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Carmen Basilio, il pugile di Dio

Carmen Basilio, pugile di Dio, religioso praticante a fine match si faceva sempre il segno della croce. Una sera, però, ha fatto qualcosa in più. Ma quella non era una sera qualunque. Quella era la sera in cui sconfisse Sugar Ray Robinson.
Carmen Basilio

Giuseppe viene dalla Ciociaria, la moglie, Maria, da Campobasso. Sono due dei tanti andati dall’altra parte del mondo per strappare la vita. Con i nomi che hanno più che una famiglia sono archetipi. Canastota, qualche chilometro da Syracuse, Stato di New York, è un villaggio con qualche strada e campi da coltivare. Giuseppe e Maria si fermano qui, vai a sapere perché. Qui, il 2 aprile 1927, gli nasce un figlio. Lo chiamano Carmine. La devozione alla Madre Santissima del Carmelo è profonda, chissà quante volte pregata davanti a santini sgualciti che hanno attraversato l’oceano. Chissà quanto aiuto ricevuto. Quello che sappiamo, però, è che Carmen Basilio, così tutti lo chiameranno, oltre a cambiare il suo destino, cambierà anche quello di Canastota.

Un ragazzo come tanti

Carmen Basilio si affaccia alla vita come tanti; un po’ di scuola e poi lavoro ai campi. Il ragazzo cresce, ma non è robusto e rimane piccolino con il suo metro e 69 di altezza. A casa si mangia quello che c’è e più che muscoli gonfi il ragazzo si cuce addosso nervi tesi.
In palestra arriva intorno ai 18 anni. Palestra significa sacco, guanti e puzza di umanità senza vita facile. Carmen ce la mette tutta. Quei pugni per lui sono un calendario dove cerchiare in rosso il giorno che dirà ai genitori che al campo delle cipolle non devono più andare. Lo sa perché lui tira di boxe, ma non solo. Lui prega. Intensamente.

Sul ring Carmen Basilio sale presto

Nei quattordici incontri da dilettante è sconfitto solo 3 volte. Combatte e non ha paura di nessuno. I pugni non sono più duri della terra da zappare. Così deve pensare quando sul ring si butta avanti, cerca il colpo ravvicinato e tira fuori un gancio sinistro che lascia sperare per il suo futuro. Il 24 novembre 1948 ha poco più di 20 anni e un trascorso da marines quando esordisce da professionista battendo Jimmy Evans, buon welter, ma senza un grande destino.
Il destino, invece, è per Carmen Basilio. Tra il 1955 e il 1959 Ring Magazine nominerà cinque suoi incontri consecutivi match of the year. Nel 1957 il fighter of the year è lui. Soprattutto, in questi anni, sarà campione del mondo in due diverse categorie di peso.

Angelo Dundee

Il successo di Carmen Basilio si chiama anche Angelo Dundee, più che un maestro un monumento. Non vi inganni il nome. Angelo è nato a Filadelfia da papà e mamma calabresi di Roggiano Gravina. Lui in verità si chiama Angelo Mirena solo perché all’immigrazione il cognome Merenda del padre era stato storpiato nella scrittura. Come tanti cambierà il cognome per farsi accettare e sceglierà Dundee in onore di un mito del pugilato degli anni venti, il siciliano Salvatore Lazzara, americanizzatosi come Joe Dundee. Angelo Dundee porterà Carmen Basilio ai titoli, allenerà una ventina di altri campioni mondiali tra cui Sugar Ray Leonard e George Foreman. Soprattutto, dal 1960 al 1981, sarà il maestro di Muhammad Alì. Non c’è altro da aggiungere.

