Il Premio Letterario Vesta va a Valeria Gargiullo. La cerimonia di premiazione, ospitata il 14 dicembre presso la Protomoteca del Campidoglio ha celebrato l’autrice classe ’92 con “Mai stati Innocenti” (Salani Editore), libro di indagine su una periferia di Civitavecchia in cui Valeria è nata e cresciuta, la giovane scrittrice ha ricevuto una borsa di studio della Fondazione Lumsa Human Academy. A consegnarglielo, la Professoressa Avv. Iolanda Piccinini, Ordinario di Diritto del lavoro alla Lumsa e componente del Comitato scientifico Fondazione LHA.
Menzioni speciali ai finalisti
Una cinquina meritevole, quella del Premio Letterario Vesta. Accanto alla vincitrice, infatti, i rimanenti 4 finalisti hanno ricevuto una menzione speciale. Il Premio della critica, affidato al giornalista Andrea Fragasso è andato a Giulia Sorrentino, classe 1995, con “Panico 2.0” (Compagnia Editoriale Aliberti).
Andrea Zigrossi, classe 1992, autore di “In un mondo di-vino” (Mondadori) è stato indicato dalla Consigliera al Comune di Roma Antonella Melito, Vicepresidente della Commissione Roma Capitale Statuto e Innovazione Tecnologica, per la menzione speciale “Generazione Zeta”.
Roberto Nicolai, ordinario di Letteratura Greca de La Sapienza, ha invece designato Matilde Falasca, classe 2004, con “Puoi chiamarmi Emma” (Giulio Perrone Editore) per il premio “Primavera Letteraria”.
La menzione speciale “Women in Film Television e Media Italia” è stata consegnata da Astrid De Berardinis a Giada Alberti, classe 1996, con “La Seta e il Cotone” (Progetto Cultura).
Letteratura per vivere
“Il fecondo processo di scrittura, che si sublima nella consegna al pubblico di un libro – dichiara la fondatrice e direttore artistico del Premio Sara Matteucci – è un atto estremamente generoso; i giovani autori finalisti al Premio Vesta si sono espressi grazie alla scrittura e armati di parole, con generosità e coraggio, provano ad esordire con quella cosa di cui nessuno ha bisogno per vivere, ma per sopravvivere: la letteratura”.
Racconti sportivi
Sara Matteucci anticipa un’iniziativa prossima al lancio unicamente focalizzata sullo sport. A gennaio 2024 partirà l’iniziativa Racconti Sportivi – Generazione zeta e sport, parole nuove per definire l’importanza dello sport, nella misura del sacrificio, della vittoria, ma soprattutto della sconfitta.
“Il Premio Vesta – spiega la Matteucci – scende in campo per la partita delle parole, con un invito alla scrittura anche per i non addetti ai lavori. Cercheremo tra i racconti sportivi della generazione zeta quelli in grado di restituire un’immagine di motivazione, impegno e resilienza, ma anche demoralizzazione e scoraggiamento. L’attività sportiva è il termometro della nostra salute mentale, favorisce controllo e consapevolezza maggiore della nostra mente e del nostro corpo. La nostra società ha il compito di educare all’insuccesso: l’archetipo dello sport, in cui sforzo e sacrificio non sono direttamente proporzionali alla riuscita, si fa vettore dell’esigenza di trasmettere ai giovani l’esempio della sconfitta”.