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Paolo Pizzo. “Ora combatto per la parità di genere”

La lotta contro il cancro, il sudore in pedana e la forza di un combattente che vince per ripartire. Vittorie di vita e medaglie sportive di Paolo Pizzo, sotto i riflettori e dietro le quinte
Paolo Pizzo con moglie e figlia

È come se un appassionato di Nutella venisse assunto alla Ferrero”. Parole di Paolo Pizzo a commento del suo incarico di rappresentante atleti in Giunta CONI. Il Sergente dell’Aeronautica Militare, catanese classe 1983, è noto a tutti per il palmarès che, con la sua firma, ha portato in alto la scherma italiana nella specialità della spada: un argento a squadre ai Giochi Olimpici di Rio 2016, due volte campione del mondo (2011 e 2017) e 3 medaglie d’argento continentali (2 individuali e 1 a squadre). È istruttore, mental coach e prossimo a una laurea in psicologia che si affiancherà al titolo di studio in Scienze Motorie.

Paolo Pizzo, due facce della stessa medaglia

Posso definire due fasi della mia vita sportiva: la prima, fino a 27 anni, fatta di irrequietezza, dal momento che venivo convocato in Nazionale in modo discontinuo; la seconda, animata da un senso di liberazione che ha quietato la mia sfera emozionale, dopo aver vinto la medaglia d’oro mondiale (oltretutto a Catania). Punto fermo per me, mia madre, che con la sua dolcezza ha sempre mitigato la mia irruenza”.

Paolo Pizzo
(Photo credit: Augusto Brizzi)

Lavinia, la sua vittoria più grande

La mia vittoria più grande è quella che dal 2015 mi permette di addormentarmi a fine giornata accanto alla donna che amo, dopo aver letto la favola della buona notte alle mie bambine. E’ assai rara la vittoria di avere accanto la persona giusta”.
Il suo identikit si completa, quindi, come padre (Elena, 4 anni e mezzo e Nicole, 2 anni e mezzo) e marito. E la necessità di “conciliare carriera e famiglia”. Rare affermazioni con il fiocco azzurro.

Essere padre. Un incarico senza sosta

In un mondo non ancora equo nelle parità di genere – dichiara Paolo Pizzo – vorrei rendere le mie figlie delle equilibrate combattenti. Nel frattempo sento il dovere di contribuire nel cambiare questo mondo dominato da una leadership ancora troppo maschilista. E lo faccio prima di tutto in casa, trovando il modo di alleggerire il carico a mia moglie. Per questo ho rinunciato alle trasferte internazionali. Non voglio perdermi la crescita delle mie figlie, voglio vivere con mia moglie questi momenti irripetibili”.

Paolo Pizzo
(Photo credit: Augusto Brizzi)

Olimpismo nel cuore. L’eredità dei nonni

Quello che sono lo devo in gran parte ai miei nonni. Porto dentro di me tutte le ispirazioni e gli insegnamenti che mi hanno trasmesso: la testimonianza del periodo bellico e l’abilità di reinventarsi anche in situazioni disperate. Ricordo che il giorno del mio arruolamento in Aeronautica Militare, nonno Rosario, quello materno, mi salutò affacciato dal balcone con gli occhi gonfi di lacrime, anche se sapeva che la mia destinazione sarebbe stata nel Gruppo Sportivo. In quel momento mi resi conto che l’orrore di una guerra lascia tracce indelebili anche in tempo di pace”. 
Di qui, l’alto valore dello sport che Paolo Pizzo conserva da sempre, quello inclusivo, quello del confronto puro. Quello dell’eterna ripartenza.
Quando ero piccolo amavo trascorrere molto tempo nello studio di nonno Paolo, padre di mio padre. Lui collezionava i gagliardetti di tutte le squadre sportive: un amore totalizzante per lo sport che governava il suo essere atleta e tifoso. Per me lo sport è questo, il rispetto del confronto, la priorità etica della carta olimpica”.

Paolo Pizzo
(Photo credit: Augusto Brizzi)

Spada sguainata in pedana e nella vita

La scherma è una partita a scacchi con componenti fisiche e mentali. Una disciplina che ti fa crescere come combattente individuale e, una volta in Nazionale, ti porta a ricalibrare il tuo ruolo da solista in funzione della squadra. La scherma è scuola di vita. Me ne sono reso conto per la prima volta a 14 anni, quando mi diagnosticarono un cancro al cervello. Mio padre mi disse “Adesso fai come in pedana, ti rialzi e combatti. Combatti e vinci”.

Paolo Pizzo ringrazia famiglia, Aeronautica Militare e Giovanni Malagò

Esistono vittorie ufficiali e vittorie invisibili. Esiste un solo sapore per entrambe: la condivisione. Penso ai miei superiori del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare, che mi hanno sempre sostenuto e spronato a non mollare. Penso a nonni, genitori, zii e mia sorella Marina, che mi hanno tenuto la mano nell’inferno del tumore. E penso anche a Giovanni Malagò, che mi ha spinto a candidarmi come rappresentante di tutti gli atleti in Giunta CONI, dandomi la possibilità di scoprire una nuova, entusiasmante, fase della mia vita all’interno del mondo sportivo. E intendo continuare a dare il mio massimo”.

 

Daniela Cursi Masella pubblicista e press officer. Sceneggiatrice e regista di “Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato”, tratto dal suo omonimo istant book. Autrice del libro “Imperfetta” (Baldini & Castoldi Editore) e del reality “Campus Life Experience 2020".

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