(23 settembre 1957. Carmen Basilio prega sul ring dopo aver sconfitto Sugar Ray Robinson)

Campione del mondo

Gli inizi da professionista sono a fortuna alterna, ma il pubblico lo ama e Carmen trova la via del successo, scala il ranking, conquista il titolo nazionale dei welter e punta in alto.
Il grande giorno arriva a Syracuse il 10 giugno 1955. Tony De Marco, americano di Boston, sangue di Sciacca nelle vene, è campione del mondo pesi welter da due mesi. L’incontro è durissimo, gancio sinistro di Carmen contro gancio destro di Tony. Alla decima ripresa De Marco è a terra due volte, la seconda finisce quasi fuori dal ring, ma incredibilmente si rialza, tiene botta, ma alla dodicesima l’arbitro ferma, è KO tecnico. Carmen Basilio è campione del mondo, alza i pugni al cielo. Dio lo ha ascoltato. Poi si volta e corre ad abbracciare De Marco. La rivincita è il 30 novembre al Boston Garden. Ancora una volta per De Marco la dodicesima ripresa è fatale: il titolo è ancora di Basilio. Fuori dal ring saranno amici per la vita.
Johnny Saxton è un orfano nero, per lui il pugilato inizia in un orfanotrofio di Brooklyn. Il 14 marzo 1956, in un incontro molto chiacchierato, batte Carmen ai punti e riconquista il titolo mondiale che aveva perso con De Marco. Dura poco, dopo sei mesi Carmen se lo riprende per KO tecnico alla nona ripresa. Saxton ci riprova dopo cinque mesi, ma rimane in piedi solo due riprese.

Carmen Basilio il destino è abituato a guardarlo in faccia

Prende peso, passa categoria e sfida Sugar Ray Robinson per il titolo mondiale dei medi. Sugar Ray Robinson ha sei anni, undici centimetri, qualche chilo e qualche titolo mondiale in più, ma a Carmen Basilio non interessa.
Sugar Ray Robinson è uno dei più grandi di ogni tempo, ma non il 23 settembre 1957 allo Yankee Stadium di New York. Quella sera, dopo 15 tiratissime riprese che passeranno alla storia come uno dei più intensi e drammatici incontri di un mondiale dei pesi medi, Sugar Ray Robinson perde ai punti e il coltivatore di cipolle dell’Upstate diventa campione del mondo dei pesi medi. Non lo rimarrà per molto, l’altro dopo sei mesi si riprenderà il titolo, ma questa è un’altra storia.
Carmine – per una volta chiamiamolo così – a fine incontro fa quello che sapeva fare meglio oltre che tirare di pugni. Nella foto lo  vediamo in vestaglia, inginocchiato, mani giunte, viso tumefatto, capelli scomposti e sguardo verso il basso mentre prega e ringrazia Dio. Gli sguardi perplessi di chi gli sta intorno non lo toccano.

Persone, luoghi e destini

Dopo 79 incontri e 56 vittorie di cui 27 per KO, Carmen Basilio lascia il ring nel 1961, ma il pugilato per lui è un destino familiare. Il 3 dicembre 1970 il nipote Billy Backus batte il cubano José Nàpoles e diventa campione del mondo dei welter. Carmen dirà che per lui quella vittoria è stata più bella di tutte le sue. Sono sicuro che abbia ringraziato Dio anche quella volta. 
È così che la boxe diventa un destino anche per Canastota dove, nel 1990 e anche per volontà di zio e nipote campioni del mondo, si inaugura l’International Boxing Hall of Fame.
Nel 2009 Carmen Basilio riceve il diploma della High School cittadina. Alla cerimonia piange come un bambino. In quel diploma ci sono padre, madre, cipolle, guanti, pugni, sudore che brucia su labbra spaccate e vita che sfugge. Come fai a non commuoverti.
Il 9 febbraio 2013 a Canastota è una giornata di neve e gelo, ma nella chiesa di Sant’Agata ci sono centinaia di persone.
Il vecchio pugile ha cambiato ring. Ora Carmen Basilio potrà parlare con Dio anche senza guantoni.

 

Marco Panella, (Roma 1963) giornalista, direttore editoriale di Sportmemory, curatore di mostre e festival culturali, esperto di heritage communication. Ha pubblicato "Il Cibo Immaginario. Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola"(Artix 2015), "Pranzo di famiglia. Una storia italiana" (Artix 2016), "Fantascienza. 1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro" (Artix 2016) il thriller nero "Tutto in una notte" (Robin 2019) e la raccolta di racconti "Di sport e di storie" (Sportmemory Edizioni 2021)

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