Ci siamo. Si alza il sipario sulla nona edizione del Rally Maya.
Quest’anno sono 110 le vetture che non vedono l’ora di competere nella gara di regolarità tra le più impegnative al mondo. 1.100 chilometri che iniziano nello stato di Campeche per arrivare sino a Cancun, nello stato di Quintana Roo.
Ciudad del Carmen alle 8 di mattina ha una luce tutta sua e noi sfiliamo lungo le vie con le case colorate di pastello che ci fanno da cornice. Basta però allungare un po’ lo sguardo che anche l’oceano sembra essere lì per salutare la nostra partenza. Ciudad del Carmen si trova nel sud est del Messico tra il golfo e la laguna de Terminos, area protetta dove la natura batte sempre un colpo con delfini e tartarughe che in acqua regnano incontrastati.
Ora, però, i 325 chilometri della prima tappa Ciudad del Carmen-Campeche ci aspettano!
L’impegno sociale
Come sempre, una citazione di merito particolare la dobbiamo al grande impegno sociale del CO Lic De La Pena che grazie alla fondazione Alejo Peralta e Telmex-Telcel, in ogni tappa del Rally distribuisce sedie a rotelle e biciclette alle famiglie meno abbienti. Ovunque si faccia non è mai poco, qui vale moltissimo.
Team IUSA
Il team IUSA del quale faccio parte in questa edizione, ha schierato ben otto vetture, tutte straordinarie. Tra queste una Maserati Ghibli e una Pantera de Tomaso del ‘70, una Mercedes Benz 280 SL, una Chevrolet Camaro del ‘68 e due Ferrari 308 GTS. Due sono già state selezionate per partecipare al prestigioso Concorso di Eleganza che si terrà il giorno seguente alla prima tappa.
Noi
Al mio fianco, come nella scorsa edizione, c’è Marina Grassi. Un primato lo abbiamo già conquistato e lo rivendichiamo con orgoglio: anche quest’anno siamo l’unico equipaggio femminile.
Ferrari 308 GTS
Ho potuto testare per la prima volta la mia Ferrari 308 GTS del Peralta Racing Team IUSA subito dopo le verifiche tecniche e sportive. Traffico permettendo mi ha piacevolmente impressionato per la sua facilità di guida. La livrea della mia Ferrari è stata curata nei minimi dettagli. Sul cofano l’immagine commemorativa di mio padre Piero ci accompagnerà per tutta la gara insieme, naturalmente, ai supporter personali tra cui Pirelli che ci fornisce le gomme e Water House, azienda americana che si occupa di acqua purificata.
Partenza con tetto aperto per i fotografi
Detta così può sembrare una bella storia per la scenografia del Rally Maya. Peccato, però, che i meccanici si siano impossessati dell’hard top lasciandoci per più di 200 chilometri a cielo aperto alla mercè di scrosci di pioggia e di sole cocente.
Il caldo fa la sua parte
Uscendo dal parco chiuso, a causa di una inspiegabile interferenza di segnale, ci salta il Rabbit, software ufficiale del Rally, che sostituisce in toto i cronometristi.
La temperatura altissima ha creato enormi problemi a molti equipaggi non solo di motore, ma anche al GPS collegato a tutta la strumentalizzazione del navigatore tanto che Marina, la mia copilota, è dovuta ricorrere ad uno stratagemma: inserire il cellulare e l’IPad nella ghiacciaia al posto della Coca Cola e degli integratori!
Dieci ore così, vi assicuro, non finiscono mai!
A proposito della Ferrari
In chiusura di questi appunti della prima tappa, utile ricordare alcuni particolari dell’altra anima con la quale io e Marina Grossi condivideremo i 1.100 chilometri di gara: la Ferrari 308 GTS.
Disegnata da Pinifarina, affidata a Scaglietti per la carrozzeria, la 308 GTS sarà prodotta dal 1975 al 1985 ed entra in linea per superare la Dino GT4 come modello di accesso al mondo Ferrari. Cilindrata di 2926cc, motore V8 da 240 Cv con cambio a 5 marce ad innesti frontali da spingere fino a una velocità massimo di 255 km/h.
Insomma, una macchina di gran rispetto e io non vedo l’ora di dividere con lei le mie giornate messicane del Rally Maya.