Orgoglio Romano. Tifo, amore e passione
Questa è la storia di un gruppo di tifosi, amici e fratelli. La storia di un amore e di una passione infinita che ci ha fatto dedicare tempo, testa e cuore alla nostra Roma. Una storia che inizia il 26 gennaio 1996, il giorno del battesimo di Orgoglio Romano.
Roma-Inter. Una partita e le sue tante storie
Roma-Inter in una domenica di ottobre. Mentre scorrono le immagini, la memoria mi riporta alla stessa partita, ma di altri tempi, di altre domeniche, di altri volti e altri episodi. Come quello dell’invasione di campo del 17 dicembre ’72 o a quello di Francesco Totti espulso dopo il calcione a Mario Balotelli e ancora a quello, per me doloroso, dello striscione CUCS buttato nel fossato. Altri tempi, altre partite.
Quando la Roma non gioca…
Giorni strani quelli senza le partite di campionato. Certo, gioca la Nazionale, ma a me non basta. Sono quelli i giorni in cui più di altri mi ritrovo a sfogliare vecchie riviste e giornali custoditi con cura, a rivedere foto e a rileggere articoli. Un tuffo nel tempo, un assalto alla memoria di quello che sembrava tutto finito, ma che invece è vivo e adrenalico più che mai.
Roma. La prima di campionato 42 anni dopo
La prima di campionato è l’inizio di un’attesa, una filosofia di gioco e di tifo. La prima di campionato può andare bene o male, ma è sempre la prima di un grande amore che per la stagione nuova si veste a festa. Io la ricordo la prima del campionato 82/83. Io lo ricordo l’inizio di quel sogno. Io, a quel sogno, non ho mai smesso di credere.
Conti, Giannini, Di Bartolomei. Il saluto dell’Olimpico
Altre partite, altre serate. L’Olimpico fasciato di giallorosso per salutare i campioni che abbiamo e che ci hanno amato. Bruno Conti prima, Capitan Giannini dopo e poi la vita di Ago messa in scena per farci battere ancora il cuore. E ancora una volta quei biglietti conservati con cura, mi raccontano tutto.
Il botteghino. L’altare smarrito del calcio
Sole, pioggia, freddo, le file di prima mattina e quelle dell’ultimo minuto, la frenesia, la paura di arrivare e non trovare più nulla. Il botteghino è un altare smarrito del tifo e del calcio, proprio come quei biglietti che al tempo trattavamo come fossero un’ostia consacrata e che dopo molti di noi hanno conservato con la cura di una reliquia.
Olimpico. Ricordi e altre storie
Un tuffo nei miei ricordi romanisti degli anni ’70. Gli anni degli uomini oggetto, del manifestante solitario con il suo misterioso cartello e dello stadio rivestito di ombrelli neri stretti uno all’altro per ripararsi dalla pioggia. Altri tempi e altro calcio. Altro tutto, tranne il cuore generoso della Curva Sud, quello sì che non cambia mai.
Roma. Quando il tifo canta
Sant’Agostino diceva che chi canta prega due volte. Ma avete sentito la Curva Sud cantare come se fosse una voce sola? Non è anche questa l’orazione di una liturgia laica e appassionata? E allora sì, forse possiamo proprio dire che chi canta tifa due volte.
Curva Sud. Idoli, emozioni, ricordi
A volte storie fugaci, altre volte sopite nel tempo, altre volte ancora eterne. Le storie di campo vivono di goal fatti e mancati, ricordi ed emozioni che alimentano una memoria che non conosce prescrizione. Come i goal di Alberto Faccini e Lucio Mujesan, forse non eclatanti, ma abbastanza per essere ricordati ancora una volta.
Quando la Curva Sud giocò al Flaminio
17 giugno 1997, lo stadio Flaminio è tutto giallorosso. Quello per cui Luisa Petrucci, suor Bertilla Cafagna, io e altri tifosi avevamo lavorato da mesi, sta per accadere: la Curva Sud scende in campo per giocare. Il motivo? Una buona causa di nome Madalina.
CUCS. Quattro lettere difficili da dimenticare
Ogni anno il 9 gennaio mi assale il ricordo di una vita di Curva Sud. Il ricordo di quando e di come apparve per la prima volta lo striscione del CUCS. Il ricordo di quando e di come quello striscione apparve per l’ultima volta. Un ricordo amaro che non passa e che rimane come la fede.
