Search
Close this search box.

Il sesto continente

0) COVER FABIO VERNA

Cominciai ad appassionarmi e conseguentemente ad impegnarmi nelle attività sportive sin da ragazzino, probabilmente inseguendo il ginnasiale insegnamento, tratto dalle Satire di Giovenale, mens sana in corpore sano.
Ma ancor prima, da bambino, era nato il mio amore per il mare, come credo possa essere accaduto ad ogni bambino del mondo; amore che crebbe poi negli anni successivi con le regate veliche. Proprio durante quelle regate, mentre mi spostavo sulla tuga delle imbarcazioni aggiustando le vele alla ricerca del vento migliore, mi ritrovai spesso a fissare sotto di me il “blu” su cui lo scafo filava. E quel “blu” continuò col tempo ad attrarmi sempre maggiormente, così la mia passione passò da sopra il mare a sotto il mare, cominciando così a conoscere la subacquea, un impegno che mi offrì l’opportunità ancor oggi che ho i capelli bianchi, di poter esplorare il “sesto continente”. Uno sport che coniuga l’impegno psicofisico attitudinale con una voglia di conoscenza di un mondo vastissimo dove noi, esseri umani, possiamo essere solamente ospiti di passaggio. Barriere coralline, relitti, biologia marina, i tanti misteri del mondo sommerso avevano facilmente catturato il mio desiderio di conoscenza, dunque per anni scelsi come meta dei miei viaggi i mari più belli del mondo.

Mi resi conto sin dalle mie prime immersioni che scendere nel blu richiedeva conoscenze ed esperienze per me inusuali e dunque oltre allo studio della didattica, mi rivolsi a capaci istruttori per formarmi in questa mia nuova passione, così passo dopo passo o forse sarebbe più corretto scrivere: brevetto dopo brevetto, cominciai a scoprire le meraviglie dei fondali marini.
Andare sott’acqua è sicuramente una piacevole esperienza, lo slogan promozionale di una delle scuole di preparazione più note nel mondo della subacquea è, appunto: “dive is fun”, ma per scendere in sicurezza bisogna essere adeguatamente preparati, soprattutto tenendo ben presente le differenze tra le immersioni ricreative e quelle tecniche. Tra le immersioni di specialità, desidero ricordarne solo alcune: profonda o deep dive, notturna o night dive, ed in particolare vorrei ricordarne una a cui mi lega un aneddoto personale, l’immersione in corrente o drift dive.

Maldive, atollo di Ari, dall’isola di Maafushivaru ci spostammo con il classico dhoni, la barca che solitamente viene usata dai maldiviani per portare i subacquei sui siti d’immersione, verso una pass oceanica, appunto uno di quei passaggi che mettono in comunicazione le acque generalmente più riparate degli atolli con la forza del mare aperto. Il dhoni ci lasciò all’imbocco della pass, lo avremmo ritrovato successivamente all’interno della barriera dove saremmo arrivati portati dalla forte corrente, provando la sensazione di volare pur trovandoci ad una ventina di metri di profondità.
Entrammo in acqua con il consueto passo del gigante e scendemmo sul fondo per raggrupparci; in totale eravamo in 7, apriva il gruppo un dive master, la guida subacquea che tracciava la rotta per il gruppo, in mezzo io ed altri 4 corsisti ed ultimo il nostro istruttore che avrebbe dovuto valutare come ce la saremmo cavata nelle varie prove di specialità previste per ottenere il brevetto advanced. Inoltre ove fosse accaduto qualche imprevisto, l’istructor sarebbe potuto andare in soccorso di chi tra noi subacquei alle prime esperienze si fosse trovato in difficoltà.

A quel punto entrammo uno alla volta nel flusso più forte della corrente, e cominciammo a correre sospinti dalla velocità delle acque. Gli imprevisti sott’acqua possono essere molteplici, una maschera che si riempie d’acqua, il cinghiolo di una pinna che si sgancia, un eccessivo consumo di aria…quel giorno di imprevisti ne avemmo cinque ed arrivarono tutti assieme, infatti ci vennero incontro cinque squali pinna bianca che forti della loro capacità natatoria, risalivano la pass per andare in cerca di cibo in mare aperto.

