Bruce Lee e l’urlo di Chen
Il mitico attore hongkonghese/americano girò nel 1972 a Roma il suo penultimo film, prima della prematura scomparsa. Riconosciuto grande esponente delle arti marziali orientali, in particolare del kung fu, Lee non si interessò mai alla competizione sportiva, dedicandosi piuttosto alla cosiddetta difesa personale e facendo sorgere il dubbio nei fan: il piccolo dragone era veramente un campione nelle arti marziali?
Quando Keanu Reeves faceva la riserva
Girato nel 2000 da Howard Deutch, il film “Le riserve” è una riuscita commedia sportiva con Keanu Reeves e Gene Hackman, liberamente ispirato a uno sciopero di giocatori professionisti che nel 1987 sconvolse il mondo del football americano.
Quando Cané era meglio di Didì, Vavà e Pelè…
In un calcio mitico, lontano anni luce da quello di oggi, si consumò l’epopea di Cané, ala brasiliana che infiammò la tifoseria napoletana fino a meritarsi un coro geniale in cui una sua parte anatomica era considerata meglio dei più grandi giocatori verdeoro dell’epoca.
Mateo Flores. Il maratoneta con i mocassini
Nel 1952 lo sconosciuto atleta guatemalteco Mateo Flores, analfabeta e poverissimo, vinse la prestigiosa Maratona di Boston. La sua particolarità? Non potendosi permettere delle scarpe da ginnastica, corse con i mocassini con cui era arrivato negli USA.
Naranjito. L’indimenticabile mascotte di España ‘82
Indimenticabile icona del Mundial spagnolo, come i goal di Pablito e la pipa di Bearzot, Naranjito è ancora oggi una delle più amate tra le mascotte di manifestazioni sportive. Anzi, diventata un riconoscibile simbolo dei tanto agognati anni ’80, il calciatore a forma d’arancia ha trovato ultimamente nuova vita come fenomeno di merchandising.
Robottoni giapponesi. La storia sportiva
Fenomeno culturale a tutto tondo, tra gli anni ’70 e ’80 i cartoni animati giapponesi hanno segnato l’immaginario di più di una generazione. Nel plot narrativo di grandi astrazioni, i robottoni metallici si muovono con disinvoltura tra fantascienza, avventura, buoni sentimenti e critica sociale. Non solo, però. Lo sport, nelle storie dei nostri robottoni, non manca mai
Maradona. “La prossima volta lo faccio…”
Nel 1980, a Wembley, Inghilterra e Argentina si sfidarono in amichevole. Al 20’ il diciannovenne Diego Maradona tentò una giocata pazzesca, che tuttavia terminò di un soffio a lato. Furono le prove generali per il gol del secolo di Mexico ’86.
Oronzo Pugliese. Il vero allenatore nel pallone
Tutti amiamo e conosciamo a memoria il film, girato quasi quarant’anni fa, in cui Lino Banfi interpreta l’iconico allenatore Oronzo Canà. Ma non tutti conoscono o ricordano Oronzo Pugliese, l’allenatore realmente esistito a cui l’attore si ispirò per creare il suo memorabile personaggio.
Lo sport parola per parola
Come nasce lo sport? E cosa significano, davvero, molte parole che si usano nello sport? Spesso diamo per scontati dei significati ormai diventati convenzionali, ma una breve ricerca etimologica può bastare per scoprire una realtà ben diversa.
Calcio in TV. La prima volta della Nazionale
Il 24 gennaio 1954, dopo sole tre settimane dall’inizio ufficiale delle trasmissioni in Italia, l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (Eiar), appena diventato Rai (Radiotelevisione italiana), trasmette la sua prima partita della Nazionale: Italia-Egitto 5-1.
Settebello. La squadra imbattibile
È tra le Nazionali più medagliate di sempre, in uno sport, la pallanuoto, che vanta una orgogliosa tradizione in Italia. Per questo è per tutti diventata il “Settebello”. Ma il vero punto di svolta, probabilmente, fu la partita contro la padrona di casa nella finale dell’Olimpiade di Barcellona del 1992.
Scacchi. La diagonale del pazzo
Gioco millenario di strategia e di sagacia, gli scacchi rappresentano la battaglia dell’uomo contro il tempo e contro i propri limiti. Metafora manichea dell’universo, sulla scacchiera si misura l’intelletto, l’arma più nobile dell’essere umano, e si disegnano le trame del destino. E poi c’è l’alfiere, che si muove lungo la prospettiva più affascinante dello spazio a tre dimensioni, la diagonale del pazzo.
Gevi Basket. A Napoli si ricomincia sempre da 3
Nelle Final Eight di Torino 2024, La GeVi Napoli Basket si impone in finale contro la favorita Olimpia Milano e porta in riva al golfo la terza Coppa Italia della storia.
