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Manuel Santana e Nicola Pietrangeli: pionieri nei loro Paesi

Tutto il mondo dello sport saluta Manuel Santana e la sua vita da protagonista assoluto del tennis mondiale. Nicola Pietrangeli, invece, saluta un amico che non avrebbe mai voluto veder andare via.
Santana e Pietrangeli

“E’ un dolore pazzesco. Non ho mai avuto un fratello, ma se ne avevo uno era lui. Abbiamo condiviso una vita insieme, sul campo e fuori. Se uscivamo la sera, decidevo io dove andare a cena. Era lui che voleva così. Non mi chiamava Nicola, mi chiamava Capitano. Sempre”.
Sono queste le parole con le quali Nicola Pietrangeli ha voluto ricordare ai giornali l’amico Manuel Santana, per tutti Manolo, venuto a mancare a Marbella dopo una lunga malattia, all’età di 83 anni l’11 dicembre scorso. Di cinque anni più giovane e un differente carattere, cosa avevano in comune i due?

Oltre le divise bianche, ben stirate, linde ed eleganti, e le racchette di legno, e il rovescio a una mano, li univa l’essere stati entrambi pionieri di uno sport nobile quale ancora oggi viene considerato il tennis nei rispettivi Paesi. Santana e Pietrangeli erano consapevoli di aver creato due solchi pressoché paralleli. Se sulla terra rossa se le davano di santa ragione, in privato, soprattutto a tavola, passavano ore e ore a farsi reciproche confidenze e a ripassare i colpi, mancati e non, dell’uno e dell’altro. Sapevano bene di essere due numeri uno, certo se dietro Pietrangeli c’erano anche i numeri due, tre e quattro e cinque, cito in ordine di vittorie Merlo, Gardini, Orlando Sirola, grande compagno di doppio del nostro Nicola – insieme si aggiudicarono il Roland Garros del 1959 – e Sergio Tacchini, Manolo invece era solo. A proposito di confidenze, al termine di un importante incontro di Slam, Santana riferì all’amico: “Ero davvero stanco, se nel quarto set ti fossi impegnato di più avresti vinto la partita”.

È dovuto passare qualche decennio prima di ritrovare uno spagnolo al numero Uno.
Nadal nel suo profilo social ringrazia con un video Manolo per quello che ha lasciato e per aver segnato il cammino a un’intera generazione di tennisti.

Lo spagnolo

Manuel Santana era nato a Madrid e, per contribuire all’economia famigliare, iniziò a calpestare la terra rossa di un importante circolo della capitale sin da piccolo. Come raccattapalle, inizialmente, a prendere la racchetta in mano ci volle poco e a vent’anni, nel ’58, vinse il suo primo torneo. Complessivamente portò a casa 72 titoli. Nel periodo compreso tra il 1961 e il 1967 si posizionò tra i primi dieci e nel ’66 occupò la prima poltrona, cosa che non riuscì all’amico italiano, che si fermò alla terza.
Manuel SantanaQuell’amico che riuscì a battere al Roland Garros nella finale del 1961, Pietrangeli si era invece aggiudicato lo Slam francese nei due anni precedenti (1959 e 1960).
Santana tornò a vincere sui campi parigini nel 1964, sempre contro Pietrangeli, nel ’65 si aggiudicò i Campionati degli Stati Uniti (gli attuali US Open), infine, l’anno successivo, incredibilmente vinse a Wimbledon, sull’erba che lui non amava e che considerava essere buona solo per le mucche. Alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 vinse la medaglia d’oro. Non giocò mai in Australia. Tra il 1980 e il 1985 e dal 1995 al 1999 ricoprì il ruolo di Capitano della squadra spagnola di Coppa Davis.

L’italiano

Penso che la differenza caratteriale dei due sia racchiusa in queste parole del romano: “Quante volte mi sono sentito dire: certo, se ti fossi allenato più seriamente avresti vinto di più”. E lui freddamente rispondeva: “Sì! Ma sapeste quanto mi sarei divertito di meno”.

Al termine di un incontro importante, Santana riferì all’amico: “Ero davvero stanco, se nel quarto set ti fossi impegnato di più avresti vinto la partita”.
Nicola PietrangeliPietrangeli
, evidentemente, aveva proprio tutti i pregi e i difetti dei romani. E nonostante i punti di debolezza, il suo curriculum parla di una terza posizione in classifica raggiunta nel 1959, di 44 titoli vinti nel singolo tra cui i due RG citati in precedenza.
Nel 1960 conquistò la semifinale a Wimbledon, record detenuto dall’italiano per ben 61 anni fino al giorno in cui Matteo Berrettini ha raggiunto la finale del più prestigioso Torneo londinese quest’anno.
Ma Pietrangeli detiene anche il record mondiale degli incontri giocati e vinti in Coppa Davis e nel 1976 si aggiudicò il Torneo come Capitano non giocatore.
In doppio i titoli vinti furono 7, in coppia mitica con Orlando Sirola e nel 1959 la quarta posizione nel ranking fu la loro.
Il Campo Centrale del Foro Italico di Roma oggi porta il suo nome.

 

Vincenzo Mascellaro, uomo di marketing, comunicazione e lobby, formatore, scrittore e oggi prestato al giornalismo

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