Curva Sud. Goal e braccia al cielo
Gioia, liberazione, adrenalina. Il pallone che gonfia le rete, lo stadio che respira, la Curva Sud che impazzisce. È da questi spalti una volta di cemento freddo che l’emozione mi ha stretto petto e gola quando loro correvano verso di noi sbracciando e urlando. Calcio vero, giocatori veri. Se dopo un goal vi capita di vedere altro, tipo quei balletti oggi un po’ di moda, diffidate dalle imitazioni e ricordate che un altro calcio è possibile.
Angelo Jacopucci. Una storia personale
È una storia veloce quella di Angelo Jacopucci. Una storia di 29 anni e 12 riprese. Una storia che si ferma sul ring di Bellaria e che si conclude all’ospedale di Bologna. Una storia di un pugile sfortunato che si intreccia con i miei ricordi di bambino e ragazzo. Una storia che non ho mai dimenticato.
Roma. Derby di settembre
A dodici anni se vai a piedi da Cinecittà fino allo Stadio Olimpico, anzi fino alla Curva Sud, poi te lo ricordi per tutta la vita. Specialmente se stavi andando a vedere un derby. Specialmente la partita finisce con uno stadio al buio illuminato solo da torce fatte con i fogli di giornali. Era il 1969. Era un derby di settembre.
Fernando Fabbri. Dirigente accompagnatore
I presidenti, i calciatori e gli idoli, certo. Una squadra, una grande squadra, è fatta però anche di altri personaggi che, seppur con ruoli diversi, sono parte integrante dell’amore che lega i tifosi ai colori e alla maglia. Proprio come Fernando Fabbri, dirigente accompagnatore della Roma di Dino Viola e del secondo scudetto, papà elettivo di tanti campioni giallorossi.
Curva Sud. Quello sguardo in alto a destra
Curva Sud, viverla è emozione allo stato puro. Sono stato un ragazzo e anche un ex ragazzo di Curva. Impossibile dimenticare le emozioni, impossibile non riviverle ogni volta che ci torno. eppure ogni volta penso a loro, ai ragazzi che entrano in campo. La prima cosa che fanno, immancabilmente, è guardare a destra, verso la Sud che ogni volta spumeggia di anime giallorosse. E allora sì che ti si deve stringere il cuore.
Giuseppe Giannini. Una serata principesca
Un mito il Principe. Un dieci che ci fatto sognare tutti, una classe in campo e nella vita. Un affetto personale il mio, non solo calcististico da tifoso. Un affetto fatto di ricordi, di momento condivisi e di un’amicizia che supera il tempo. Proprio come l’amore per la Roma, che del tempo si fa sempre beffa.
Fedayn. E quanno more er prete…
La Curva Sud è passione e amore sconfinato per la Roma, la sua storia, i suoi colori e la sua maglia. Una passione che passa di generazione in generazione, di padre in figlio e che in Curva trova la grande famiglia del tifo popolare. Una famiglia scossa dalla violenza subita dal gruppo storico dei Fedayn e che la violenza deve sommergere di silenzio, indignazione e indifferenza. Noi le fiamme ce le abbiamo nel cuore e il nostro cuore brucia solo per amore dei colori e della maglia.
Roma. Sempre e per sempre.
Guardo al mese appena concluso, gennaio, il primo dell’anno nuovo e come sempre pieno di intenzioni, promesse e aspirazioni. Guardo al mese di gennaio e mi rincorrono due date di anni lontani. Due date di amore giallorosso che mi hanno segnato per sempre.
Nilo Iosa…Roma. Un amore infinito in quattro lettere
Fondatore nel 1972 del Personal Jet, anima instancabile del cuore giallorosso, amico di presidenti, capitani, giocatori e tifosi, Nilo Iosa ha segnato decenni di tifo organizzato, con fede romanista assoluta e il sorriso di uomo buono.
Luisa Petrucci. Cuore, sciarpa e ombrello
Luisa Petrucci, icona della Curva Sud, madre giallorossa di noi che la ricordiamo col cuore in subbuglio. Una storia di calcio e di amore romanista, certo. Soprattutto, però, una storia di vita esempio per tutti.
