L’escursionismo non è una passeggiata, letteralmente.Non si tratta solamente di camminare ad alte quote, è molto di più. Per chi vive la montagna, lontano da chalet e cioccolate calde, l’escursionismo è un modo per connettersi davvero alle cime, sentirle e mettersi alla prova. I percorsi sono diversi, di solito lungo sentieri di difficoltà e lunghezza differenti che rendono l’esperienza una componente indispensabile di questa attività.
Sempre difficile datare uno sport, ma con l’escursionismo abbiamo alcuni appigli letterari che ci possono essere di buona guida. Qualcuno azzarda anche ad arruolare il leggendario “ötzi”, l’uomo che veniva dal ghiaccio, altri invece preferiscono pensare all’imperatore Adriano che ascende l’Etna. Nella tradizione letteraria italiana inoltre si tiene traccia del primo turista “senza scopo”: Francesco Petrarca infatti sale con il fratello Gherardo al Monte Ventoso, in Provenza. L’impresa è documentata nella lettera del poeta, raccolta nelle Familiares, dove viene paragonata la salita al monte come una ricerca interiore verso la conoscenza di sè stessi.
Non si smette mai di imparare
Se l’esperienza è davvero l’arma migliore per affrontare le cime allora Carlo Coronati è la persona giusta: per 25 anni ha collaborato con diverse associazioni per portare quante più persone alla scoperta delle alture italiane, prediligendo da sempre le traversate e le escursioni ad anello.
A lungo arlo Coronati è stato inoltre maestro elementare e la vicinanza con i bambini lo ha aiutato a mantenere un atteggiamento curioso che facilmente si ritrova nei suoi lavori.
Carlo Coronati ha fatto della montagna la propria bussola
Dopo aver pubblicato diverse guide sulle sue visite agli Appennini e le Alpi Occidentali, dà alle stampe un nuovo lavoro, sempre per le Edizioni il Lupo.
Tutto quello che avreste voluto sapere sull’escursionismo ma nessuno vi ha mai detto, è un pamphet dove il romano racconta in maniera allegra ed ironica la “sua” montagna.
Coronati lo ha descritto così: “è un libello, che viene di getto, chiacchierando con gli amici fidati quando si torna da una cima o si commette l’ennesimo, perdonabile errore, sorprendendosi di essere ancora capaci di sbagliare. Mai stupirsi, la montagna è lì per dimostrarti la fragilità delle tue certezze. Poi esiste l’esperienza, quella che si accumula negli anni, fatta sul campo, che non deve generare sicurezza e nessuna patente di autorevolezza”.
Un libro tutto da leggere quindi, ma anche tutto da vedere, arricchito com’è dalla matita di Marcello Morisani.
E in fondo, un’escursione letteraria può essere anche il primo passo di una nuova passione