La morte di Filippo, giovane campione del mondo di canottaggio, per me è stato un dolore immenso, capace di fare vacillare ogni certezza ed equilibrio.
Non posso pensare che qualche giorno prima di morire Filippo mi scriveva: “Caro Antonio ci sentiamo nei prossimi giorni che ti racconto, ma nulla di bello. Grazie mille comunque”.
Sono passati 15 mesi da quel maledetto giorno in cui dopo averlo sottoposto, all’Istituto di Medicina dello Sport a Roma, ad una risonanza magnetica al ginocchio, si sarebbe svelato un osteosarcoma.
Un momento terribile che nessun medico dovrebbe provare.
Tra noi c’è sempre stata una complicità ed affetto e lo consideravo come un figlio acquisito.
Tuttavia, con il cuore a pezzi, dovevo infondergli ottimismo, coraggio e forza.
Alla mamma Monica, al papà Guido e alla sorella Elisa, richiamati urgentemente dalla loro casa di Cernobbio e giunti in serata a Roma, invece ho dovuto dire la verità.
Caro Filippo hai combattuto con coraggio il tuo male non perdendo mai l’orgoglio e la generosità che hanno fatto di te un grande uomo e un immenso campione.
Sono io che ringrazio Te.
Riposa in pace, non ti dimenticherò mai.
![Coppa Rimet 1934](https://www.sportmemory.it/wp-content/uploads/2024/02/00-cover-3-300x157.jpg)
Coppa Rimet. Novanta anni dopo
La prima volta in Europa per la Coppa del Mondo tenacemente voluta da Jules Rimet. Una prima volta nostra, che la organizziamo e la vinciamo anche. Merito di tutti, merito di tanti, merito suo, di Vittorio Pozzo, l’alpino allenatore, l’unico che la vincerà per due volte. La grande storia del nostro calcio nazionale, inizia così.