiale medico, nove guardiamarina, un sottufficiale nocchiere come nostromo, un nocchiere e un radiotelegrafista che svolgeva anche funzione di cuoco; skipper il sottoscritto, allora capitano di vascello.

La crociera di preparazione

La parteci­pazione alla competizione ocea­nica venne fatta precedere da una fase di addestramento che ebbe inizio il 1° marzo 1964 quando il Corsaro II con il suo nuovo equipaggio mise in vela da La Spezia alla volta di Trieste per una crociera di preparazione che si sarebbe conclusa nel porto di partenza il successivo 15 aprile, dopo avere “maci­nato” complessivamente circa 3000 miglia nei mari italiani.
Si trattò di un rodaggio estre­mamente efficace, che consentì di addestrare i guardiamarina ad espletare i vari servizi di bordo in funzione delle attitudini di ciascuno e, so­prattutto, a selezionare i migliori elementi ai quali affi­dare il delicato incarico di timoniere durante la regata.
Inutile aggiungere che servì anche a collaudare le varie attrezzature ed a valutare il rendimento delle mute di vele imbarcate.

Studiare l’Atlantico

La successiva sosta a La Spezia fu pertanto preziosa per procedere alle inevitabili riparazioni e per approfondi­re lo studio delle cartografie e delle documentazioni metereologiche dell’Atlantico, queste ultime relative al quadriennio 1960-63. Utilissimi, tra l’altro, si rilevarono la consultazione di Ocean Passages for the World, il volume edito dal Diparti­mento Idrografico dell’Ammiragliato, ed un esame accurato delle Pilot Chart.

Corsaro II, regata Lisbona-Bermuda

Verso Lisbona

Il 5 maggio il Corsaro II levò gli ormeggi dalla banchina dell’Arsenale e dette inizio al viaggio di trasferimento a Li­sbona. Da quel momento l’organizzazione dell’attività a bordo avrebbe subito una messa a punto finale, assu­mendo l’assetto che sarebbe stato poi tenuto in regata, con tre guardie di 4 uomini su turni di 4 ore. Tutte le mano­vre per il cambio delle vele o per i viramenti di bordo veni­vano effettuate dalla sola squadra di servizio, con il concorso del Comandante al timone, del “secondo” e del radiotelegrafista. Soltanto per prendere i terzaroli era chia­mata la squadra di co­mandata; quella “franca” non veniva mai toccata.
All’arrivo nella capitale portoghese si ebbe il quadro completo delle unità partecipanti: otto velieri scuola per la I classe; due yacht scuola, uno dei quali il Corsaro II, per la II classe e due per la III classe (erano in partenza quattro, ma due si ritirarono).

In Atlantico

Ai 12 concorrenti il via venne dato alle 13.30 locali del 5 giugno, alla presenza di una folla di appassionati assiepata sulle rive del Tago.
Il Corsaro II tagliava la li­nea del traguardo pri­mo tra tutti, seguito, a qualche lunghezza, dall’inglese Tawau, suo diretto antagonista nella classe, co­mandato dal lieutenant James Myatt; quindi distaccava nettamente il resto della flotta navigando in solitario fino a Palma. Alle 24 del giorno 8 l’isola veniva doppiata e lo yacht italiano entrava in pieno nell’Atlantico.
Le condizioni metereologiche, mantenutesi in uno stato di varia­bilità per quanto concerneva la circolazione dei venti, si fecero a quel punto più fa­vorevoli grazie a un fortissimo aliseo, che consenti­va di procedere ad una velocità pros­sima ai 10 nodi con i timonieri che, due per guardia, si alternavano alla ruota ogni 30 mi­nuti. In cinque giorni così il Corsa­ro Il percorse 1300 miglia, battuto di pochissimo dal Gorch Fock per la conquista della Boston Cup, il riconoscimento per chi avesse percorso il maggiore tratto di mare nelle 124 ore.
Nonostante il vento impetuoso, tutte le altre navi scuola venivano largamente lasciate di poppa e quando lo yacht italiano si trovava già a 400 miglia da Palma, il primo grosso veliero si accingeva a superare l’isola.
Il Tawau, dal canto suo, veniva stimato ad una distanza di circa 200 miglia di poppa.

Meteo anomalo

Durante la navigazione la situazione meteo, seguita a bordo con molta cura sulle carte sinottiche ricavate con i dati trasmessi da Washington e compilate due volte al giorno, si presentava del tutto particolare e non si era verificata in zona da oltre 25 anni. In sintesi una depressione a nord-est delle Azzorre aveva cau­sato uno spostamento più a settentrione della fascia degli alisei. Si decideva quindi di interrompere la discesa in latitudine – la primitiva determi­nazione prevedeva di raggiungere il 23° parallelo – iniziando anzi una lenta risalita a partire dalla latitu­dine di 24 gradi. Su tale nuovo percorso il giorno 14, dopo l’accurato studio della situazione meteo, ci si veniva a trovare di fronte  ad un’alternativa: o spingersi verso latitudini più meridio­nali tenendosi al limite superiore degli alisei secondo il progetto iniziale, oppure puntare direttamente sulle Bermuda; scendendo a sud si sarebbe allungato il percorso, mentre nella seconda ipo­tesi si sarebbero guadagnate circa 150 miglia col rischio, però, di incontrare più fa­cilmente grosse perturbazioni me­teo e, addirittura, qualche temutissi­mo uragano. Si decideva per quest’ultima soluzio­ne.

