Il 15 marzo del 1954 al Chicago Auto Show visitatori increduli si stupiscono davanti al futuro che li attende.
L’oggetto della meraviglia è la Ford FX Atmos, un capolavoro del design Atomic Age, vera e propria contaminazione culturale che per circa 20 anni, tra il 1940 e il 1960, trasformerà la paura atomica in spunti e suggestioni avveniristici in tutti i campi della creatività, dalla letteratura al cinema, dall’architettura al design, dal fumetto alla televisione.
Quello che i visitatori del Chicago Auto Show guardano con meraviglia è il prototipo di un’automobile al quale hanno lavorato i designer di Dearborn, la cittadina dove nel 1903 Henry Ford fonda quella che sarebbe diventata non solo la fabbrica di automobili per eccellenza e un modello economico-industriale che prenderà il suo nome, ma un’icona americana a tutto tondo.
Ebbene a capo del Centro Stile di Dearborn troviamo l’eclettico George W.Walker, uno dei designer più innovativi e influenti non solo della Ford ma dell’intera storia dell’automobile, uno al quale piaceva maneggiare il futuro e che lasciava liberi i suoi di immaginare e sperimentare forme.
Proprio come in questo caso.
Proprio come nel caso della Ford FX Atmos.
Un prototipo innovativo che non vedrà mai la strada, realizzato senza motore come puro esercizio di stile, ma che farà parlare di sé giornali e rotocalchi e lascerà un segno profondo nell’immaginario, al punto che non è difficile, ad esempio, scorgerne gli stilemi in quei grandi affreschi pop del futuro immaginato che, qualche anno dopo, sarebbero state la serie cartoon Jetson di Hanna – Barbera e la serie Thunderbirds di Gerry Anderson, girata in supermarionation
Razzi, aerei a reazione, velocità e Spazio vengono tradotti liberamente dai designer Ford e adattati in versione stradale: chassis quasi tutto in fibra di vetro, estetica luminescente, cupola di vetro o di plexiglass, alette di coda, fanali posteriori come post bruciatori, antenne radar che sporgono dai parafanghi posteriori, tutto nella Ford FX Atmos richiama il volo e l’ansia di un futuro immaginifico, l’unico che poteva far perdere di vista le paure del presente.
Un’auto da sogno la Ford FX Atmos che rimarrà tale, ma che il futuro in qualche modo lo precorre sul serio come la sua sigla FX, ovvero Future Experimental, lasciava intendere. Ad esempio sostituendo il volante con manubrio e manopole tipo joystick decenni prima che fosse adottato in Formula 1, e poi con il suo Roadarscope, il cui nome è la parte meno riuscita della macchina, ma che serviva a dare al guidatore – o meglio, al pilota – informazioni sulla strada e anche a sostituirlo con una guida automatica.
Un velo di mistero rimane sulla mancata motorizzazione Ford FX Atmos, cosa che in fondo, visto che si parla di futuro da immaginare, ci sta anche bene.
Al tempo Lewis Crusoe, vicepresidente della Ford, dichiarò che la FX Atmos non era proposta come un futuro veicolo di produzione, che nessuno studio di ingegneristica e motorizzazione era stato sviluppato e che il prototipo rappresentava solo un’ipotesi di quello che sarebbe potuto essere lo stile del futuro.
In tutto ciò le indiscrezioni che indicavano in un motore atomico quello che avrebbe portato la FX Atmos in strada non trovarono mai conferma, ma anche mai precise smentite ufficiali. Illazioni di stampa con ogni probabilità, ma comunque utili a ridare smalto a un’immagine Ford che in quegli anni era un po’ appannata.
Di certo la FX Atmos ebbe ottimo risalto nei media, si guadagnò copertine e venne anche usata come modello per alcune pubblicità, centrando così in pieno l’obiettivo sicuramente non secondario di fare vetrina alla Ford.
E altra cosa certa è che, a distanza di quasi 70 anni, la FX Atmos rimane ancora un bel sogno da inseguire.
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