Di norma i pinna bianca non attaccano i subacquei, ma sicuramente non saprei come avrebbero reagito se noi portati dalla corrente, fossimo andati ad urtarli. Il nostro dive master si rese immediatamente conto del pericolo e ci segnalò di scendere sul fondo sgonfiando completamente i GAV, i giubbotti ad altezza variabile che oramai tutti i subacquei indossano per gestire al meglio un’immersione, ci fece comprendere a gesti, esistono infatti degli specifici segni per comunicare sott’acqua, come aggrapparci sul fondo dando così modo ai “pinna bianca” di passarci sopra la testa. Quel punto della pass era particolarmente stretto e sul fondo lo spazio per noi tutti era limitato, dunque io non riuscii a trovare un posto accanto ai miei compagni d’immersione, così non mi rimase altro che accostarmi il più possibile alla barriera tenendomi ad un corallo per non farmi trascinare dalla corrente che mi avrebbe portato, con grande probabilità contro uno degli squali. La decisione del dive master si rivelò tanto prudente quanto corretta, gli squali sfilarono sopra di noi pur vicinissimi, potemmo così terminare l’immersione soddisfatti, oltre della prova in corrente, soprattutto di quell’incontro particolarmente ravvicinato, con i “pinna bianca” che per me furono i primi squali della mia allora iniziale attività da diver.

Più tardi al rientro al resort commentando la nostra avventura con gli altri sub, la mia compagna che invece era rimasta a crogiolarsi al sole, mi chiese: “ma non hai avuto paura?” In quel momento non le risposi, ma solo più tardi nel bungalow avendo difficoltà a prendere sonno, lei mi chiese nuovamente se non avessi avuto paura nei momenti in cui gli squali ci erano passati accanto, io le dissi: “certo che ho avuto paura, infatti stavo pensando a cosa sarebbe potuto succedere se il corallo che mi aveva consentito di non essere trascinato via dalla corrente si fosse spezzato”!

Sono oramai passati tanti anni e soprattutto tante immersioni, ma anche oggi che anch’io sono diventato un dive master, quella scena con gli squali che ci passarono sopra le nostre teste la rivedo come allora, ed ancora sento l’adrenalina che in quella pass accese le mie emozioni.

Fabio Verna, economista con una maturata esperienza sui mercati finanziari, già docente di Analisi finanziaria presso l’Università di Messina, è un professionista con una pluriennale esperienza nel risanamento delle imprese in crisi. Autore di alcuni saggi di economia è anche un conosciuto opinionista televisivo. Sin da giovanissimo si cimenta nelle arti marziali, successivamente partecipa da velista a numerose regate d’altura, sino a riscoprirsi subacqueo sulle soglie dei quarant’anni, oggi come Dive Master questa passione lo ha portato ad immergersi sulle barriere coralline o sui relitti nei mari tropicali tra i più belli del mondo.

ARTICOLI CORRELATI

Maria Antonietta Avanzo

Maria Antonietta Avanzo. La Prima

Avvolta nel mistero che spetta alle grandi storie, Maria Antonietta Avanzo è la prima pilota italiana a correre la Targa Florio (1920) e la Mille Miglia (1938). La sua sarà una carriera che lascerà il segno nel costume e nella storia dell’automobilismo. Una carriera che la farà essere la Prima. La Prima di tutte.

Leggi tutto »
Naranjito

Naranjito. L’indimenticabile mascotte di España ‘82

Indimenticabile icona del Mundial spagnolo, come i goal di Pablito e la pipa di Bearzot, Naranjito è ancora oggi una delle più amate tra le mascotte di manifestazioni sportive. Anzi, diventata un riconoscibile simbolo dei tanto agognati anni ’80, il calciatore a forma d’arancia ha trovato ultimamente nuova vita come fenomeno di merchandising.

Leggi tutto »
A fil di spada

A fil di spada. La scherma bella e inclusiva

Il 16 settembre, nella suggestiva cornice di piazza della Rotonda e del Pantheon, la tredicesima edizione di “A fil di spada” ha visto grandi campioni e atleti alle prime stoccate incrociare le lame per promuovere la scherma nella sua declinazione più bella, inclusiva e senza età.

Leggi tutto »

Montespaccato. Quando il calcio diventa esempio

8 febbraio, ore 19,00. Al Cinema Troisi di Roma la presentazione ufficiale al mondo dello sport italiano del cortometraggio “Montespaccato Calcio. Legalità in campo”, realizzato da Sportmemory nell’ambito del progetto “Roma Sport Sociale”.

Leggi tutto »
Zipline Lago d'Orta

Outdoor ai Grandi Laghi. In Piemonte

La magica atmosfera dei Grandi Laghi dell’alto Piemonte, tra sentieri profumati e giardini in fiore, si alterna a nuove esperienze outdoor e wellness sulle verdi e panoramiche montagne ossolane. Tra adrenalina e slow living, un’occasione per aprire la bella stagione.

Leggi tutto »
Spalding

Albert Spalding. Il Gran Tour del Baseball

Spalding, un nome che dice tutto. Anzi, quasi tutto. Non dice del Grand Tour del baseball voluto da Albert Spalding, prima giocatore, poi presidente e co-proprietario dei Chicago White Stockings (ora Cubs). Non dice dell’incredibile viaggio che tra il 1888 e il 1889 portò il Chicago e l’All American Team a giocare in tutto il mondo. Un’avventura sportiva che guardava già al futuro, ma soprattutto una grande impresa romantica

Leggi tutto »