Riccardo Acerbi ha appena inaugurato, nella splendida cornice dell’Acquario Romano, a pochi passi dalla Stazione Termini, la mostra fotografica “aMARMI. Il Foro Italico negli scatti di Riccardo Acerbi”, raffigurante i colossi di marmo bianco di Carrara che circondano lo Stadio dei Marmi, che invito tutti ad andare a vedere, per conoscere ancora meglio la sua anima, e che ho avuto l’onore di curare.
Ci conosciamo da quasi vent’anni, eppure non mi sarei mai aspettata di avere il piacere di intervistarlo e, per giunta, scoprire un altro Riccardo, aldilà del papà e dell’amico.
Cinema, spot e moda
Nato negli anni 60, a pochi passi dagli studi cinematografici di Cinecittà, il destino di Riccardo Acerbi si lega inevitabilmente alla settima arte; durante il primo anno di università, iscrittosi solo per posticipare il servizio militare, fa una comparsa, quasi per scherzo, in un film. Ma il caso vuole che quello scherzo si tramuti in una professione, perché viene fermato, nei viali che dividono i vari set di Cinecittà, da un agente cinematografico che lo propone per dei provini di spot pubblicitari.
È così che arriva a Milano dove trascorre i favolosi anni 80. In poco tempo si ritrova a confrontarsi con tutto il mondo della moda e della pubblicità, davanti e dietro l’obiettivo. Nel cinema interpreta dei ruoli in alcuni film di Dino Risi, Lucio Fulci, Carlo Vanzina e tanti altri, e dirige alcuni cortometraggi che si distinguono nei vari Festival – “La Beffa”, “Il Tuo Paradiso” e “Attenti alla noia” – collezionando diversi riconoscimenti. Nel corso della sua carriera da attore ha collaborato con grandi registi pubblicitari ed alcuni tra i più blasonati fotografi mondiali.
Cosa rappresenta lo sport per te?
Lo sport è un elemento molto importante della mia vita. Sarà che sono cresciuto giocando a pallone nei giardinetti vicino casa; non passava un giorno senza delle accanite e interminabili partite, poi ho cominciato a giocare nelle prime squadre di quartiere.
Possiamo dire che lo sport, oltre ad essere una costante, è anche un filo conduttore della tua vita?
Si, è proprio così. In adolescenza ho praticato l’atletica leggera e sono stato molto apprezzato come mezzofondista al CUS Roma, però gli allenamenti estenuanti, dopo qualche tempo, non sono più stati giustificati. Finché arrivano dei risultati di livello ogni sacrificio ha senso, poi bisogna prendere una decisione. Quindi fu allora che scelsi il rugby, sport bellissimo, che, forse, in Italia, ancora non ha il giusto riconoscimento. Il rugby è uno sport che ti lega con i compagni anche fuori dal campo di gioco, è uno sport con dei veri valori. Ho giocato con la Lazio, fino in serie B, e, quando il lavoro mi ha portato per qualche anno negli Stati Uniti, ho continuato a giocare a rugby con i Lions di Chicago. Ancora adesso viaggio spesso, sempre per lavoro, ma riesco a trovare sempre il tempo per lo sport. Da qualche anno ormai, pratico il kitesurf, che, oltre ad essere divertente, mi mette a contatto con il mare che ha un’ascendente molto importante su di me.
C’è una disciplina sportiva, in particolare, che ti rappresenta?
No, lo sport, una volta a livello agonistico, mi è sempre piaciuto, senza fare distinzione tra una disciplina o l’altra. C’è solo l’evoluzione, ovviamente dettata dagli impegni, dal tempo, quindi bisogna scegliere. In questo momento la disciplina a cui mi dedico è il kitesurf. Ho un gruppo di amici insieme ai quali, appena possibile, mi avventuro in viaggi non tanto ‘comodi’, ma che vengono ripagati dal piacere di surfare le onde in posti magnifici.
E poi c’è il rugby. Ogni tanto, se le ginocchia sono d’accordo – sorride – faccio qualche partita con gli old della mia vecchia squadra.
Il calcio, invece, lo seguo sempre, insieme agli amici, seduto in poltrona; le partite della Roma, la mia squadra del cuore, non le perdo mai!
A proposito del calcio, so che spesso partecipi a degli eventi con scopo benefico ed, allo stesso tempo, dediti ad insegnare l’importanza dello sport
Si, da qualche anno, ormai, mi alleno e organizzo delle partite di beneficenza con la squadra di calcio dell’Italiana Attori; siamo un gruppo di artisti che, oltre al piacere di giocare e divertirsi, spesso riescono a partecipare a dei piccoli tornei con altre rappresentative simili, eventi che hanno un’unico fine: quello di portare più gente possibile nelle palestre, negli stadi e sensibilizzare il pubblico sullo scopo del torneo, che, di solito, è il sostegno delle persone con difficoltà o di alcune associazioni direttamente impegnate nel aiutare il prossimo.
Lo sport oggi ha lo stesso impatto sui giovani, la stessa importanza di alcuni anni fa?
Purtroppo, no, e mi dispiace costatarlo, perché lo sport è disciplina, consapevolezza, rispetto. Bisognerebbe insistere nel promuoverlo in famiglia e nelle scuole.
Sei molto impegnato a livello ambientale, forse ancora di più da quando ti sei avvicinato agli sport acquatici, vero?
L’impegno per la sostenibilità ambientale c’è sempre stato, poi, stando spesso in mare, posso vedere da vicino l’inciviltà che ci accompagna perché è li che vanno a finire tutti i rifiuti che non seguono il corretto di smaltimento. Da qualche anno sono testimonial di un brand commerciale a livello internazionale attivamente impegnato nella salvaguardia degli oceani e non solo. Insieme a loro sto portando avanti una campagna che mi auguro possa sensibilizzare sempre più persone. Devo dire che sto notando, fortunatamente, sempre di più, una grande consapevolezza da questo punto di vista. Come me, tante persone hanno a cuore il futuro del pianeta.
Oltre allo sport, hai un’altra grande passione, la fotografia…
La Fotografia, in bianco e nero in particolare, è da sempre una mia passione ed una compagna di viaggio. Ogni foto è la scena di un film, del mio film. Ogni foto ha una sua storia, un suo racconto, se sono fortunato riesco a coglierla nelle espressioni delle persone o negli spazi in cui si muovono.
Ringrazio Riccardo Acerbi e lo lascio andare, oggi c’è un buon vento, anche se gelido. La sua vela ed il gruppo di kitesurf lo aspettano.