Anime. Le eroine dello sport
Uno dei filoni più interessanti dei manga trasposti in anime, cioè in cartoni animati giapponesi, è quello riservato allo sport al femminile. In particolare, in Italia hanno riscosso successo tre eroine: una tennista e due pallavoliste.
Totonno Juliano. Nunn’ ‘e penzà!
Lo scorso 13 dicembre, pochi giorni prima del suo 81esimo compleanno, ci ha lasciato Antonio Juliano, per tutti semplicemente “Totonno”. Fu bandiera del Napoli prima da calciatore e poi da dirigente. La sua è la figura carismatica di un calcio mitico che ormai non esiste più.
Anime. Lo sport demenziale
Nell’animazione giapponese l’atto sportivo è spesso trasfigurato nel lirismo nobile ed eroico dell’epopea dei samurai. Ma oltre agli eroi dalle prestazioni quasi sovrumane, esiste anche un filone demenziale nel quale lo sport è scenario per avventure umoristiche, se non comiche, di personaggi scanzonati, improbabili e surreali.
Abebe Bikila. Il maratoneta scalzo
Tutti lo ricordano come il vincitore scalzo della maratona dell’Olimpiade di Roma 1960. Ma Abebe Bikila non era solo un atleta straordinario, iconico e inarrivabile. La sua vita, spentasi a solo 41 anni, sembra uscita dalla fervida fantasia di uno sceneggiatore di Hollywood.
Holly e Benji. Due fuoriclasse
Il cartone animato sul calcio che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 ha conquistato milioni di giovani telespettatori, tra i quali parecchi calciatori professionisti, presenta alcune interessanti curiosità. Scopriamole insieme in questo articolo.
Piotr Zieliński. Calcio e cuore
In una stagione segnata dall’irruzione sul mercato dei dollari arabi che attirano campioni in piena attività in un campionato meno che mediocre, Piotr Zieliński, in totale controtendenza, preferisce decurtarsi lo stipendio e rinnovare il contratto con il suo Napoli. Ma Piotr è prima di tutto un grande uomo, dai valori importanti, cristallini. Il suo impegno nel sociale, sebbene mai esibito, è encomiabile e ci fa capire perché in Patria, al di là delle sue indiscusse qualità tecniche, tutti lo amino.
Rocky Joe. La boxe nei manga
Con la sua sapiente mistura di arte sportiva e violenza drammatica, la noble art si presta perfettamente al modo di raccontare tutto asiatico del manga. Con la narrazione delle avventure del pugile Rocky Joe, infatti, si chiude la straordinaria trilogia del grande maestro Ikki Kajiwara dedicata allo sport
Crazy Gang. La pazza squadra di Wimbledon
Il 14 maggio 1988 il Wimbledon, vero underdog del campionato inglese, conquistò la FA Cup battendo i molto più quotati rivali del Liverpool. Ma la squadra allenata da Bobby Gould aveva una particolarità: era formata da veri bad boys, ragazzi che nulla avevano da invidiare ai teppisti della periferia londinese. Per questo li chiamarono la Crazy Gang.
Tiger Mask. Il primo anime dedicato al wrestling
L’Uomo Tigre è la prima serie animata giapponese dedicata al wrestling. Amatissima in Italia, raggiunse in Giappone una fama tale che la Federazione Giapponese Pro-Wrestling pagò i diritti alla Toei Animation per portare sul ring un wrestler ispirato proprio a Tiger Mask.
Arrivano i Superboys!
Tutti ricordano le straordinarie sfide calcistiche di Holly & Benji, con ragazzini capaci di prestazioni fisiche al di sopra delle possibilità umane su campi che sembravano prolungarsi fino all’orizzonte. Ma il primo cartone animato giapponese dedicato al calcio risale a ben quindici anni prima, con una storia a tinte più fosche e interessanti analisi sociali.
Seul 1988. Quando Kalusha Bwalya umiliò gli Azzurri
Alle Olimpiadi di Seoul la Nazionale italiana arriva imbottita di ottimi giocatori e con grandi aspettative. Alla fine sarà quarta, lasciando il bronzo alla Germania Ovest. Ma quella edizione è ricordata soprattutto per l’umiliante sconfitta subita dagli azzurri del CT Rocca contro lo Zambia dell’ancora sconosciuto Kalusha Bwalya. Allo Zambia il futuro sembrava sorridere, purtroppo sarà invece un futuro tragico.
Justin Fashanu. Il calcio mancato alla discriminazione
Justin è stato il primo calciatore professionista a dichiarare la propria omosessualità. Ma nel 1990 il calcio inglese non era pronto ad accoglierlo. Cori razzisti e omofobi da parti dei tifosi, discriminazione da parte di allenatori e compagni, perfino il fratello John prese le distanze da lui. Un uomo tormentato dai propri conflitti interiori che lo condussero a un drammatico suicidio.