“Tutto parte nel 2016, quando feci un progetto per insegnare lo skateboard a persone con disabilità visiva, realizzato poi quello stesso anno col patrocinio del Sant’Alessio e della Federazione Italiana Sport Rotellistici”, ci racconta Paolo Pica, diplomato all’ISEF di Roma, docente nei corsi di formazione Tecnici di Skateboard della Federazione dal 2013 e Referente Ricerca e Progetto Disabili nell’ambito della Commissione di disciplina Skateboard dal 2017. “Era la prima volta in assoluto che si realizzava un progetto di questo tipo, e non solo abbiamo capito che una persona con disabilità visiva poteva imparare a skateare, ma che, se affiancato da un istruttore vedente, poteva anche insegnarlo ad altri, ciechi, ipovedenti e normodotati”.
Non solo suggestione
Skating in the dark non è solo una suggestione, quindi, ma uno straordinario percorso che vede lo sport al centro dell’inclusione sociale.
“L’idea era quella di creare una metodologia di insegnamento specifica per persone con disabilità visiva. Alla Federazione l’idea piacque moltissimo e il progetto venne sviluppato e messo in pratica prima con Moutie Abidi, non vedente, classe ‘89, laureando in Ingegneria informatica all’Università La Sapienza di Roma e grande sportivo (oltre allo skateboard, pratica il baseball per ciechi e la danza latino-americana, ndr), e successivamente con un gruppo di sei ragazzi ipovedenti e non vedenti.
Era la prima volta in assoluto che si realizzava un progetto di questo tipo, e non solo abbiamo capito che una persona con disabilità visiva poteva imparare a skateare, ma che, se affiancato da un istruttore vedente, poteva anche insegnarlo ad altri, ciechi, ipovedenti e normodotati”.
Come funziona lo skateboard per persone con disabilità visiva?
“In realtà non ci sono grandi differenze, lo skate è lo stesso per tutti così come i tricks (salti e manovre che si fanno con lo skate, ndr) – continua Paolo. Cambia però la metodologia di insegnamento, visto che non è possibile mostrare come si fa. Abbiamo introdotto le ‘assistenze’, una sorta di guida fisica al movimento, che sostengono per le braccia e alla vita l’atleta non vedente per insegnare i movimenti ed evitare le prime, spesso rovinose, cadute. Differiscono ovviamente gli avvisatori acustici che, disposti lungo una pista di pattinaggio o all’interno di uno skatepark, permettono al disabile visivo di muoversi in autonomia all’interno dello spazio circoscritto. E abbiamo codificato una serie di comandi vocali per le indicazioni di direzione”.
Lo skateboard è uno sport davvero inclusivo: una volta appreso il movimento, e con una guida che sappia dare i giusti comandi, lo skater non vedente può tranquillamente essere inserito in un corso per persone senza disabilità.
A proposito di inclusione…
Skateboarding no Limits è un progetto della Federazione Italiana Sport Rotellistici che ha lo scopo di avvicinare le persone con disabilità allo skate, attraverso la creazione di una metodologia di insegnamento che sia funzionale alle diverse forme di disabilità, e dà anche il nome ad un evento della Federazione dedica allo skateboarding inclusivo svoltosi a Palazzolo sull’Olio ad aprile di quest’anno e che prevede nei prossimi mesi numerose altre tappe in diverse città italiane.
‘Non vedo l’ora di fare skate’, il libro
Paolo, insieme ad Alessandro Gargiullo e a Moutie, ha anche scritto un romanzo per raccontare questa esperienza, dal titolo ‘Non vedo l’ora di fare skate’. Il protagonista è lo stesso Moutie che impara a skateare, ma non solo: l’impegno profuso nell’imparare, sorretto dalla passione e dalla tenacia, conduce a un cambiamento in positivo in tutta la sua vita. Egli apprenderà una lezione importantissima: per quante limitazioni una persona possa avere, il vero limite è nella testa, e la paura è un condizionamento più invalidante della cecità.
Attualmente in ristampa, il libro tornerà nelle librerie nel 2023.
Progetti per il futuro?
A settembre si svolgerà l’ultima parte del progetto UnicaMente Skater, relativo all’insegnamento dello skateboarding alle persone con disturbo dello spettro autistico, che prevede l’inserimento di due ragazzi con DSA in corso di skateboard per normodotati. Abbiamo poi presentato un nuovo progetto sperimentale in Federazione per insegnare il pattinaggio artistico a persone con disabilità visiva – continua Paolo. Al progetto, una volta approvato dalla FISR, parteciperò con Bruno Rivaroli – allenatore FISR 3° livello di pattinaggio artistico, ex campione europeo e vicecampione del mondo juniores – e altri tecnici federali. Così come avvenuto nel progetto skateboard per disabili visivi, inizieremo con Moutie Abidi e se la sperimentazione con lui andrà a buon fine, il progetto proseguirà con un corso di 40 ore rivolto a 6 ragazzi con disabilità visiva.
Stiamo poi lavorando per organizzare corsi di specializzazione per l’insegnamento dello skateboard alle persone copn disabilità e per la creazione di altre figure come le guide skateboard per disabili visivi che potranno guidare un non vedente accompagnandolo all’interno di uno skatepark. La formazione di queste nuove figure consentirà sia di creare nuovi corsi per le persone con disabilità e sia di permettere a uno skater non vedente di praticare skateboard in uno skatepark insieme ad altre persone.
I nuovi corsi
In attesa che si formino queste nuove figure, a settembre partiranno anche i nuovi corsi di skateboard per disabili visivi che si terranno presso la Polisportiva Pian due Torri di Roma, alla Magliana” conclude Paolo. “Chiunque fosse interessato a partecipare ai corsi di skateboard può contattarmi al numero 347.4806108”.