Demetrio Stampacchia. L’arbitro che morì due volte!
La categoria degli arbitri è sicuramente quella più vituperata sui campi di calcio di tutto il mondo. Sempre sospesi in un equilibrio precario tra le accuse di incapacità e di malafede, spesso ci dimentichiamo che arbitrare una partita di pallone è impresa decisamente ardua. Demetrio Stampacchia da Nola, quella partita l’avrà ricordata a lungo…
Anime. Le eroine dello sport
Uno dei filoni più interessanti dei manga trasposti in anime, cioè in cartoni animati giapponesi, è quello riservato allo sport al femminile. In particolare, in Italia hanno riscosso successo tre eroine: una tennista e due pallavoliste.
Totonno Juliano. Nunn’ ‘e penzà!
Lo scorso 13 dicembre, pochi giorni prima del suo 81esimo compleanno, ci ha lasciato Antonio Juliano, per tutti semplicemente “Totonno”. Fu bandiera del Napoli prima da calciatore e poi da dirigente. La sua è la figura carismatica di un calcio mitico che ormai non esiste più.
Anime. Lo sport demenziale
Nell’animazione giapponese l’atto sportivo è spesso trasfigurato nel lirismo nobile ed eroico dell’epopea dei samurai. Ma oltre agli eroi dalle prestazioni quasi sovrumane, esiste anche un filone demenziale nel quale lo sport è scenario per avventure umoristiche, se non comiche, di personaggi scanzonati, improbabili e surreali.
Abebe Bikila. Il maratoneta scalzo
Tutti lo ricordano come il vincitore scalzo della maratona dell’Olimpiade di Roma 1960. Ma Abebe Bikila non era solo un atleta straordinario, iconico e inarrivabile. La sua vita, spentasi a solo 41 anni, sembra uscita dalla fervida fantasia di uno sceneggiatore di Hollywood.
Holly e Benji. Due fuoriclasse
Il cartone animato sul calcio che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 ha conquistato milioni di giovani telespettatori, tra i quali parecchi calciatori professionisti, presenta alcune interessanti curiosità. Scopriamole insieme in questo articolo.
Piotr Zieliński. Calcio e cuore
In una stagione segnata dall’irruzione sul mercato dei dollari arabi che attirano campioni in piena attività in un campionato meno che mediocre, Piotr Zieliński, in totale controtendenza, preferisce decurtarsi lo stipendio e rinnovare il contratto con il suo Napoli. Ma Piotr è prima di tutto un grande uomo, dai valori importanti, cristallini. Il suo impegno nel sociale, sebbene mai esibito, è encomiabile e ci fa capire perché in Patria, al di là delle sue indiscusse qualità tecniche, tutti lo amino.
Rocky Joe. La boxe nei manga
Con la sua sapiente mistura di arte sportiva e violenza drammatica, la noble art si presta perfettamente al modo di raccontare tutto asiatico del manga. Con la narrazione delle avventure del pugile Rocky Joe, infatti, si chiude la straordinaria trilogia del grande maestro Ikki Kajiwara dedicata allo sport
Crazy Gang. La pazza squadra di Wimbledon
Il 14 maggio 1988 il Wimbledon, vero underdog del campionato inglese, conquistò la FA Cup battendo i molto più quotati rivali del Liverpool. Ma la squadra allenata da Bobby Gould aveva una particolarità: era formata da veri bad boys, ragazzi che nulla avevano da invidiare ai teppisti della periferia londinese. Per questo li chiamarono la Crazy Gang.
Tiger Mask. Il primo anime dedicato al wrestling
L’Uomo Tigre è la prima serie animata giapponese dedicata al wrestling. Amatissima in Italia, raggiunse in Giappone una fama tale che la Federazione Giapponese Pro-Wrestling pagò i diritti alla Toei Animation per portare sul ring un wrestler ispirato proprio a Tiger Mask.
Arrivano i Superboys!
Tutti ricordano le straordinarie sfide calcistiche di Holly & Benji, con ragazzini capaci di prestazioni fisiche al di sopra delle possibilità umane su campi che sembravano prolungarsi fino all’orizzonte. Ma il primo cartone animato giapponese dedicato al calcio risale a ben quindici anni prima, con una storia a tinte più fosche e interessanti analisi sociali.
Seul 1988. Quando Kalusha Bwalya umiliò gli Azzurri
Alle Olimpiadi di Seoul la Nazionale italiana arriva imbottita di ottimi giocatori e con grandi aspettative. Alla fine sarà quarta, lasciando il bronzo alla Germania Ovest. Ma quella edizione è ricordata soprattutto per l’umiliante sconfitta subita dagli azzurri del CT Rocca contro lo Zambia dell’ancora sconosciuto Kalusha Bwalya. Allo Zambia il futuro sembrava sorridere, purtroppo sarà invece un futuro tragico.
