Giulia Buonaiuto, 18 anni compiuti da pochi mesi, cieca dalla nascita, frequenta l’ultimo anno di Scienze Umane a Roma.
Da 7 ormai si arrampica, sia in palestra che in montagna, la sua grande passione. Lo scorso 9 aprile, si è qualificata 2° al Trofeo Città di Roma, organizzato dalla ASD Disabili Roma 2000 nell’ambito del bando promosso dalla Regione Lazio “Vivi lo sport 2021”.
“Ho iniziato ad arrampicare quando avevo 11 anni, un po’ per caso – ci racconta Giulia -, stavo frequentando il corso di karate organizzato dal Sant’Alessio, ed eravamo a Modena per una gara. In quella palestra c’era una parete attrezzata e ho provato ad arrampicare, incuriosita e attratta da quella nuova esperienza. Mi è piaciuto subito, sono sempre stata una ragazza spericolata. Fin da piccola mi arrampicavo ovunque, e a 4 anni già salivo da sola sugli alberi. Quando poi sono tornata a Roma dopo la gara di Modena ho deciso di abbandonare il karate per l’arrampicata, e ho conosciuto Giorgio che ancora oggi continua ad allenarmi”.
Come funziona l’arrampicata per i non vedenti?
E noi abbiamo sentito proprio Giorgio Tuscolano, allenatore di secondo livello della Federazione Arrampicata Sportiva Italiana e istruttore per l’ASD Roma Disabili 2000, per farci raccontare come funziona l’arrampicata per i non vedenti.
“L’arrampicata sportiva è un’attività che privilegia il tatto e gli aspetti sensoriali a quelli visivi – dice Giorgio. I non vedenti e gli ipovedenti, se adeguatamente seguiti e istruiti e con attrezzatura che garantisca la loro incolumità e sicurezza, possono dedicarsi come gli altri in questa disciplina. Non sono necessari spazi attrezzati ad hoc, e gli atleti con disabilità visiva possono allenarsi nelle palestre di tutti. E’ necessario un semplice adattamento, ma più che altro per capire la direzione da seguire, soprattutto in palestra. In montagna le persone con disabilità visiva sono autonome nell’80% delle situazioni, perché hanno una corda che, oltre a metterle in una situazione di sicurezza totale, indica anche la direzione. In palestra invece è necessaria una guida che dia indicazioni su quale percorso procedere. Oltre alla guida, l’unica accortezza è quella di avere pareti non troppo strapiombanti, cioè che non escano dalla verticale di salita in modo che si possa scaricare l’intensità senza sovraccaricare i muscoli.
Esistono invece grandi differenze per quanto riguarda l’insegnamento – conclude Giorgio. Da un lato serve un passaggio più graduale di crescita, dall’altro non essendo possibile mostrare come procedere, deve essere tutto verbalizzato in modo da risultare facilmente comprensibile a chi si allena”.
Gli allenamenti in palestra e su roccia
“Siamo un gruppetto di 3 ragazzi con disabilità visiva e ci alleniamo insieme una volta a settimana al Centro Bernardini di via di Pietralata. Non appena finisce la scuola però vorrei raddoppiare il mio impegno – continua Giulia. Prima di ogni sessione di arrampicata è previsto un momento di riscaldamento e potenziamento, sia a corpo libero che con attrezzi. E gli esercizi con gli anelli sono i miei preferiti! Ma la cosa che più mi piace di questo sport è arrampicare in montagna… quando arrivi in cima è sempre un’emozione. Senti proprio l’altezza, e quando siamo in roccia senti il vento. È una sensazione bellissima, ti senti libera”.
Hai mai avuto paura Giulia? “A volte ci arrampichiamo senza corda per imparare a cadere e quello ancora mi fa paura… se sono in alto ancora scendo scalando, solo se sono in basso riesco a buttarmi. Ma lavorerò anche su quello, e col tempo riuscirò ad avere ancora più coraggio”.
Progetti per il futuro?
“Manca un mese alla fine della scuola e dovrò affrontare l’esame di maturità. Poi mi concedo un po’ di riposo, parteciperò al campo estivo organizzato dal Sant’Alessio, e andrò in vacanza con i miei amici. Ma non in tenda! Una volta ho fatto un campo di arrampicata con anche ragazzi vedenti. Abbiamo dormito in tenda per un’intera settimana e non mi piace molto… ho dormito pochissimo e sono tornata a casa molto stanca. La compagnia però era bellissima, ed è stata una esperienza importante e di crescita anche per la mia autonomia personale. Recentemente poi ho fatto richiesta di un cane guida… Spero tanto di avere qualche notizia verso la fine dell’estate. Nel frattempo, continuo ad arrampicare”.