Il mio nome è Dante…Dante Ghirighini
“Papà, che ci fa quella Vespa, dentro al campo?”
“Figlio mio quella è una Vespa storica come storico era chi la guidava! Si chiamava Dante!”
Chi tifa Roma non perde mai
Chi tifa Roma non perde mai. Uno slogan? No, un atto di fede. Dichiarazione di un amore che non tradirai mai e che mai ti tradirà.
Curva Sud. Tradizione e Distinzione
Curva Sud. Tradizione e distinzione, non solo parole, non solo un vecchio striscione, ma uno stile che supera il tempo, trasmesso di padre in figlio, da fratello a fratello. Anima nostra, romana e romanista.
Calcio d’estate. Storie di cuore, miracoli e promesse
Il calcio d’estate e le sue storie, alcune fugaci, altre improbabili, ma tante che hanno invece lasciato il segno nella storia della Roma e nel cuore dei tifosi. Tra cessioni avventate, acquisti eccellenti e promesse mancate la seconda parte di una storia da precampionato.
Calcio d’estate. Il caso Falcao
Quando il campionato finisce, si inizia a giocare il calcio d’estate, una specie di fantacalcio che trasforma tutti in procuratori, opinionisti, immancabilmente allenatori e qualche volta persino in calciatori. Quasi sempre visionari. Qualche volta, però, i sogni si avverano.
Roma. Le mie finali…
Le mie finali. Attese e immaginate, tante. Ma anche giocate, qualcuna. Le mie finali di cuore e di passione sono pietre miliari della storia di un amore unico e grande:la mia Roma
Fedayn. Colori, tifo e valori
Fedayn, ovvero 50 anni di amore incondizionato per la Roma. Una storia di tifo che si chiama vita e passione sconfinata.
Calcio, terra e polvere
Calcio, terra e polvere che seccava la gola e si attaccava alla pelle sudata. Quando andava bene. Altrimenti era fango scivoloso o indurito al primo sole. I campi della periferia romana degli anni sessanta non erano solo campi da calcio, erano un mondo.
Il campetto della Subaugusta
Ci vediamo sul campetto, quello di via Subaugusta, vicino il muro di cinta di Cinecittà. Alle tre in punto, noi giochiamo con la maglietta bianca, voi tutti gli altri colori.
Oratorio. Tra Santa Messa e pallone, piccola storia di una generazione
All’oratorio, tra la Santa Messa e il pallone, si dipana la storia di una generazione cresciuta senza fronzoli. Una generazione che idealmente a quel pallone corre ancora dietro. Proprio come quella cresciuta negli anni sessanta sul campetto dell’oratorio Don Bosco di Cinecittà, dove la storia di uno è la storia di tutti.
Dino Viola . Il Presidente indimenticabile.
Presidente della Roma per undici anni, Dino Viola ha lasciato un segno indimenticabile nel cuore dei tifosi. Sono molti quelli che lo sentono ancora come “il mio presidente” e che rimpiangono il calcio e la città del Violese.
Con la Roma in fondo al cuore
Un racconto di calcio, di tifo e di Curva Sud sul filo della memoria. Una geografia del cuore dove quattro lettere diventano i punti cardinali dello Stadio Olimpico e di un amore infinito, quello per la Roma
Curva Sud. Chi ama non dimentica
In Curva Sud chi ama non dimentica. Ci sono calciatori che passano e altri che rimangono, alcuni si ricordano e altri si perdono nella memoria. Poi c’è chi pur passando velocemente lascia comunque un segno nei tifosi. Calciatori e persone perbene.
Quando al ciel s’alzeran le bandiere…
Quando al ciel s’alzeran le bandiere…Il tifo è un inno, migliaia di voci che diventano la voce della Curva Sud, una voce che scuote l’Olimpico al ritmo di cuori e tamburi
Destinazione Curva Sud. Diario di un romanista
Cinecittà-Stadio Olimpico, destinazione Curva Sud. Fine anni sessanta, la prima volta allo stadio in compagnia di un amico più grande, la prima volta con una bandiera vera tra le mani. Il diario di un romanista per un viaggio del tempo e nel tempo.