Justin Fashanu. Il calcio mancato alla discriminazione
Justin è stato il primo calciatore professionista a dichiarare la propria omosessualità. Ma nel 1990 il calcio inglese non era pronto ad accoglierlo. Cori razzisti e omofobi da parti dei tifosi, discriminazione da parte di allenatori e compagni, perfino il fratello John prese le distanze da lui. Un uomo tormentato dai propri conflitti interiori che lo condussero a un drammatico suicidio.
Kaiser Raposo. L’anticalciatore
Per oltre due decenni, Carlos Raposo ha ingannato numerosi club di calcio fingendosi calciatore, pur non sapendo giocare. Tra finzione e realtà, questa è la folle storia di “Kaiser”
Tifosi in esilio. Il caso Romazzurra
Come vivono la loro passione calcistica i tifosi di una squadra diversa da quella della città in cui vivono? È esperienza più comune di quanto si pensi, in realtà, sia per la vocazione migratoria del nostro Paese, soprattutto nel Meridione, sia perché il blasone delle strisciate spesso esercita un potente richiamo anche per sostenitori abitanti in zone in cui ci sarebbe un ventaglio di scelta maggiore, come nel caso di Roma.
Stefan Schwoch. Benvenuto al Sud!
Dura solo una stagione e mezza l’avventura in azzurro di Stefan Schwoch, altoatesino dal cuore partenopeo, che fu il leader carismatico di un Napoli in grande disarmo. La storia del forte centravanti, per sua stessa ammissione, ricorda molto da vicino il fortunato film “Benvenuti al Sud” diretto da Luca Miniero nel 2010 e interpretato da Alessandro Siani e Claudio Bisio.
1934. Quella volta che il Napoli giocò ai Mondiali
Oggi siamo abituati alle squadre di calcio che indossano alternativamente tre o quattro versioni diverse delle loro maglie da gioco. Belle, bellissime, ma qualcuna anche orribile, spesso diventano cimeli da collezione da inseguire con passione. Ma ci fu un tempo in cui perfino le Nazionali avevano una sola maglia da gara. E se si confondeva con quella degli avversari, beh, allora si doveva lavorare di fantasia…
Napoli. Ricomincio da tre
Il terzo scudetto del Napoli è un evento eccezionale, non solo perché il campionato italiano è cannibalizzato storicamente dalle 3 strisciate, tranne rare eccezioni, ma soprattutto perché soltanto nella vecchia Partenope il festeggiamento sa diventare così visceralmente popolare, caricandosi di risvolti psicologici e sociali. Una sorta di baccanale ancestrale al quale partecipano in egual modo tutte le frange sociali, dal popolo minuto dei quartieri e della periferia, alla borghesia di Posillipo e del Vomero, passando per il gotha della vita artistica della città più passionale d’Italia.
Ferdinando De Matthaeis. Da Lucera ai Cosmos di NY
Ai più, il suo nome non dirà nulla, ma Ferdinando De Matthaeis, centrocampista nato a Foggia 62 anni fa, giocò nei Cosmos di New York insieme a Franz Beckenbauer e a Giorgione Chinaglia. Una storia speciale, come solo lo sport può regalare.
Corrado Barazzutti. Il furto di Forest Hills
1977. Us Open. Forest Hills, più che campi un tempio del tennis. Corrado Barazzutti arriva con la Davis cilena conquistata, è in forma e va avanti sino a dove nessun italiano era mai arrivato. La semifinale lo vede contro Jimmy Connors. Poteva finire in ogni modo, ma quello che fa Connors va oltre l’immaginazione e segna una delle più brutte pagine del tennis.
Brian Laudrup. Il fratello del più forte giocatore danese
Brian era forte, ma il fratello Michael era considerato il più forte giocatore danese di tutti i tempi. Una vita in ombra quella di Brian, riscattata però da un’estate indimenticabile.
Roberto Strulli. Tragedia in campo
Il 14 febbraio del 1965, a seguito di un fortuito scontro di gioco con il centravanti avversario Alfiero Caposciutti, il ventiseienne Roberto Strulli, portiere dell’Ascoli, si accasciò a terra. Portato in ospedale, morì poche ore dopo. La triste storia del primo calciatore professionista morto sul campo in Italia.
Jordi Cruijff. Di padre in figlio
Johan Cruijff, il Pelé bianco, ha sovvertito le regole del calcio inventando spazi e traiettore dove non c’erano o comunque dove altri non osavano andare, ma non lo ha fatto solo in campo. Lo ha fatto anche con il nome del figlio, chiamato Jordi per amore della terra che lo aveva accolto, la Catalogna, e della squadra che riuscì a plasmare a sua misura, il Barcellona.