Search
Close this search box.

Quella Pasqua del 1951

Pasqua 1951. Durante le vacanze scolastiche, in un prato qualunque del nord Europa, dei bambini giocano una partitella che si chiama vita.
partitella tra bambini

È il 21 marzo del 1951.  
La Pasqua quell’anno sarebbe arrivata quattro giorni dopo, il 25 marzo.
Siamo in un qualche prato del nord Europa, forse in Olanda perché la foto è conservata all’Archivio Nazionale olandese.
La didascalia recita letteralmente Soccer training for schoolboys during Easter holidays e ci aiuta contestualizzare il momento, le vacanze di Pasqua, ma per il resto la foto parla da sola.

Quel 1951 il mondo è quasi giovane. Quasi.

In Corea si combatte già da qualche mese, nel Nevada gli Stati Uniti sperimentano nuove bombe atomiche, dopo sei anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale 49 nazioni firmano il trattato di pace con il Giappone.

In Italia vediamo nascere il Festival di San Remo, ma anche la tragedia dell’alluvione del Polesine, e il 14 luglio a Silverstone, senza il clamore di una televisione che tarderà ancora qualche anno prima di entrare nelle case, l’Italia è protagonista assoluta nella prima gara della neonata Formula 1: otto macchine e cinque piloti nelle prime otto posizioni.
Prima è la Ferrari guidata da José Froilán González davanti alle Alfa Romeo di Manuel Fangio e Nino Farina e poi ancora Ferrari con Alberto Ascari e Luigi Villoresi, poi di nuovo Alfa Romeo con Consalvo Sanesi, Felice Bonetto e infine Ferrari con Peter Whitehead.

Le vacanze di Pasqua

Quel 21 marzo alcune di queste cose dovevano ancora accadere, altre erano già successe, ma per quei bambini il mondo sospeso delle vacanze di Pasqua era tutto lì: un prato, una porta improvvisata con cappotti, scarpe e chissà cos’altro, un pallone da inseguire, smarcare, passare e tirare.
Guardate bene la foto, guardate i particolari, le espressioni dei visi, il taglio dei capelli, i vestiti, qualcuno gioca persino in cravatta, e guardate le scarpe, qualcuno calza scarpini, qualcun altro quelle di tutti i giorni, buone per tutte le occasioni perché a quel tempo le scarpe non solo si risuolavano, ma si passavano anche tra fratelli.

La partitella di tutti noi

Quella partitella dei bambini su un qualche prato del nord Europa, l’abbiamo giocata tutti, ognuno sul proprio prato e sul proprio campetto improvvisato, durante le vacanze di Pasqua, ma non solo.
Nel 1951 quei bambini che giocavano a pallone avevano la ragionevole speranza di crescere in un mondo migliore rispetto a quello che li aveva visti nascere. Hanno un’età apparente tra gli 8 e i 10 anni; la guerra quei bambini l’avevano già vista.

Pasqua 2022

Per quei bambini, quella del 1951 era una Pasqua di speranza.
Oggi, nell’anno del Signore 2022, l’augurio di Sportmemory è che questa Pasqua possa vedere rinascere la speranza in un mondo migliore.
Un mondo dove qualunque bambino possa essere libero di correre dietro un pallone in qualunque prato.
E possa essere sicuro di poterlo raccontare quando sarà grande.
Quella partitella chiamiamola con il suo nome, chiamiamola vita.

 

Marco Panella, (Roma 1963) giornalista, direttore editoriale di Sportmemory, curatore di mostre e festival culturali, esperto di heritage communication. Ha pubblicato "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015), "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016) il thriller nero "Tutto in una notte" (Robin 2019) e la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021)

ARTICOLI CORRELATI

Curva Sud al Flaminio

Quando la Curva Sud giocò al Flaminio

17 giugno 1997, lo stadio Flaminio è tutto giallorosso. Quello per cui Luisa Petrucci, suor Bertilla Cafagna, io e altri tifosi avevamo lavorato da mesi, sta per accadere: la Curva Sud scende in campo per giocare. Il motivo? Una buona causa di nome Madalina.

Leggi tutto »

Giana Erminio. Calcio e grande storia

Nel calcio dei record, c’è una società di Lega Pro che porta il nome di un soldato diciannovenne. Erminio Giana è un caduto di guerra. Uno dei 651.000 militari italiani, i nostri nonni e bisnonni. Amava la Patria e il calcio, in due parole la vita. Non ha smesso di correre, né di giocare, né di sognare. 

Leggi tutto »
Sivori

Omar Sivori. Ritorno al futuro

Marty McFly e Jennifer Parker hanno tutta la vita davanti, ma la De Lorean di Doc li porta sulle tracce del passato. Questa volta arrivano in Svezia, poco fuori Stoccolma. È il 27 giugno 1957 e in un campo semisconosciuto la Juventus gioca un’amichevole dimenticata con l’AIK Solna. Eppure quella non è una partita qualunque. Quella è la partita in cui inizia il futuro italiano di Omar Sivori, el Cabezon. Campione irripetibile, malandrino e divertente, tra realtà e licenza letteraria, questa è la storia di Sivori che non avete mai letto.

Leggi tutto »



La nostra newsletter
Chiudi