Radio in avaria e calma piatta

Il giorno 19, mentre si incro­ciava la cisterna Benwell, alla quale l’operatore rt sta­va trasmettendo un tele da rilanciare, l’apparato radio andava in avaria. Da quel momento non fu più possibile mettersi in contatto con la stazione radio di Bermuda.
Il successivo 20, a circa 250 miglia dal traguardo, si entrava in una zona di calma quasi assoluta, della quale veniva a soffrire solo il Corsaro II essendo gli altri concorrenti molto distanziati; sino a qualche ora prima erano state percorse ben 3150 miglia alla velocità media di 8.8 no­di, grazie soprattutto, dopo l’isola di Palma, nelle Ca­narie, al robusto aliseo, che aveva consentito di tenere costantemente a riva lo spinnaker.

Nell’area di bonaccia la barca, sia pure con estrema lentezza, riusciva a seguire la rotta per circa 3 giorni e 3 notti “tormentandosi”, rimanendo talvolta immobile e percorrendo appena 90 miglia. Tutta la zona era sotto l’influsso di un promontorio di alta pressione con il gradiente barico locale al minimo.

 

Corsaro II

Torna il vento!

Finalmente, però, il giorno 24 la situazione accennò a migliorare. Il vento cominciò a farsi sentire, anche in conseguenza dei lontani effetti di un uragano che ave­va lambito le coste delle Bermuda, creando tra l’altro molti problemi ai concorrenti della regata Newport-Bermuda, in quel momento giunti quasi al traguardo.
Subito dopo avere ripreso con decisione la sua marcia, il Corsaro II veniva avvistato da un velivolo della Coast Guard, che si metteva a girare sopra di lui, il che fu interpretato come buon auspicio, mentre lo yacht con spinnaker a riva e rotta sulla linea di arrivo procedeva a velocità molto sostenuta.

Alle 2.25 del giorno 26 veniva avvistato il faro di San David’s Head dritto di prora spaccata! Una grossa soddisfazione, ma non una sorpresa poiché la naviga­zione per ortodromia era stata accuratamente seguita con costanti osservazioni astronomiche diurne e notturne della luna.

Primi!

Alle ore 4 e 42 mi­nuti e 4 secondi, dopo 20 giorni, 20 ore e 12 minuti di navigazione, du­rante i quali erano state percorse 3464 miglia alla velocità media di 7 nodi, veniva ta­gliato l’allinea­mento d’arrivo, primi fra tutti i concorrenti e primi, ovviamente, nella classe. Tutto ciò, si badi, sia in tempo reale che compensato, nonostante un computo errato del rating della barca che pagava al Tawau 29 ore e 36 minuti.
Quest’ultimo concludeva 48 ore più tardi, seguito, 18 ore dopo, dal tedesco Dantzig e, quindi, da altri, con distacchi superiori ai quattro, cinque giorni. Il 5 luglio nella capitale delle isole, Ha­milton, avveniva la solenne cerimonia di premiazione, durante la quale il governatore Sir Martonmere, vecchio amico ed estimatore del nostro Paese, espri­meva, consegnando al Comandante le due coppe – per le vittorie in tempo reale assoluto e compensato per la classe – parole estremamente calorose e lusinghiere nei confronti del Corsaro II, del suo equipaggio e dell’Italia.

Operation Sail

Il giorno successivo la flotta di concorrenti levava gli ormeggi dirigendo alla volta di New York, dove il 14 lu­glio avrebbe avuto luogo, lungo il fiume Hudson, l’Operation Sail, uno dei più sugge­stivi appuntamenti per la vela interna­zionale, durante la quale il Corsaro II polarizzò meritatamente su di sé l’attenzione delle migliaia di appas­sionati presenti e di milioni di telespettatori.

L’equipaggio del Corsaro II

Agli ordini del Capitano di vascello Ugo Foschini erano il ten. di vasc. Enzo Brancaccio, il ten. medico Pierluigi Marignani, i guardiamarina Nevio Chalvien, Tullio Dequal, Sergio Guazzotti, Enrico Martinotti, Mario Molari, Vincenzo Pellegrino, Gino Pennino, Sandro Ravanelli, Marzio Rossignoli, il 2° capo nocchiere Ezio Colligiani, il sottocapo rt Claudio Anulli ed il nocchiere Giorgio Zolezzi.

Corsaro II. La scheda tecnica

Lunghezza f.t.

  m

  21

Larghezza max

  m

    4,87

Immersione

  m

    2,32

Dislocamento

    t

  44

Zavorra     chiglia

int

  16

Sup.vel. standard

mq

205

Sup.vel. massima

mq

420

 

Ugo Foschini (1915- 2012), Ammiraglio, al comando, tra l'altro, di Nave Vespucci, skipper da record.

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